|
|
Mi scrivono in privato, da fonte che vuole restare anonima, ma sicuramente in contatto con alcune atlete, in merito alla loro partecipazione alle gare (considerando che tanti di noi si erano chiesti come si stessero allenando o a quali gare potessero partecipare le nostre ragazze italiane):
CITAZIONE Alcune precisazioni circa le atlete italiane ai trofei Challenge europei.
Vedo che ci sono perplessità tra gli utenti in merito alla mancata partecipazione di atlete italiane senior alle gare di pattinaggio del circuito Challenge. Non so quanto sia risaputo, ma la situazione delle ragazze senior della nazionale non era affatto rosea quest'estate.
Piredda: tuttora in fase di riabilitazione, mai pattinato Guttmann: operata a un piede a Luglio, è tornata sui pattini la seconda metà di Settembre Beccari: rottura di un malleolo tra fine Luglio/inizio Agosto, è tornata sui pattini la seconda metà di Settembre e negli ultimi test skates (circa 5-10 Ottobre) ha pattinato senza saltare.
Di conseguenza la Federazione non poteva neppure fare ipotesi per i rientri, e di conseguenza per le iscrizioni a gare. La finale di campionato Senior è il 15 Dicembre. Gli europei sono a metà Gennaio 2021, e se i recuperi di Beccari e Guttmann fossero lunghi resterebbero ad oggi solo Alessia Tornaghi e Ginevra per coprire i 2 posti disponibili. Perchè prendersi rischi per sè e per la nazionale? Aggiungi il fatto che al 10-15 settembre si era già visto un impatto in Francia circa il virus (io ho la residenza a Parigi), ed un approccio prudente si imponeva. Attualmente Polonia, Rep. Ceca, Ungheria sono ufficialmente in fascia di massimo rischio Covid per la EU, ed è stato corretto non anticipare i tempi delle gare, considerando che un episodio Covid in questi mesi rischia di costare la stagione ad un atleta, perchè impone uno stop di almeno 6 settimane. Credo che la maggior parte degli allenatori in questa fase ci tenga più a permettere agli atleti di disputare il possibile in sicurezza, piuttosto che buttare al vento un anno per troppa precipitazione. Non solo per i ragazzi della nazionale, anche per le varie atlete di categoria Elite. Aggiungi che la nostra Federazione non sta facendo pressione ed anzi predica prudenza.
A Budapest c'erano solo atlete dell'Est o turche, la Hendrickx era l'unica dell'Europa Occidentale. Al Nebelhorn c'erano più atlete di area occidentale perchè un certo numero erano di area germano-centrica (Austria, Cechia, Slovacchia) o scandinava. Con la pubblicità negativa per i casi Covid importati al rientro delle vacanze (in Francia come in Italia) offerta da paesi come la Croazia, ci sono remore da parte dell'opinione pubblica occidentale nei confronti di spostamenti aerei verso paesi per i quali un obbligo di quarantena potrebbe imporsi da un giorno all'altro (16 Ottobre: 11.000 casi in Repubblica Ceca su una base di 10,5 milioni di abitanti, 74.700 casi tra 2 e 15 Ottobre, 7 volte i casi della Lombardia). Magari capita perfino che gente sul podio dei primi Challenge si trova tagliato fuori dall'Europeo... anche se non c'è da augurarlo a nessuno.
Puoi servirti di queste spiegazioni se ritieni di darne una qualche diffusione, ma ti prego di non rivelare la fonte. Direi che sì, queste spiegazioni sono utili a capire la situazione delle nostre atlete e ci offre un interessante nuovo punto di vista sul pattinaggio italiano, che a causa della situazione attuale, vive "dietro le quinte" molto più del solito. Pertanto ringrazio di cuore il nostro anonimo lettore!
La parte sulla volontà di partecipare è invece a mio dire del tutto opinabile e personale. Io da atleta adolescente (sebbene di altri sport), non avrei rinunciato a nessuna gara, avrei desiderato partecipare e andare avanti nel mio sport, con l'agonismo e gli allenamenti. Sono certa che non avrei badato ad altro, soprattutto se fossi stata fra i più forti nella mia nazione. Fossi madre non priverei mia figlio/a di queste opportunità: la giovinezza dura poco e ancor più la carriera sportiva. I rischi ci sono e in ogni attività o mestiere (infortuni, malattie), non è giusto tarpare le ali ai propri figli. Figurarsi quegli atleti che trovano nello sport la loro fonte di reddito!
E se non la pensassi così... sarei ipocrita perché se desiderassi queste chiusure, sputerei nel piatto in cui mangio!
Io da lavoratrice oggi (sempre in altro sport) partecipo tuttora a gare nazionali e internazionali, non da concorrente ma lavorando nei backstage. In pratica il mio salario dipende dallo sport... e se gli atleti non gareggiano, se gli atleti non s'allenano, io non ricevo i soldi che mi servono per campare.
Quindi, dato che non sono tanto fortunata da vivere di rendita, nè potrò beneficiare di cassa integrazione, io spero e prego che non chiudano le attività sportive, nè che interrompano le gare di nessun genere. Conosco e accetto il rischio. Nel frattempo mi faccio il culo quadro per guadagnarmi lo stipendio. Tanta, tantissima gente lavora non solo come atleta ma anche prima, durante e dopo le manifestazioni sportive. Fermare le gare internazionali è già un danno. Farlo anche con quelle nazionali può ridurre in povertà tanta gente. E sinceramente non voglio essere fra questi. Perché se divento povera non c'è nessuno che mi paghi le visite mediche, di conseguenza permettere alla gente di guadagnare (in tutti i settori) è permettere loro di prendersi cura della propria salute.
Un po' di OT l'ho fatto... ma è per dire che sono dalla parte di chi vuole gareggiare. E di chi ha impiego nel settore sportivo e trae da questo tutti i propri guadagni.
|
|