Un documentario interessante sulla ginnastica in Cina. Ciò che voglio segnalare è la nota drammatica data in questo filmato e l'impronta che il regista ha voluto dare. S'intitola: lost childhood (infanzia perduta) portando, secondo me, una disinformazione. Non perde l'infanzia anche quel bambino che guarda la tv tutto il giorno? Questione di punti di vista...
Ad ogni modo, si devono considerare più aspetti della vicenda, prima di gridare allo scandalo nel mondo della ginnastica.
Purtroppo, considerate le condizioni economiche di molte famiglie cinesi, questi bambini sono fortunati ad essere stati ammessi in un'accademia, anche così severa (per alcuni può essere, in futuro, l'unico modo di uscire da situazione di povertà).
Se si leggono i commenti sotto il video, c'è chi accusa i maestri cinesi di torturare i bambini. Beh, vorrei chiedere a questa gente se ha mai provato a fare sport o mai tentato di fare una spaccata per la prima volta nella vita. Sicuramente alcuni metodi sono molto e oltremodo severi, ma la gran parte di queste immagini non sono torture, come vuole farci credere il regista, ma semplici espressioni di fatica e allenamenti da atleta agonista. Se voleva fare un reportage sui metodi di allenamento violenti (che purtroppo esistono) c'era da documentare sberle, o pressioni psicologiche, privazione del cibo... quelle sottigliezze insomma, che non sono evidenti come la smorfia di fatica durante un esercizio intenso.
Guardando questi documentari di qualche anno fa... c'è da ringraziare il signore che gli attrezzi si siano evoluti... e che abbiano cominciato a diffondersi le protezioni di gommapiuma durante gli allenamenti quando le ginnaste provano elementi più difficili.
Questa è la storia di Katelyn Ohashi, promettente ginnasta USA da junior (unica capace di battere Simone Biles). Caricata di lavoro e aspettative, oltre a due brutti infortuni trascurati, al momento del passaggio senior crolla e decide di ritirarsi dalla ginnastica Élite (livello nazionale per competere a mondiali ecc) per dedicarsi alle gare universitarie. Un passaggio toccante del documentario è quando dice di “voler tornare a provare la sensazione di fare ginnastica come quando era bambina”. La dice lunga su quanta pressione ci sia per queste ragazze (e non solo riguardo alla ginnastica artistica) e quanto, per chi gareggia in nazioni competitive alla fine, si perda la gioia di quando inizi ad amare uno sport.
Era diventata virale su facebook, dicevano "poteva diventare come Simone Biles" seh, okey... e anche altre 300 ginnaste che poi si sono perse per strada in modi altrettanto toccanti e nessuno menziona mai.
Commenti scontati del popolo social media a parte, m'è piaciuto per come ha saputo ritrovare la gioia in ciò che fa.
Ovviamente c'è chi ha saputo ben sfruttare la sua viralità sul web per portare visite al proprio canale, come questo fotografo (che stimavo molto di più quando non si concentrava così tanto su youtuber e instagrammini). Lo posto perché il video risale ad aprile.
Che fosse diventata virale non lo sapevo (non ho ne Facebook ne Twitter e su Instagram ci bazzico solo da esterna 😁) però Kaetlyn era davvero promettente, non una delle tante junior poi scoppiate. Era anche allenata da Valeri Liukin, padre della stessa Nastia che vinse le Olimpiadi nel 2008 il quale aveva puntato molto su di lei facendola allenare come un’ossessa su elementi complicatissimi per la sua età. E poi è irrimediabilmente scoppiata.
Scomodare la Biles sarà sicuramente eccessivo, però Ohashi aveva davvero qualcosa in più rispetto alle tante. Peccato per i motivi per cui è "scoppiata".
Serie di documentari sulla ginnastica artistica negli USA, girati in vista delle Olimpiadi 2020, poi posticipate. Si ascoltano le interviste delle protagoniste dei giochi (come Aly Raisman, Sunisa Lee) e di miti del passato come Nadia Comaneci e anche le meteore come Katelyn Ohashi, raccontando sia la loro carriera che un po' di biografia personale. Ogni episodio è dedicato ad una specialità: corpo libero, parallele, trave, cavallo. E ogni episodio ricade anche su aspetti controversi della ginnastica, come disturbi alimentari e le eccessive pretese dei coach che portano ad infortuni (stile di insegnamento ritenuto "vecchio e improduttivo" da molte ginnaste, il che fa riflettere sulla necessità di un'evoluzione, come nella ritmica).