BASTA Anna (ITA)

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    In occasione della giornata per la sensibilizzazione ai DCA, Anna ha postato su IG alcuni wapp che mandava alla madre negli ultimi 3 anni in cui è stata in squadra e soffriva di questi disturbi :(

    E' agghiacciante che non abbia avuto il supporto di un nutrizionista o psicologo o di ADULTI nello staff tecnico mentre affrontava tutto ciò. Fonte
    Dai messaggi si capisce che le chiedevano di perdere peso, ad una ragazza con il suo fisico!
    Ma rendiamoci conto!!!

    Diciamo tanto di Viner ma anche la gestione italiana è piena di ombre...
     
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    A leggere questa storia concludo che a partire da un certo livello tutti gli atleti dovrebbero essere seguiti da un nutrizionista (preferibilmente esterno al team coach e non compiacente di certi metodi). E per gli sport praticato ad alti livelli da ragazze giovanissime (pattinaggio, ritmica) dovrebbe essere obbligatorio anche a livelli medi.
     
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    Anna ha aperto la sua scuola di ginnastica: "Anna Basta - Sport Academy" www.facebook.com/annabastasportacademy
     
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    Bella notizia, ma ha assolutamente bisogno di un grafico che le faccia il logo e le immagini :lol3.gif:
     
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    Proponiamo te!!!
     
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    no vabbè, io faccio robette. Ma se apri un'accademia devi per forza farti fare un logo serio in vettoriale da un professionista.
     
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    Intervista ad Anna

    basta6


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    Come è iniziata la tua storia?
    Il primo sport che ho praticato è stato il nuoto, ma ho capito subito che non faceva per me. All'età di 4 anni decisi quindi di cambiare disciplina, i miei genitori trovarono un volantino di una compagnia di Ginnastica Ritmica, incuriositi andammo a vedere la lezione di prova dove si esibivano anche alcune ginnaste agonistiche. Ricordo di essere rimasta estasiata dalla performance di Ilaria Maggiore e di aver pensato “voglio diventare come lei”. E da qui è iniziato tutto.

    Quando hai iniziato a voler parlare della tua vita e delle tue esperienze?
    Nel mio percorso di ginnasta ho riscontrato problemi personali e non, che mi hanno portata a soffrire di disturbi fisici e alimentari. Con un percorso dalla psicologa ho curato tutti questi aspetti, compreso anche il danno psicologico in cui ero incappata e grazie ad un grande lavoro su me stessa ne sono uscita. Da questa rinascita ho capito che avevo preso una forza e una consapevolezza troppo importanti perché rimanessero esclusivamente mie, quindi ho deciso di mettermi in gioco e raccontare la mia storia a tutti in modo da proteggere e aiutare più atleti possibili che molto spesso si ritrovano a combattere certe lotte da soli e in silenzio.

    Qual ​​è il tuo sogno?
    Non ho un sogno in particolare, ho degli obiettivi, una volta concluso uno, ne creo uno nuovo. Il mio obiettivo più importante ora è portare avanti il ​​principio dello sport sano e curare l'aspetto psichico e fisico degli atleti che incontrerò lungo il mio percorso.

    Nel settore della moda, quale marca preferisci?
    Amo i total look del brand Trussardi, Pablo Gil Cagnè ed Emporio Armani.

    Quale colore preferisci?
    Uno dei colori che mi dà più emozioni è il blu, ci occuperemo di un progetto sulla motivazione data dai colori, per i body da gara, con Assotutela e Moda&psiche.

    Quale paese preferisci e consiglieresti di visitare?
    Con la ritmica ho visitato molti paesi, dalla Spagna, al Portogallo, ai paesi dell'est. Sono affascinata da tutti i luoghi del nord dove ci sono 6 mesi di buio e 6 mesi di luce, sono stata in Finlandia e ho adorato il clima che si respirava. Amo viaggiare e conoscere nuove culture, vorrei scoprire quanti più posti possibile.

    Parlaci della tua famiglia. Chi ti ispira di più?
    La mia famiglia mi ha sempre sostenuta in tutte le scelte che ho fatto, mi ha lasciata libero di scegliere per la mia vita. Ogni componente mi ispira in modo diverso, motivo per cui traggo da ognuno di esse un insegnamento speciale e fondamentale per me.












    CITAZIONE
    How did your story start?
    The first sport I practiced was swimming, but I knew right away that it wasn't for me. At the age of 4 I therefore decided to change discipline, my parents found a flyer from a Rhythmic Gymnastics company, intrigued we went to see the trial lesson where some competitive gymnasts also performed. I remember being delighted by Ilaria Maggiore's performance, and thinking “I want to become like her”. And from here it all started.

    When did you start wanting to talk about your life and experiences?
    In my path as a gymnast I have encountered personal and non-personal problems, which have led me to suffer from physical and eating disorders. With a journey from the psychologist I took care of all these aspects, including also the psychological damage in which I had stumbled, and thanks to a great work on myself I got out of it. From this rebirth I realized that I had taken a strength and awareness too important to remain exclusively mine, so I decided to get involved and tell my story to everyone in order to protect and help as many athletes as possible who very often find themselves fighting certain struggles alone and in silence

    What is your dream?
    I don't have a particular dream, I have goals, once I have concluded one I create a new one. My most important goal now is to carry on the principle of healthy sport and take care of the psychic and physical aspect of the athletes I will meet along my path. In the fashion industry,

    Which brand do you prefer?
    I love the total brand looks, Trussardi, Pablo Gil Cagne 'and Emporio Armani

    Which colour do you prefer?
    One of the colors that gives me more emotions is blue, we will take care of a project on the motivation given by the colors, for the competition bodysuits, with Assotutela and Moda & psiche.

    What country do you prefer and would you recommend to visit?
    With the rhythm I have visited many countries, from Spain, Portugal, to the countries of the East. I am fascinated by all the northern places where there are 6 months of darkness and 6 months of light, I have been to Finland and I loved the climate that you breathe. I love traveling and learning about new cultures, I would like to discover as many places as possible.

    Tell us about your family. Who inspires you the most?
    My family has always supported me in all the choices I made, they left me free to choose for my life. Each component inspires me in a different way, which is why I draw from each of them a special and fundamental teaching for me. Anna Basta Italian pride in the world
     
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    E... ma sono passati dalla profondità di un'atleta che ha subito un trauma psicologico e vuole aiutare gli altri nella stessa situazione...
    a chiedere il marchio di moda preferito? O_o
     
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    E' una rivista di moda XD
     
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    Anna Basta: "bisogna progredire, ascoltarsi, buttarsi"

    05.08.2022
    Fonte
    di Martina Paparusso


    Anna Basta è un'ex ginnasta italiana di ventun'anni. Vincitrice della medaglia d'oro a Sofia a soli diciassette anni, nel 2016 è entrata a far parte della Nazionale senior delle Farfalle e fino al 2020 ha fatto parte della Nazionale di ginnastica ritmica dell'Italia.
    Dopo aver dovuto affrontare difficoltà personali, ha ripreso in mano la sua vita e ha realizzato l’importanza dell'amore e dell'accettazione di se stessi.

    A che età e perché – se c'è un motivo in particolare – hai iniziato a praticare la ginnastica ritmica?
    Ho iniziato a quattro anni, per puro caso. I miei genitori mi avevano iscritta a nuoto ma non mi è mai piaciuto, così mi hanno iscritta a una lezione di prova a Bologna e mi è subito piaciuto, avendo anche visto le esibizioni dell’agonismo.

    Com'è stato il tuo rapporto con la ginnastica ritmica? Ci sono esperienze che porti nel cuore? In cosa ti hanno arricchita e in cosa ti hanno limitata?
    Sicuramente la ritmica insegna tanto a crescere, a responsabilizzarsi in fretta, a conoscersi, a capire i propri bisogni – dal momento che si fanno molte esperienze fuori casa sin da piccoli, lontani dalla famiglia. A livello di privazioni, bisogna fare molti sacrifici rispetto ai propri coetanei: declinare alcune feste, uscite, proprio perché la vita è incentrata sullo sport. Possono perdersi molte tappe dell'adolescenza, purtroppo.
    Nello stesso tempo, tuttavia, ti dona anche tanto: si impara a fare gruppo, ad affrontare molte situazioni di vita che i giovani non hanno ancora la possibilità di sperimentare; a gestire le delusioni, le sconfitte, ad accettare gli sbagli e a reagire.

    Quali sono le caratteristiche necessarie per la ginnastica ritmica?
    Secondo me non ci sono target: chiunque può iniziare questo sport. È importante, ovviamente, la determinazione per raggiungere grandi traguardi. La mente svolge un ruolo importante. Bisogna imparare a rimanere concentrati, avere un corpo sano, tanta passione e voglia di lavorare.
    Lo sport deve essere aperto a tutti, certo c'è chi è più portato, chi è meno portato, chi ha il fisico più adatto, chi ha il fisico meno adatto. Nel momento in cui una persona decide di fare sport per se stessa, però, può fare qualsiasi cosa perché ci sono vari livelli per tutto.

    Cosa ti ha spinta ad abbandonare la Nazionale, le “farfalle”, che sono state il tuo punto di riferimento anche nel periodo del lockdown?
    Io ho smesso per motivi personali, ho sofferto di disturbi alimentari stando in Nazionale, ho avuto un brutto rapporto con il mio fisico e da lì sono iniziate tutte le mie insicurezze, le mie ansie, gli attacchi di panico per anni, le paure. Non ero più io. Ero in una situazione abbastanza grave, perciò ho capito che la mia strada si era conclusa. Dovevo andare oltre.

    Quale consiglio daresti agli adolescenti che vogliono iniziare la ginnastica ritmica e devono superare delle difficoltà, riscontrabili in qualsiasi altro ambito di vita?
    Prendere una scelta nella vita non è mai facile perché occorre considerare tante variabili, oggettive e soggettive: come ognuno di noi potrebbe reagire a determinate situazioni o a quello che potrebbero pensare gli altri, dai quali non dobbiamo lasciarci condizionare. Dobbiamo sapere se siamo in grado di sopportare certe situazioni. Il consiglio più grande che posso dare è quello di ascoltare la voce che si cela dentro ciascuno di noi perché, anche se dovessimo sbagliare, sarebbe una nostra scelta. Non dobbiamo dare credito agli altri. Oltretutto, nella vita bisogna sempre un po' rischiare, altrimenti rimarremmo sempre fermi, non andremmo avanti. Bisogna progredire, ascoltarsi, buttarsi.
    Nella mia esperienza personale mi sono affidata ai miei genitori che mi hanno sempre ascoltata e sostenuta. È importante trovare una persona che sia un punto di riferimento.

    Se potessi tornare indietro cambieresti qualcosa nelle scelte prese?
    È importante fare le proprie scelte ascoltando se stessi ma ci ho messo un po' di tempo per capirlo. Capire, quindi, che la scelta è sempre la mia.

    Hai progetti futuri?
    Ho dei progetti: mi piace molto allenare, adesso studio all'università un corso che si chiama "Sport e management". Ho tanti piccoli progetti che non hanno ancora preso forma, dunque mi piace aspettare per dirli.

    Un grande abbraccio e in bocca al lupo per il futuro.
     
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    Dal suo profilo IG:

    "Il lavoro dell’allenatrice non è semplice.
    Il lavoro dell’allenatrice è uno dei più importanti.
    Il lavoro dell’allenatrice significa sentire la responsabilità di crescere un atleta. Significa farsi carico delle paure, ansie, sogni e chi più ne ha più ne metta, dell’allievə che si ha di fronte.
    Il lavoro dell’allenatrice è parlare pesando bene le parole, perché dobbiamo sapere quanto queste possano far soffrire.
    Il lavoro dell’allenatrice significa avere rispetto per ogni personalità che incontriamo.
    Il lavoro dell’allenatrice significa far crescere quellə piccolə bimbə in un ambiente sano, felice e sincero.
    Il lavoro dell’allenatrice è portare a dare il massimo e oltre, motivando, aiutando e credendo in chi si ha di fronte. È trovare la positività e la bellezza dove non c’è. È TRASMETTERE PASSIONE.
    Il lavoro dell’allenatrice NON è spremere l’atleta per un obiettivo che forse è molto più tuo che suo. NON è costruire un clima di terrore, NON è non lasciare parola o libertà. E se io ho non sono stata corretta, se ho trattato male quell’atleta, è giusto che quello stesso atleta non mi debba niente. Perché se ho portato quella persona a scappare dal suo sport, ad odiarlo o a stare più male che bene, allora non ha sbagliato lei ad andarsene, ma ho sbagliato io."
    -Anna


    p.s. sta collaborando anche con Arianna Facchinetti per la sua nuova società! :wub:
     
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    Ginnastica - L’altra faccia della medaglia

    15.10.2022
    di Alice Eufemi
    https://tvgnews.it/2022/10/15/sport-ginnas...rfalla-azzurra/

    Scaviamo nel buio di uno sport “scintillante”. È strano pensare che dietro quelle ragazze che vediamo grintose e serene in gara sia nascosto un mostro nato dal voler dare il massimo e l’essere spinte a farlo. A raccontarcelo è Anna Basta, componente delle Farfalle Azzurre dal 2016 al 2020 (vincitrice di 5 medaglie mondiali), si è ritirata nel 2020 per diversi problemi personali tra cui un disturbo alimentare e adesso si impegna a sensibilizzare su questo argomento.

    “Non ricordo il momento specifico in cui è iniziato il mio disturbo ma dal 2017 mi è stata fatta pressione sulla mia fisicità e sul mio aspetto, da lì sono iniziati i problemi, mi venivano dette frasi come “sei un prosciutto”, “ti guardi allo specchio? Ti piaci?!”, “ guarda che sedere che ti ritrovi”, “sei cicciona”.
    Ci ho messo molto a parlarne, anche se dalle mie azioni era più che comprensibile, perché non volevo pesare sugli altri ed ero convinta di farcela da sola, poi mi sono appoggiata moltissimo alla mia famiglia che mi ha sostenuta tanto mentre nell'ambiente in cui vivevo mi aspettavo più comprensione, alla fine ho perso i rapporti con praticamente tutte le persone che erano lì.
    Davanti al pubblico fingevo e questo mi faceva star male, l’unica cosa che mi mi salvava era l’amore per la ginnastica e per le gare/esibizioni. Una volta scomparsa anche quella ho capito che era la fine.
    Se potessi parlare con la Anna di quegli anni le direi di andarsene prima, che non ne vale assolutamente la pena. Che quel dolore e quel terrore non sono parte di me e devo lasciarli andare. Le direi di smetterla di odiarsi, perché non è colpa sua. Uscirne è stato difficile,
    ho seguito un percorso dalla psicologa ma per molto tempo mi sforzavo di non alzare gli occhi dal piatto finché non mangiavo tutto, se ero in compagnia mi vergognavo e continuavo a mangiare di nascosto, un incubo…

    Ora sto bene, mangio quello che voglio consapevolmente e se ogni tanto ingrasso, anche se a
    fatica, mi accetto e mi rimetto “in forma” seguendo le mie passioni come la danza e gli allenamenti in compagnia. Lo sport ha influito in tutto infatti credo che se non avessi fatto ginnastica non sarei stata così e se invece l’avessi praticata a livelli più bassi avrei sicuramente avuto un’esperienza simile, però penso che ciò che ho passato si sarebbe potuto evitare: bastava trattare le persone da esseri umani, da adolescenti in crescita che non conoscono ancora il proprio corpo. Mi auguro che le persone inizino a parlare e ad alzare la testa perché l’unico modo per risolvere questa situazione è testimoniare e far aprire gli occhi.
    Bisogna rivoluzionare l’ambiente e smascherare chi attua comportamenti inumani e inconcepibili perché il clima di terrore finisca e chiunque sfrutti la sua posizione di allenatrice per mortificare e denigrare un’atleta venga allontanato dallo sport. Dovete avere il coraggio di esprimere come ci si sente, di affrontare e riconoscere i problemi per superarli e crescere. E vi prego, prestate attenzione a chiunque avete di fronte. Gentilezza ed empatia non sono mai sbagliate.”


    Un esempio di infanzia e adolescenza dedicati a una passione, distrutta da standard fisici ristretti ed esagerati. Per quanto possa essere forte l’amore per la ginnastica deve vincere quello per se stessi. Quando possibile scaviamo a fondo e non fermiamoci alle apparenze perché niente è mai come sembra.



    Senza parole...
     
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    Ok, ma i nomi di chi l'ha maltrattata?
    Dice che le ragazze devono avere coraggio, denunciare, parlarne... ma chi è l'allenatrice disgustosa che le ha provocato queste crisi? Sono più di una?

    Verrà/verranno rimossa/e?
     
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    Non farà nomi per non rischiare denunce immagino o forse per procedimenti già in corso, chissà...

    Comunque, avendo detto l'anno in cui sono iniziati i problemi, si può intuire dove fosse...
     
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    Mi auguro che le persone inizino a parlare e ad alzare la testa perché l’unico modo per risolvere questa situazione è testimoniare e far aprire gli occhi.
    Bisogna rivoluzionare l’ambiente e smascherare chi attua comportamenti inumani e inconcepibili perché il clima di terrore finisca e chiunque sfrutti la sua posizione di allenatrice per mortificare e denigrare un’atleta venga allontanato dallo sport. Dovete avere il coraggio di esprimere come ci si sente, di affrontare e riconoscere i problemi per superarli e crescere.

    Intendo che se lei per prima non fa nomi e non ha il coraggio di denunciare, sarà come non aver detto nulla.
    Mi auguro che la denuncia sia già stata fatta, se non ai giornalisti, almeno alle autorità-
     
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