BASTA Anna (ITA)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Elettra_dancer
        +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    35,791
    Reputation
    +1,257

    Status
    Offline
    La farfalla che ha detto no alle Olimpiadi: "Stavo male, ho preferito me stessa a Tokyo"


    Fonte
    di Mattia Chiusano, 24.12.2020


    896e2d645e949a0e260cda5f85f48850



    L'Olimpiade non è tutto, anzi può non essere niente se c'è un nemico dentro di te. Niente prestazioni al limite, niente allenamenti, gare, collegiali, medaglie o delusioni: tutto sfuma in una zona grigia e senza tempo. Ci sono voluti mesi, per cancellare Tokyo dai suoi obiettivi. Ma alla fine Anna Basta, diciannovenne ginnasta bolognese, oro con i 5 cerchi ai Mondiali di Pesaro 2017, tre podi agli Europei di Guadalajara 2018, ha abbandonato la nazionale, le “farfalle” che la avevano accompagnata anche nelle settimane del lockdown.
    Ha chiuso con la ginnastica ritmica ed è tornata a casa. Ripartendo da zero, o meglio, da quando aveva quattro anni. “Perché da quell'età io mi sono dedicata completamente alla ginnastica, e quando ho chiuso mi sono ritrovata in un mondo che non conoscevo. Fissandomi nuovi obiettivi quando fino a pochi mesi fa l'unico traguardo era Tokyo”. Ora l'ex campionessa del mondo ha voglia di raccontarsi, quando la sua nuova vita è già ripartita.

    Come è arrivata a prendere questa decisione?
    “Sono situazioni che non maturano in due giorni. Arrivano lentamente, da lontano. Quando sono andata a parlare con la nostra allenatrice, Emanuela Maccarani, era già troppo tardi. Ma lei, comprensibilmente, mi ha detto di “pensarci un pochino”. Sono passati due giorni, e mi sono sentita di nuovo male. Avevo bisogno di tornare a casa”.

    Quando è successo tutto questo?
    “A maggio. L'allenatrice ha capito: “Va bene, vai a casa così ti calmi, ci pensi su. Ti dò del tempo per capire se la tua decisione è definitiva”. Tornai a Bologna, era il primo giorno dopo il lockdown. A luglio sono uscita definitivamente”.

    Può aver influito il periodo di clausura forzata.
    “No, il mio disagio era nato prima. Durante la quarantena eravamo nel nostro hotel di Cesano Maderno, sapevo di ragazze rimaste bloccate da sole, ma invece noi facevamo squadra, eravamo un gruppo di amiche, ci sostenevamo a vicenda”.

    Si può definire con una parola quel che la faceva soffrire?
    “Preferisco di no, diciamo che ho smesso per motivi personali. Sono stata male in vari periodi. Alla fine mi isolavo, non riuscivo a uscire dal mio limbo, ad alzarmi dal letto, a vedere il bello in quel che stavo facendo. Mentalmente non ero più in grado di sopportarlo. Se avessi continuato così avrei fatto dei danni, non è utile avere in squadra una che sta male e non riesce a concentrarsi. È stato qualcosa di forte, perché lasciare quel che è stata la tua vita è complicato solo da accettare”.


    Non ne ha mai parlato con uno psicologo?
    “Diciamo che all'inizio questa figura mancava in nazionale. Poi nell'estate 2019 ci è stato presentato uno specialista, che poi è tornato due volte tra novembre e dicembre. A marzo gli ho chiesto di parlarci più spesso”.

    Questo non l'ha aiutata?
    “Sì, nel senso che ho messo a fuoco il mio problema. No, perché ormai ero al limite e il suo intervento non poteva più bastare. Mi sono raccomandata: 'tenetelo d'ora in poi uno psicologo, o perderete altre ragazze sensibili'”.

    Come l'ha presa la sua famiglia?
    “Durante la quarantena siamo rimasti lontani, e quando ho rivelato le mie intenzioni loro ci sono rimasti stupiti: “Ma sei sicura?”. Poi hanno capito come stavo, e l'unica priorità è diventata quella. Non tutti i genitori sono così, altri più ambiziosi avrebbero reagito in un altro modo”.

    E la federazione, la squadra delle “farfalle” con cui ha vissuto quattro anni al massimo?
    “Il presidente Gherardo Tecchi mi ha ricevuto nel suo ufficio, si è messo a disposizione. Quanto alle ragazze, sono fantastiche e per loro avrei accettato l'impossibile”.

    Cioè?
    “Stando male, sarei arrivata fino a Tokyo per non creare problemi, noi avrei mai messo in difficoltà le mie compagne. Ma quando hanno rinviato i Giochi di un anno, ho potuto scegliere. Tra le Olimpiadi e me stessa”.

    Com'è la sua vita ora?
    <i>“Sono nel gruppo sportivo dell'Aeronautica Militare, che non finirò mai di ringraziare, mi alterno tra Bologna e gli uffici del centro di Vigna di Valle. Continuo il mio lavoro personale con una psicologa. Dopo un periodo si smarrimento, ho le idee sempre più chiare: andrò all'università, ho scelto Scienze della Comunicazione. E sopratutto, sto bene”.



    Coraggiosa, le auguro il meglio! :flowers2.gif:
     
    Top
    .
34 replies since 3/4/2016, 23:11   2355 views
  Share  
.