Rizzo lascia la Bianconi. Non si sa ancora su chi sara' il suo futuro allenatore.
"Purtroppo determinate situazioni non posso nascere e concludersi nello stesso luogo. Il mio rapporto di collaborazione con Franca Bianconi, la quale ringrazio enormemente per il lavoro svolto insieme e per gli anni passati insieme, è giunto al termine. Inoltre ringrazio anche la Società Sportiva Icelab per avermi ospitato nella propria struttura in quanto atleta del Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre.
Il lavoro continuerà come non mai, e gli obiettivi rimarranno gli stessi. Dare sempre il meglio di se, e a volte per farlo bisogno fare un passo in più.
Sarà interessante sapere dove si accaserà. Sarà interessante anche capire i motivi di questa decisione. Perché di norma i cambiamenti di allenatore si fanno in estate, in modo da arrivare alle prime gare con le nuove metodologie di lavoro già rodate. Il fatto che siamo a stagione già iniziata (stagione peraltro già piena di incertezze) fa invece pensare a una rottura improvvisa. Anche perché l'annuncio della separazione non è accompagnato dall'annuncio del nuovo allenatore. A meno che la decisione non sia maturata in estate ma poi, causa COVID, sia stato necessario rinviarla fino ad ora. O, ancora, a meno che Rizzo non abbia considerato questa stagione come già compromessa per motivi extrasportivi e abbia quindi deciso di approfittarne per un cambiamento radicale in vista delle Olimpiadi. Certo non mi immaginavo che le immagini di Rizzo con Franca bianconi all K&C del Nebelhorn sarebbero state le ultime di un sodalizio che consideravo ben solido.
Torno un attimo al Nebelhorn, dove Rizzo è stato battuto da Frangipani. Premesso che, col COVID di mezzo, i risultati di inizio stagione sono da prendere con le molle ancora più del solito, è indubbio che Frangipani ha mostrato un progresso notevole. Io, quel giorno pensai che con ogni probabilità Gabriele ha beneficiato della vicinanza di Grassl, che ha rappresentato per lui uno stimolo e una fonte d'ispirazione. Matteo invece, mi dicevo, non ha alcun compagno di allenamento che sia neppure lontanamente paragonabile a lui. Il che è uno svantaggio. Ecco, forse quel mio ragionamento ozioso potrebbe spiegare qualcosa. Forse Matteo sente il bisogno di un ambiente più stimolante, dove confrontarsi anche in allenamento con atleti di alto livello. Esigenza tanto più sentita in questa stagione durante la quale, con ogni probabilità, verranno disputate pochissime gare. Pura illazione, la mia, perché non ho alcun elemento concreto per sostenere questa tesi, ma vedremo. Vedremo se Rizzo si accaserà presso qualche scuola dove sono presenti altri atleti di profilo internazionale, o se invece sceglierà un allenatore "in esclusiva" o quasi, nel qual caso sarà più ragionevole supporre che abbia lasciato l'IceLab per ragioni personali.
Non tutti hanno bisogno di avere un rivale sotto ai propri occhi, ad alcuni al contrario piace sentirsi speciali.
Non so Matteo... Ma secondo me, c'era qualche attrito con la Bianconi. O più che normale dopo un certo periodo sentire l'esigenza di un cambio di coach.
O chissà... considerato il posto dove si allena, non ritengo impossibile nemmeno un contrasto con il gestore
O semplicemente... Bergamo ha cominciato a fargli schifo ahahahahahaha
Rizzo mi da più l'impressione che sia uno che la rivalità la patisca, penso ad esempio alle prestazioni ed agli atteggiamenti avuti ai nazionali da quando Grassl è diventato il suo primo avversario.
Detto ciò, non si può che augurarli di riuscire prima o poi ad allenarsi da Orser, inseguendo le orme di Fernandez. Ho qualche dubbio che sia un sogno coltivabile già oggi, nel contesto attuale.
Più che allo stimolo della rivalità, pensavo al fatto che se sulla tua stessa pista hai un tuo compagno che salta con facilità il quadruplo toeloop, per esempio, potresti affrontare l'allenamento di quel salto con la convinzione del "si può fare"". Mentre se sei da solo, alle prime difficoltà potresti maturare una sorta di timore reverenziale nei confronti di quello specifico elemento tecnico che viceversa ti frena. Rizzo ha dovuto imparare il triplo axel da solo, senza avere nessuno attorno da osservare e imitare per apprendere la giusta tecnica. Lo stesso gli sta succedendo adesso per i quadrupli. In questo senso ritengo che un ambiente con compagni di allenamento forti offra maggiori possibilità di miglioramento, anche senza che si debba esistere per forza una rivalità. Penso anche che Rizzo sappia reggere bene la pressione, perché quando ha dovuto affrontare gare nelle quali c'erano molte aspettative, ha sempre risposto al meglio. Nel confronto con Grassl può darsi che abbia patito più che altro la delusione di non aver pattinato al suo meglio. Ad ogni modo, un'ambiente di lavoro tipo quello di Toronto sarebbe una straordinaria opportunità per lui, ma non son quanto questa prospettiva (Toronto o altrove) possa essere concreta, ora come ora. Al riguardo ho le vostre stesse perplessità. Spero solo che abbia un piano ben preciso.
P.S E se andasse in Russia da Rukavicin col suo amico Dima?
Si trasferirà anche lui da Plushenko, è il trend del momento!!! Scherzi apparte, è se andasse da Lambiel dove c'è anche Shomino oltre che Vasiliev, penso sia più fattibile che andare in Canada in questo momento storico....vedremo, ad ogni modo penso che con la Bianconi avesse fatto il massimo, per fare un'ulteriore salto di qualità ho sempre avuto la sensazione che avesse bisogno di un'allenatore più "raffinato" (passatemi il termine) della Bianconi.
Non ho percepito risentimento o altro nelle parole di Rizzo, indubbiamente un atleta ha bisogno di stimoli e nuove prospettive, una persona intelligente sa che rimanere nello stesso posto troppo a lungo è controproducente.
Le parole di Rizzo sono equilibrate e garbate come si conviene nei confronti di professionisti con i quali ha lavorato per anni, ottenendo significativi risultati. Sarebbe stato davvero inelegante da parte sua lasciar trasparire altro (sempre che ci sia dell'altro) Il fatto stesso che non si capisca se dietro la separazione vi siano contrasti di natura personale è di per sé un motivo di elogio per tutti i protagonisti di questa vicenda. Anche se ammetto di essere curioso di saperne di più, preferisco di gran lunga questo stile improntato alla riservatezza rispetto a quello di taluni allenatori russi (tanti per non fare nomi...).