Olimpiadi, svolta per l'organizzazione: non solo una città

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    Sconvolgente... per me toglie senso e bellezza al clima Olimpico. Secondo voi?

    Il Cio ha approvato a Montecarlo una riforma che permetterà alle città che ospitano le Olimpiadi di cedere alcune prove sportive ad altre città dello stesso Paese o eccezionalmente anche di un altro Paese, con l'obiettivo di ridurre i costi

    MONTECARLO - Via libera alle prime tre misure di un pacchetto di 40 nuove linee guida per i Giochi. E' stato fra l'altro deciso di limitare a quattro le presentazioni pubbliche, di favorire l'impiego di impianti esistenti o di strutture provvisorie e di premiare i progetti che meglio si adattano alla realtà sociale, economica, ambientale e sportiva del Paese ospitante. ''E' stato un grande risultato, ci felicitiamo con tutti'', ha commentato il presidente del Cio, il tedesco Thomas Bach. Una decisione importante anche per Roma.

    "Le città candidate puntano ad obiettivi di sviluppo differenti e partono da punti molto diversi. Noi abbracciamo questa diversità, che è parte della magia delle Olimpiadi", dice il presidente del Cio, Thomas Bach, introducendo le 40 raccomandazioni incentrate sui temi della sostenibilità, della credibilità e della gioventù. I Giochi, dice il numero 1, s"sono globali. Per questo, gli standard di una sola parte del mondo non possono essere il punto di riferimento". Il cambiamento legato al nuovo corso non è la risposta ad una crisi. "Mai come ora tante persone, in tutto il mondo, hanno seguito le Olimpiadi. Noi abbiamo successo e il successo è il motivo migliore per cambiare. Il successo di oggi offre l'opportunità di lottare per il cambiamento per domani. Noi dobbiamo farlo perché lo sport oggi è troppo importante per ignorare il resto della società. Non viviamo su un'isola, viviamo al centro di una società moderna, diversificata e digitale". "I Giochi olimpici incoraggiano il dialogo tra culture differenti, ogni edizione delle Olimpiadi deve essere diversa. Ogni edizione deve riflettere in maniera autentica il background culturale, sociale, ambientale e sportivo di chi organizza" la manifestazione.

    Le città che intendono candidarsi ad ospitare le XXXIII Olimpiadi estive del 2024 dovranno formalizzare la loro proposta al Cio entro e "non oltre il 15 settembre 2015": la sede verrà decisa nell'estate del 2017 (a Helsinki o Lima). C'è tempo quindi, per Roma, di curarsi le ferite e dare un'altra immagine di sé. A Montecarlo in questi giorni sono riuniti 104 membri Cio per l'importante sessione numero 127: ma molti di questi non voteranno fra tre anni e il loro parere di adesso, magari sulla grande bruttezza di Roma, conta poco o nulla. C'è da lavorare sodo, e il Coni è pronto: Malagò ha le idee chiare. Presidente del comitato promotore dovrebbe essere Corrado Passera (ma Berlusconi non sarebbe felicissimo), direttore generale Luca Pancalli. Poi, uno staff di prim'ordine. Gente preparata e perbene. Costi ridotti, circa 15-20 milioni. Pieno appoggio del Governo e, ovviamente, del Comune. Ma quanto costerebbe organizzare un'Olimpiade se dovesse arrivare il sì del Cio? Il progetto 2020, poi bocciato da Mario Monti, prevedeva una spesa intorno ai 10 miliardi di euro. Soldi in parte pubblici e in parte privati, poi ci sono anche quelli (circa 2 miliardi di dollari) che arriverebbero dal Cio. Sochi ha speso 50 miliardi di dollari per i Giochi olimpici invernali, una follia che il Comitato olimpico in futuro non permetterà mai più.

    Intanto è stato il membro Cio, Franco Carraro, a presentare la procedura per la composizione del programma olimpico, seguita dall'approvazione all'unanimità della raccomandazione numero 9: circa 10.500 atleti, 5000 coach e 310 eventi per le Olimpiadi estive. Per i Giochi invernali, 2900 atleti, 2000 coach e 100 eventi. "L'idea è ridurre le dimensioni, i costi e le difficoltà organizzative", dice Carraro. "Abbiamo avuto 302 eventi a Londra, nel 2009 si era deciso di non andare oltre la soglia" indicativa "dei 300, più o meno. C'è stato un aumento degli atleti partecipanti fino ad Atlanta 1996, poi c'è stata una sostanziale stabilizzazione. Se non fissiamo un limite, si rischia di avere 1000-2000 atleti in più". Il Cio punta anche ad offrire Giochi sempre più rosa, come dimostra il sì alla raccomandazione numero 11: il Comitato olimpico si impegna a collaborare con le federazioni internazionali per arrivare al 50% di partecipazione femminile. Il Cio, inoltre, incoraggia il varo di eventi misti.

    Al momento non esiste un progetto per Roma 2024, ma molto di quello che avevano previsto Petrucci-Pagnozzi verrà cambiato, anche perché cambiano le regole d'ingaggio del Cio. Di sicuro, comunque il Villaggio Olimpico e tante opere resteranno appannaggio della città. Di sicuro, garantisce Malagò, tutto verrà fatto nella massima trasparenza.

    "Si apre una nuova era. Di fatto c'è' una elasticità nella candidatura che fino a un anno e mezzo fa era impensabile. Bach ha tenuto fede al suo programma, anzi ha giocato d'anticipo e ora si apre una nuova era per il movimento olimpico": così il presidente del Coni Giovanni Malagò. "L'allargamento del territorio assume dei confini che nessuno sa ancora definire. Di fatto non viene impedito nulla ma nemmeno viene autorizzato tutto. E questo può far sì che il numero delle città candidate aumenti". Malagò nel pomeriggio ha aggiunto: "Ho sentito Renzi, e lo risentirò ancora stasera. Mi ha chiesto come andavano le cose e se quelle che erano le aspettative della vigilia sono state rispettate. Gli ho detto assolutamente sì, forse anche qualcosa di meglio ed il premier era molto contento".

    Sarà (sarebbe) un'Olimpiade low cost, ecosostenibile e che dovrebbe interessare molte città italiane (la vela a Napoli, le prime fasi di basket, volley, rugby a 7 e calcio a Torino, Firenze, Milano, Bologna eccetera). Insomma, più Italia 2024 che Roma 2024. Questo dovrebbe convincere anche l'opposizione che magari è ancora scettica (vedi Matteo Salvini della Lega) della bontà dell'operazione, dei supi benefici, del lavoro che darebbe a centinaia di giovani per molti anni. Matteo Renzi vuole annunciare il "sogno" olimpico già lunedì prossimo, 15 dicembre, al Coni: una scelta politica, la sua. Sicuramente una scelta coraggiosa, ora che Roma è travolta dallo tsunami (vedi Spy Calcio del 6 dicembre). Forse Renzi poteva aspettare tempi migliori, meno agitati da scandali e sospetti, ma rinunciare no, sarebbe stato assurdo. Allora bisognerebbe rinunciare a tutto, a costruire opere pubbliche, a rendere migliore una città ridotta adesso in pessime condizioni. L'importante è che ci siano finalmente sistemi di controllo più efficaci per tenere alla larga i banditi. Per fortuna, la scelta del Cio sarà presa solo nell'estate del 2017: allora (si spera) Roma sarà diversa da adesso, ripulita dai delinquenti e più vivibile per i suoi abitanti. Allora sì che potrà competere con le rivali. Ma quali saranno? Sicuramente una città Usa da scegliere fra Los Angeles (favorita), Boston, San Francisco e Washington. Una sudafricana (Johannesburg o Durban) ma per l'Africa è troppo presto, dovrà puntare al 2028. Doha, visto che il Qatar vuole tutto (ma non sempre i soldi bastano). Berlino o Amburgo (Germania). Baku (Azerbajan) che il prossimo anno organizza i Giochi Europei, prima edizione. Forse Istanbul (Turchia). E Parigi? Il presidente Hollande è a favore. Il sindaco, la signora Anne Hidalgo, frena. Nel 2025, dopo i Giochi estivi, c'è l'Expo, e lì potrebbe puntare la Francia. Roma ha le carte in regola per essere una rivale seria. In tre anni, comunque, tante cose succederanno. Il Coni è garanzia di impegno e serietà (certo, se Malagò mettesse anche mano al doping...).
     
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    Mah, a me non dispiace come idea in generale, poi ovviamente va visto come si organizzano: dovrebbero puntare su città vicine fra loro, per non dover far viaggiare troppo gli atleti, e non far perdere loro l'atmosfera del villaggio olimpico tutti insieme che mi pare sia sempre gradita.

    Sono a favore del riutilizzo di strutture già esistenti, soprattutto vedendo che molte di quelle costruite per grandi eventi passati (Torino 2006 e Italia 90) non sono poi state più utilizzate, o lo sono state per poco e vanno in rovina.
    Preferisco di gran lunga che si riadattino/recuperino quelle che ci sono, piuttosto che ulteriore verde venga distrutto per nuovo cemento da usare mezza volta.

    Il problema del'Italia però è sempre il solito: i mangioni!
    Avoglia di fare tanti discorsi ottimistici che da qui a 3 anni i banditi saranno epurati da Roma :rolleyes: ma mica sono solo lì.
    Il MOSE a Venezia, l'America's Cup a Napoli, l'EXPO a Milano... Ogni giorno esce fuori un "nuovo" scandalo di tangenti e corruzioni e imbrogli, e non c'è distinzione di bandiera fra i coinvolti: chi ci spera o crede che per i lavori olimpici non ci sarà più di qualcuno che se ne approfitta largamente?!
     
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    dovrebbero puntare su città vicine fra loro, per non dover far viaggiare troppo gli atleti, e non far perdere loro l'atmosfera del villaggio olimpico tutti insieme che mi pare sia sempre gradita.

    E' proprio questo che temo io. Sarebbe la cosa più brutta.

    L'utilizzare strutture già esistenti... a perchè, non si poteva fare? O.o Cioè se sono in buone condizioni perchè non vanno bene?
     
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    Abbiamo troppi problemi da risolvere in Italia prima di poterci dedicare ad ospitare i Giochi, in qualunque formato siano...
    Cerchiamo di fare le cose con un po' di testa..
     
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    In realtà le Olimpiadi sono sempre un rilancio per l'economia, creano posti di lavoro e portano soldi (turismo) alla nazione che li ospita... ma bisogna giocarseli bene.

    Il punto è che in Italia gli appalti per la costruzione degli impianti se li beccano sempre questi semi-delinquenti con un sistema o parentale o clientelare, per cui o sei fratello-nipote dei membri della commissione di assegnazione (o di qualche politico importante)... oppure una parte dei soldi pagata dallo stato finisce in mano a intermediari di vario genere... come succede per i fondi stanziati dall'Unione Europea, in pratica.

    Il punto non è l'investimento... ma dove finirebbero i soldi di quest'ultimo, in mano a chi, e che non sarebbe realizzato un prodotto finito del valore della cifra investita. Fra investitore e muratore che ti tira su il muro dello stadio, i soldi se li intascherebbero gli intermediari.
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    Figurarsi se la mafia non va a metterci lo zampino...
    e se non provano a metterci calcestruzzo scadente.

    E' là che bisogna ripulire (nella catena burocratica di assegnazione e controllo) prima di organizzare l'evento. Oltre agli altri scandali che seguirebbero come per l'expo di Milano di soldi sprecati e cose organizzate con i piedi.
     
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    Sì ma gli italiani non sono capaci a fare ste cose...per i motivi che hai elencato tu.

    Non sono sicura poi che portino ricchezza, o forse non viene distribuita a dovere... la contraddizione si è vista in Brasile con i Mondiali di calcio: stadi ultra moderni VS gente nelle favelas.
     
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    Stessa cosa in Cina allora.
    Ma sono paesi in una fase diversa della loro storia. Inoltre il decidere di fare un evento così grande vuole essere un'occasione di espansione per l'economia. Lo stato può investire capitali ma non fare l'elemosina a chi vive in condizioni di povertà estrema, non hanno un welfare adeguato là.
    Le Olimpiadi e i grandi eventi sono una grande occasione per questi paesi, che poi non si curino delle persone in pessime condizioni di vita anche dopo aver incassato guadagni e benefici dell'evento organizzato, questo sì che è da biasimare.
    Il punto è che se fai un evento vieni sostenuto dagli sponsor e dal CIO, se invece aiuti i poveri e i deboli del tuo paese nessuno ti da i fondi per farlo... a meno che non ci siano terremoti ed epidemie allora qualcosa si mobilita.

    L'occasione di arricchirsi e migliorare grazie agli eventi sportivi organizzati quindi c'è. Che poi vengano impiegati male i fondi e un'altra storia.
    Il caso italiano non è tanto avere già un debito pubblico esorbitante, secondo me. Con una gestione accorta i fondi si rimediano sia dagli sponsor sia dal CIO, ma è la catena in mezzo ad essere troppo costosa (e schifosa).

    Ovvio che poi chi si arricchisce di più è il commerciante che vende panini a 10 euro sul viale principale di Roma.
    Tuttavia anche creare migliaia di posti lavoro agevola i disoccupati a trovare lavoro.
     
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6 replies since 9/12/2014, 11:09   117 views
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