Le "Bambole Russe" hanno trasformato il pattinaggio. A che costo?

Articolo del The Guardian del 26 Marzo 2020

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    15,275
    Reputation
    +561
    Location
    Milano

    Status
    Anonymous
    Lasciando perdere il titolo assolutamente di cattivo gusto (parliamo sempre di atlete, il denominarle bambole è altamente dispregiativo nei confronti di ragazze per lo più ancora minorenni, come se fossero figurine da copertina), ho trovato fosse particolare il fatto che un tabloid, che potrebbe benissimo leggere qualsiasi normale persona che di pattinaggio non capisce niente (boh tipo il mio vicino di casa lol), si sia interessato al fenomeno e al fatto che trovi tutto ciò interessante da condividere con il pubblico, considerato come sia sempre stato visto un sport d'elite. Ci sono vari punti che trovo altamente penosi e spero siano punto di discussione. Ad ogni modo dare la colpa alle atlete stesse è diseducativo e non pone la soluzione al problema. Lascio l'originare in spoiler.

    Articolo di The Guardian


    Le "Bambole Russe" hanno trasformato il pattinaggio. A che costo?

    Gli esperti dicono come la Troika russa di adolescenti, Kostornaia, Shcherbakova e Trusova, hanno trasformato il pattinaggio di figura in gare di salti, normalizzando in realtà una tendenza preoccupante che si sta promuovendo.


    La facciata è sempre stata il punto principale per il pattinaggio di figura. La cultura dello sport impone che gli atleti debbano sorridere attraverso il dolore e gli errori. Nell'area del kiss&cry - dove i pattinatori aspettano i loro punteggi - raramente ci sono spettacoli drammatici. Anche quando il punteggio di una performance è ingiustamente giudicata dai giudici, i pattinatori mandano baci alla telecamera e salutano la folla. Per quanto irritati possano essere, non lo riveleranno mai, preferendo, invece, soffrire in silenzio. E' il loro ambiente che li costringe a nascondere le loro vere emozioni.

    "Quando vivi nella bolla, è un circolo vizioso", afferma Kiira Korpi, due volte olimpionica per la Finlandia, ora studentessa di psicologia alla New School di Manhattan e attivista per i diritti dei minori. "Non ti rendi nemmeno conto di quanto siano malsane o tossiche alcune delle norme culturali."

    La scorsa settimana avrebbero dovuto svolgersi i campionati del mondo a Montreal, cancellati a causa della pandemia da COVID-19. Senza volerlo, potrebbe aver spostato in avanti il processo di cambiamento del panorama del pattinaggio artistico femminile.

    A meno non fosse accaduto un miracolo, avremmo visto tre adolescenti russe battersi per il podio: Alena Kostornaia, 16 anni, e una coppia di quindicenni, Anna Shcherbakova e Alexandra Trusova. Il trio ha rivoluzionato il pattinaggio artistico. Debuttanti senior quest'anno, hanno già fatto la loro scena nella disciplina, assicurandosi una moltitudine di titoli. Nella finale del Gran Prix dello scorso dicembre, Kostornaia ha reclamato l'oro, mentre Shcherbakova e Trusova hanno completato il podio. Hanno ripetuto lo stesso ai campionati europei il mese seguente; le loro avversarie sono rimaste in shock dal loro dominio.

    Cosa le rende così brave? Grazie ai loro notevoli salti, massimizzano nel punteggio tecnico. Trusova e Shcherbakova sono riuscite entrambe a padroneggiare il Santo Graal del pattinaggio: il Quaduplo, un elemento difficilissimo - e fino a poco tempo fa un'impresa inaudita per il settore femminile, che consiste in quattro rotazioni piene in aria.

    Tuttavia, ci sono anche delle preoccupazioni. In primo luogo, piuttosto che una gara di pattinaggio femminile, non siamo ora di fronte a una gara di soli salti nel settore? In secondo luogo, e soprattutto, qual è il costo del successo - fisico, emotivo e psicologico - per tutti queste bambine ancora acerbe e in via di sviluppo?

    "L'aspetto peggiore di tutto ciò è che nella maggior parte del tuo tempo, nel pattinaggio e ginnastica e forse altri sport, cresci in una cultura che è molto autoritaria," Korpi dice. "Cresci credendo che se ti fai male è perché sei debole. O se il tuo corpo non ce la fa più o il tuo stato psicologico decade è perché sei debole. Ma perché il corpo di un adolescente dovrebbe decadere / rompersi?"

    "Ovviamente l'atleta ha delle responsabilità, ma non viene mai messo in dubbio se ci sia qualcosa che non vada nell'allenamento stesso. Sono le atlete sotto troppo allenamento / lavoro? Ho sentito da diversi medici di aver visitato atleti di circa 12 anni in America, Finlandia e Svezia - e sono sicura che in Russia ciò accada ancora prima - i quali riportavano fratture da stress e infortuni che non dovrebbero accadere a quell'età. Indica il fatto che siano stati sottoposti a troppo allenamento. E come riescono a superare ciò a quest'età così giovane?"

    Tutti e tre le atlete russe vantano la stessa allenatice: Eteri Tutberidze, la quale è riuscita a costruire una certa stabilità di talenti nel campo femminile. Lei è una figura particolare (divisive; che causa anche critiche), anche se non si sa molto di lei - insolito per la comunità di pattinaggio che può confinare con l'incestuoso (? non ho capito il senso di questa frase e spero tratti solo in maniera gossippara). Il suo nome si è fatto conoscere nel 2014, quando allenava una ragazza di 15 anni vestita di rosso, Yulia Lipnistkaya, la quale fece un incantesimo a Sochi e fu cruciale per la vincita della Russia nel team event. Divenne una star. Il mese seguente fu vicecampionessa ai campionati mondiali, ma fu rapidamente scartata dal team nazionale quando il suo corpo cominciò a svilupparsi. Alla fine del 2016, aveva già chiuso con lo sport. Delusa e provata, l'anno seguente rivelò della sua lunga battaglia contro l'anoressia. "Non sono più attratta dal ghiaccio", disse dannandosi.

    A quel tempo, la Tutberidze si era già lasciata quella storia alle spalle e stava guidando un altro prodigio, Evgenia Medvedeva, vincitrice di titoli europei e mondiali consecutivi. Tuttavia, alle olimpiadi del 2018, la Medvedeva venne sconfitta per l'oro dalla sua compagna di allenamento, Alina Zagitova, quindicenne, tre anni più giovane di lei. La Tutberidze aveva quindi una nuova preferita e in pochi mesi, la Medvedeva fece una mossa sorprendente e senza precedenti, lasciando la Russia completamente e decidendo di spostarsi in Canada. "Mi sento più adulta qui," disse in seguito lo stesso anno.

    E poi c'è Zagitova, la campionessa olimpica e mondiale in carica. Ancora solo diciassettenne, ha annunciato a dicembre di volersi prendere una pausa dal pattinaggio per un periodo indefinito. Il mese precedente, aveva ammesso di avere difficoltà a tenere il passo con le concorrenti più giovani, che si allenano al suo fianco a Mosca. Ciò che è più preoccupante è il fatto di aver parlato di come fosse irrealistico per lei tentare qualsiasi quadruplo se non fosse diventata più esile.

    "I quadupli sono troppo pericolosi per me al momento," ha detto. "Ho bisogno di prepararmi sia fisicamente che mentalmente per poterli eseguire. Dovrò anche perdere un po' di peso, qualcosa come 3 kg, per ridurre il rischio di lesioni."

    E questa è solo una parte del dibattito che circonda il fenomeno dei salti nel pattinaggio femminile e l'ascesa delle cosiddette bambole russe: il corpo femminile.

    La pubertà può cambiare drasticamente le prestazioni di un pattinatore. Crescono in altezza e il peso aumenta. E' prevedibile. E ancora più critico, è naturale. Ma in alcuni ambiti del pattinaggio è visto come uno sviluppo indesiderato e dannoso per alcune abilità, come i salti quadrupli. Cambiamenti fisici significano anche modifica (in peggioramento) della tecnica. E a volte, alcuni allenatori non hanno nè l'interesse nè la pazienza di affrontare ciò. Troveranno semplicemente un pattinatore più giovane da rimodellare invece. Qualcuno che è ancora in fase pre-puberale e pesa meno. Quindi, è davvero possibile che i pattinatori sull'orlo dell'adolescenza abbiano paura al sospetto raggiungimento della pubertà. E in una società dove l'immagine del corpo e la messaggistica che lo circonda è un argomento scottante, sembra che il pattinaggio si sia allineato con questo modello profondamente inquietante.

    "È pericoloso," dice la Korpi. "Non mi è mai stato insegnato nulla sugli effetti negativi che l'arrivo delle mestruazioni potessero avere in me. L'aspettativa era che era una buona cosa. Nessuno parlava dei sintomi che il ciclo può creare, i problemi psicologici, le fratture da stress che possono succedere a causa del fatto che non si ha abbastanza energia e perchè le funzioni ormonali non funzionano come prima. Quindi dobbiamo denunciare la comunità, la quale manda questi messaggi malsani. Messaggi riguardanti il limitare il cibo e sempre perdere peso, non importa ciò che si deve limitare, ma devi limitare. Questo tipo di messaggi sono preoccupanti.

    "Conosco molti atleti che sono emotivamente e fisicamente distrutti, perché al sistema non importa quanto ci si può smarrire e perdere finché ci sono alcuni che lo fanno. Ma ciò che è preoccupante è che, coloro che lo fanno, sono nella scena solo per pochi anni e poi sono troppo distrutti: sono troppo vecchi o non riescono più a sostenere la loro carriera."

    La Korpi è particolarmente interessata riguardo ai diritti e agli abusi sui bambini, e vede questi ultimi comportamenti come luoghi comuni all'interno dei circoli di pattinaggio.

    "Ci possono essere gravi abusi emotivi nell'allenamento e da parte degli allenatori," dice Korpi. "Forse il pattinaggio è particolarmente vulnerabile agli abusi sui minori a causa del modo in cui lo sport si è sviluppato e del modo in cui apprezziamo questi salti folli, soprattutto di come sia più facile farlo quando non si ha ancora un corpo adulto. Più diventano robotici la mente ed il corpo, meglio è. L'allenatore è colui che detiene la chiave per il successo. Ma se il loro allenatore è emotivamente abusivo, ciò può avere conseguenze molto drastiche, paragonabile agli abusi tra bambini e genitori."

    Alcuni dicono che è una reazione eccessiva. Che il pattinaggio ha sempre prodotto talenti giovani ed eccezionali. E vale la pena ricordare che allenatori come la Tutberidze lavorano nei dei limiti di età imposti dal regolamento ISU. In definitiva, il suo lavoro è quello di creare campioni e lei potrebbe certamente sostenere che tutto il resto - nonostante le implicazioni morali - non è una preoccupazione dell'allenatore stesso.

    "Il pattinaggio ha sempre avuto le proprie "stelle bambine" - Tara Lipinski, Michelle Kwan, Sarah Hughes - ma non sono state costrette a lasciare lo sport perché non riuscivano a tenere il passo con le esigenze tecniche del tempo," Korpi dice.

    A causa del rinvio dei campionati mondiali, il trio di adolescenti russe potrebbe non competere di nuovo fino alla fine dell'anno. A quel punto, i loro corpi potrebbero essere già cambiati drammaticamente e la Tutberidze potrebbe essere passata al suo prossimo progetto.

    "Non credo che la fabbrica di ragazzini-atleti di Eteri sia il problema più grande nel pattinaggio", dice la Korpi. "Il problema è la cultura malata che è stata creata nella disciplina stessa. La fabbrica di Eteri è solo un sintomo di questa direzione di cultura disumana che il nostro sport sta prendendo. Lei non è la causa. Ci sono molti altri allenatori che lavorano in modo uguale a lei e molte federazioni che sostengono questo tipo di allenamento.

    Quindi, sembra che la disciplina del pattinaggio a questo punto abbia una decisione da prendere: tenere la facciata creatisi o iniziare a porsi alcune domande difficili.

    "Per molte persone, il pattinaggio non è più interessante", dice la Korpi. "Alla gente manca guardare pattinare donne emotivamente mature invece di ragazze giovanissime. È quasi - e lo stesso vale per me - difficile guardare alcune di queste stelle bambine molto, molto giovani. Perché non puoi fare a meno di pensare a cosa c'è dietro quel tipo di performance e successo."



    Critics say Russia’s teenage troika of Kostornaia, Shcherbakova and Trusova have have turned figure skating into a jumping competition, normalizing an alarming trend in the process

    Facade has always been central to figure skating. The sport’s culture dictates that athletes should smile through pain and errors. In the ‘kiss and cry’ area - where skaters wait for their scores – there are rarely dramatic displays. Even when a performance is unfairly marked by the judges, skaters will blow kisses to the camera and wave to the crowd. However peeved they may be, they’ll never reveal it, preferring instead to suffer in silence. Burying true feelings just goes with the territory.

    “It’s a vicious cycle when you live inside the bubble,” says Kiira Korpi, a two-time Olympian for Finland who is now a psychology student at the New School in Manhattan and a children’s rights activist. “You don’t even realise how unhealthy or toxic some of the cultural norms are.”

    Last week should have seen the world championships take place in Montreal, but the Covid-19 pandemic put paid to that. Unintentionally, it may have shifted the landscape of women’s figure skating in the process.

    Barring a minor miracle, three Russian teenagers would have battled it out for the podium places: 16-year-old Alena Kostornaia and a pair of 15-year-olds, Anna Shcherbakova and Alexandra Trusova. The trio have revolutionized figure skating. They only made their senior debuts last year but blitzed through the sport, ensuring a multitude of headlines. In the Grand Prix final last December, Kostornaia claimed gold while Shcherbakova and Trusova rounded out the medals. They repeated the trick at the European championships the following month; their opponents left dumbstruck by their dominance.

    What makes them so good? Well, owing to their remarkable jumps, they maximize the technical points on offer. Trusova and Shcherbakova have both mastered skating’s holy grail: the quad, an exhaustive element – and up until recently an unheard-of feat for ladies, which is four full rotations in the air.

    However, there are concerns. First, rather than a skating competition for women, are we now dealing with a jumping competition for girls? Second, and much more importantly, what’s the cost of success – physically, emotionally and psychologically – for this collection of raw, developing children?

    “The worst aspect to this is that most of the time, in skating and gymnastics and maybe other sports, you grow up in a culture that’s very authoritarian,” Korpi says. “You grow up to believe if you get injured it’s because you’re weak. Or if your body or psychological state fails it’s because you are weak. But why does the body of a teenager break?

    “Obviously, the athlete has responsibility but we never really question if there’s something wrong with the coaching. Has there been a lot of over-training? I hear from doctors about 12-year-olds in America, Finland and Sweden – and I’m sure in Russia it starts even earlier – coming to clinics with stress fractures and things which shouldn’t happen at that age. It points to the fact the training has been too much. And how do they deal with that when they’re so young?”

    All three Russian teenagers boast the same coach: Eteri Tutberidze, who has built a stable of female talent. She is a divisive figure, though not much is known about her – unusual for a skating community that can border on the incestuous. She made her name as a coach in 2014 when a 15-year-old girl in a red dress named Yulia Lipnitskaya cast a spell in Sochi and was crucial to Russia winning gold in the team event. She became a star. The following month, she finished second at the world championships but was quickly discarded as her body began to develop. By the end of 2016, she was done with the sport altogether. Drained and disillusioned, the following year she revealed a long-running battle with anorexia. “I’m no longer drawn to the ice,” she said, damningly.

    By that stage, Tutberidze had moved on and guided another prodigy, Evgenia Medvedeva, to back-to-back European and world titles. But at the 2018 Olympics, Medvedeva was pipped to first place by her training mate, 15-year-old Alina Zagitova, three years her junior. Tutberidze had a new favorite and within months, Medvedeva made a startling and unprecedented move. She left Russia altogether, deciding to continue her skating career in Canada. “I feel more adult here,” Medvedeva said later in 2018.

    And then there’s Zagitova, the reigning Olympic and world champion. Still just 17, she announced in December that she was taking a break from skating for an indefinite period. The previous month, she had admitted finding it difficult to keep up with younger competitors, who she still trained alongside in Moscow. Most worryingly of all, she described how even attempting a quad jump was unrealistic for her until she got slimmer.

    “Quads are too dangerous for me for the time being,” she said. “I will need to prepare for them physically and mentally. I will also need to lose some weight, something like 3kg, to decrease the risk of injuries.”

    And this is a cornerstone of the debate surrounding the jumping phenomenon in women’s skating and the rise of the so-called Russian Dolls: the female body.

    Puberty can vastly change how a skater performs. They grow taller, and heavier. It’s expected. Most critically of all, it’s natural. But in some skating quarters it’s seen as an unwanted development and detrimental to skills such as the quad jump. Physical changes mean tweaking of techniques. And sometimes, coaches don’t have the interest or patience. They’ll merely find a younger skater to shape instead. Somebody who is prepubescent and weighs less. So, it’s a genuine possibility that skaters on the edge of adolescence are buying into a fear and suspicion of puberty. And in a society where body image and the messaging surrounding it is such a hot topic, it seems skating has aligned itself with a deeply unsettling pattern.

    “It’s dangerous,” Korpi says. “I was never educated on the effects of not getting your period. The expectation was that it was a good thing. Nobody was talking about the symptoms it can create, the psychological problems, the stress fractures that can happen due to the fact you don’t get enough energy and your hormonal function not working. So we need to call out the community for sending these unhealthy messages. This notion you should always restrict your food and always lose weight and no matter what you must restrict, restrict. That kind of messaging is so concerning.

    “I know many athletes who are emotionally and physically broken because the system doesn’t care how much goes to waste as long as there are a few who make it. But what’s worrying is that those who make it are only there for a few years and then they’re broken too: they’re ‘too old’ or can’t sustain their careers.”

    Korpi has a particular academic interest in the abuse of children and sees such behaviour as commonplace within skating circles.

    “There can be serious emotional abuse in training and coaching,” Korpi says. “Maybe skating is specifically vulnerable to child abuse because of the way the sport has developed and the way we value those crazy jumps and how it’s easier to do them when you don’t have an adult body yet. So the more robotic you can treat your mind and body the better. The coach is the one that holds the key to success. But if their coaching is emotionally abusive it can have very drastic consequences and has been compared a lot to the abuse between children and parents.”

    Some say it’s an overreaction. That skating has always produced exceptional, young talent. And it’s worth mentioning that coaches such as Tutberidze are working within the ISU’s age-limit rules. Ultimately, her job is to develop champions and she would certainly argue that everything else – regardless of the moral implications – is not a coach’s concern.

    “Skating has had child stars – Tara Lipinski, Michelle Kwan, Sarah Hughes – but they weren’t pushed out of the sport because they couldn’t keep up with the technical demands,” Korpi says.

    Because of the postponed world championships, the trio of Russian teenagers may not compete again competitively until the end of the year. By that stage, their bodies may have changed dramatically and Tutberidze may have moved on to her next project.

    “I don’t think Eteri’s child factory is the biggest problem in skating,” Korpi says. “The problem is the sick culture that’s been created. Eteri’s factory is a symptom of this inhumane direction and culture our sport is taking. She’s not the cause. There are many other coaches who work in a similar manner to her and many federations that support this kind of coaching.”

    So, it seems like skating has a decision to make: keep the facade in place or start to ask itself some tough questions.

    “For many people, it’s not interesting anymore,” says Korpi. “People miss watching emotionally mature women skate instead of girls. It’s almost – and I feel this too – difficult to watch some of these very, very young child stars. Because you can’t help and think of what’s behind that kind of performance and success.”


    ELBkMk5X0AA3WozEteri+Tutberidze+Figure+Skating+Winter+Olympics+PIkG9B7rke_l





    Ad ogni modo, trovo l'articolo molto sessista. Il lavoro della Korpi, nel voler divulgare tali pratiche abusive nel mondo del pattinaggio competitivo è ammirevole, tuttavia, non riguarda solo il settore femminile, anche se altamente più preoccupante. Fino a qualche anno fa, per la categoria uomini, voler fare quadrupli, ora non più considerati insani, trasformava le competizioni in uno splat fest show. Tipo Sochi. Trovo che in ogni campo della disciplina tutto ciò sia malsano.
    Tuttavia, i fattori che concedono alle ragazze di poter fare i quadrupli rendono il panorama ancora peggiore, perciò il riflettore è puntato sul femminile. E non si tratta di un fenomeno solo russo.

    Edited by stereoworxxx - 28/3/2020, 13:58
     
    Top
    .
  2.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ice&RG fan
    Posts
    1,974
    Reputation
    +1,219

    Status
    Offline
    Tipico esempio di come NON si fa giornalismo.
    Si shakerano informazioni vere (che servono a dare credibilità) con altre che, pur avendo un fondo di verità, sono presentate in modo tendenzioso.
    Si aggiunge una buona dose di illazioni gratuite e maliziose, senza curarsi di chiarire al lettore quali siano i fatti accertati e quali le opinioni personali.
    Infine si spruzza sul tutto un nome celebre, che serve a dare autorevolezza. Le parole del quale, spesso, estrapolate dal loro contesto, finiscono per assumere un significato assai diverso rispetto alle intenzioni con cui erano state pronunciate.
    Et voilà. Il cocktail è servito.🍹

    Chiamiamolo "Disinformazione Sling"
     
    Top
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    29,501
    Reputation
    +3,405
    Location
    dall'Aluna

    Status
    Offline
    Ma diamine... nessuno parla mai della tecnica sbagliata e di salti pre-ruotati?
    Qualcosa di sbagliato a livello di tecnica e non solo di spettacolo / psicologia.

    Capisco che qui ci sia un accento sulla questione salute/morale, ma c'è qualcuno che voglia riconoscere le differenze ALMENO fra Kostornaia e Trusova, e perché la prima sia meritevole dei vertici e l'altra semplicemente spinta in alto dalla giuria?

    Comunque.
    E' da tempo che la Korpi si è fatta portavoce del problema "adolescenti-abusati" nel pattinaggio.
    Trovo giustissimo ciò che dice.

    Tuttavia, ricordiamoci sempre che la SAMBO non avrebbe tutto questo successo se l'ISU applicasse i regolamenti come faceva nel 2012.
    Era l'anno in cui cominciava a fiorire la Tuktamisheva, e lei poteva fare tutti i miracoli del mondo, ma i suoi components non erano affatto uguali a quelli di Carolina Kostner o Alissa Cizsny. Risultato: doveva saltare in modo perfetto per sperare nel podio, con una caduta perdeva posizioni. La forza di Tuktamisheva era il salto, il resto doveva ancora svilupparlo.
    Ora, se sei una bimba russa che salta (a confronto con la concorrenza) come la Tuktamisheva di allora, hai un mucchio di components che ti mettono al primo posto. Puoi permetterti di cadere anche due volte.

    Non esiste più la "gavetta" (che non è nemmeno giusto chiamarla così, era semplicemente un tempo necessario perché il pattinatore migliorasse la pattinata da junior a senior e imparasse a presentarsi in modo fluido anziché meccanico). Non esiste più il pattinaggio pattinato bene in cui ogni movimento è curato.

    E non è soltanto una questione di pubblico che si annoia nel vedere performance poco interpretative e non riesce ad affezionarsi alle atlete... sono i loro movimenti rigidi ed i loro arti sottili e meccanici a non essere belli da vedere (e sbagliati secondo la tecnica del manuale).
    Il pubblico di instagram potrà anche esaltarsi per i quadruplini, d'altra parte c'è tutta una fetta di pubblico che ha smesso di seguire per i motivi sopra descritti, tra cui la poca credibilità dei risultati.

    E secondo me non è una questione interpretativa, di simpatia o emozione (sì, anche).
    Manca proprio la base della pattinata, la tecnica di salto e di scivolamento.
    Belle trottoline e salti quadrupli.
    Ma il resto non c'è. E' come una gara di tuffi... con la differenza che i tuffi sono giudicati per la loro riuscita e non per il tentativo in sè.

    Ma all'ISU ormai piacciono i salti quadrupli atterrati in piedi, a prescindere dal modo in cui sono eseguiti.
    E' questo che ha creato il sistema criticato dalla Korpi.
    Mi chiedo se proprio non ci pensi, oppure se non voglia muovere una critica diretta ai punteggi iper-gonfiati delle atlete della sambo e alla loro tecnica di salto scadente (eccezion fatta per Kostornaia, che si salva, ed è l'unica con un corpo già sviluppato delle tre).
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    15,275
    Reputation
    +561
    Location
    Milano

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Tran-Ky-Ky @ 28/3/2020, 13:53) 
    Infine si spruzza sul tutto un nome celebre, che serve a dare autorevolezza. Le parole del quale, spesso, estrapolate dal loro contesto, finiscono per assumere un significato assai diverso rispetto alle intenzioni con cui erano state pronunciate.

    Purtroppo non credo affatto che le parole della Korpi siano state revisionate in fase di scrittura giornalistica. Non è la prima volta che parla di tali problematiche menzionando Tutberidze e Russia. Ha condiviso l'articolo in ogni suo social.
    Alcuni termini da lei utilizzati sono offensivi a mio parere e dovrebbe assumersene la responsabilità. Per quanto, ripeto, il lavoro sia lodevole, e sappiamo benissimo come funziona in Russia, lei stessa non ha diretta esperienza con la scuola Sambo o Eteri stessa.
    Non voglio difendere assolutamente il metodo di allenamento Tutberidze o la Tutberidze stessa ma non si possono rilasciare interviste per "sentito dire" in modo da promuovere un problema che a lei sta a cuore. Ma lo fa perchè è l'unico modo di attirare il lettore medio nel campo emozionale. Anche la Liu fa i quadrupli ma mica è russa.
    Il problema alla base è che allo stesso modo si dovrebbe denunciare la disciplina in toto, non solo nei metodi di allenamento ma anche nei bonus bandiera / federazioni o nei giudici corrotti, etc. Però nessuno, o pochi, lo fanno.

    Non sono i quadrupli in sè il problema ma:
    1) il sistema che promuove la loro esecuzione;
    2) come vengono insegnati.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    29,501
    Reputation
    +3,405
    Location
    dall'Aluna

    Status
    Offline
    Non credo che Kiira lasci la Liu fuori dal discorso. Parlava di medici che hanno visitato atleti in tutto il mondo.
    Secondo me non nomina la Liu perché non è ancora conosciuta dal pubblico (come invece lo sono le atlete di Eteri). Perderebbe spazio a spiegare chi è la Liu, oppure il lettore medio si chiederebbe "e chi è sta Liu? Mai vista ad una gara". Invece utilizza l'esempio che tutti possono capire: le russe che sono sotto gli occhi di tutti.

    E comunque Kiira ha SEMPRE denunciato il fenomeno in toto, non ha mai parlato solo di Russia/Sambo...
    sul suo profilo facebook pubblicava articoli in cui diceva che lo stesso sistema FINLANDESE metteva in atto dinamiche psicologiche pericolose per gli atleti più giovani, con un rapporto sbilanciato a favore del coach che si trova in una posizione dominante e talvolta ne abusa. Raccontava appunto delle proprie esperienze in Finlandia, di come desidera che cambi questo sistema nel suo paese e in tutto il mondo.

    Lei fa l'esempio di Eteri ed è là che si dilunga il giornalista.
    Ma Kiira sta criticando proprio tutto il sistema, vuol portare l'attenzione sui meccanismi psicologici del pattinaggio, non sulla Sambo. Poi, è inevitabile che parli anche di loro: sono l'esempio principale.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    15,275
    Reputation
    +561
    Location
    Milano

    Status
    Anonymous
    Il problema è che ad una lettura approssimativa dell'articolo ciò che rimane in testa ed in primo piano sono i metodi di allenamento deleteri russi, come se fossero il soggetto della denuncia, quando il fulcro del discorso risiede alla superficie della disciplina in sè.

    Mi dispiace per la Korpi che sicuramente in buona fede ha rilasciato un'intervista ma trova così il suo nome associato ad un termine dispregiativo del quale non si farebbe mai portavoce. L'articolo è veramente scritto con i piedi anche se la causa è giusta e sicuramente di interesse per tutti.
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    29,501
    Reputation
    +3,405
    Location
    dall'Aluna

    Status
    Offline
    In parte è vero, ma io non mi sento di biasimare Kiira... almeno lei ne parla e si adopera come può, gli altri tacciono.

    Io le atlete russe ho già definite "ragazze immagine" perché non sono campionesse vere, ma elette come rappresentanti per sponsorizzare il nuovo ISU.

    Concordo che bambola è un termine spregiativo e andrebbe tolto subito. Però credo di condividere il concetto di fondo, non il linguaggio.
     
    Top
    .
  8.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ice&RG fan
    Posts
    1,974
    Reputation
    +1,219

    Status
    Offline
    Concordo con quello che dite.
    Solo un'osservazione. Leggendo l'articolo, non ho avuto l'impressione che si tratti di un'intervista alla Korpi. Non ci sono domande e risposte, ma semplicemente vengono riportate alcune sue dichiarazion virgolettate. Dove sono state prese, non è dato sapere. Rispondendo a quale domande o in che contesto, idem.
    Non sappiamo, per esempio, se la Korpi ha risposto a una domanda precisa sul pattinaggio femminile russo. In questo caso ci sta che non abbia allargato il discorso ad altri paesi o a realtà diverse. Ma è un'ipotesi, appunto.
    In mezzo, fra un virgolettato e l'altro, c'è un accozzaglia di informazioni, in parte magari rispondenti al vero, ma esposte in modo molto superficiale e troppo generico. Esempio: non ci sta proprio accomunare Kostonaia alle sue compagne di allenamento. Noi lo sappiamo, ma il lettore medio viene tratto in inganno.
    E ancora: "Gli esperti dicono che..." Chi? Quali esperti? È un pensiero da attribuire alla Korpi o ad altri? Nomi, please!
    Ribadisco. Questo è tutto tranne giornalismo corretto. E non è il modo di esporre, o affrontare, un problema che sappiamo esistere.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    29,501
    Reputation
    +3,405
    Location
    dall'Aluna

    Status
    Offline
    Effettivamente Kiira ha detto quelle cose in tante occasioni diverse, più volte.
    L'articolo è superficiale e provocatorio.

    Dobbiamo chiederci però, se le federazioni risponderanno agli opinionisti moderati (non lo fanno mai) oppure cominceranno a riflettere soltanto quando verranno allarmati dal moltiplicarsi degli articoli-spazzatura.
    Che ne pensate?
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    15,275
    Reputation
    +561
    Location
    Milano

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Andrea Rika @ 28/3/2020, 17:15) 
    Dobbiamo chiederci però, se le federazioni risponderanno agli opinionisti moderati (non lo fanno mai) oppure cominceranno a riflettere soltanto quando verranno allarmati dal moltiplicarsi degli articoli-spazzatura.
    Che ne pensate?

    La Tarasova si è già scandalizzata, dicendo praticamente alla Korpi di farsi gli affari suoi, facendosi protettrice della madre patria Russia. Non è la campana migliore come esempio ma è proprio quello che intendevo far notare... come l'articolo si soffermi troppo solo sulle atlete russe-Sambo, facendo sì che il pubblico mal interpreti una denuncia di massa.
    Poi che gli articoli dei siti/giornali russi si siano posti sulla difensiva era ovvio accadesse. Ma si arriva al limite del superficiale, parlando di come la Korpi sia "solamente invidiosa" e sia stereotipando un fenomeno totale.

    Poi dipende dai punti di vista. Per molti parlarne, anche in questo modo, può essere considerato già un successo. In fondo, basta che se ne parli.
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    29,501
    Reputation
    +3,405
    Location
    dall'Aluna

    Status
    Offline
    AHHAHAHAH la Korpi, invidiosa.
    Non credo proprio, considerata la sua lunga e soddisfacente carriera con medaglie europee e al Grand Prix (e che è una donna bellissima, famosa nel suo paese e il pubblico la ricorda con affetto).
    Credo che fosse molto più serena lei delle campionesse russe di ora. Non credo invidi la condizione in cui si trovano, la ritengo superiore a tutto questo. Si è presa a cuore una causa e la porta avanti molto meglio di quanto possiamo fare noi sconosciuti.

    Il ragionamento
    critichi una cosa = sei invidioso
    è psicologia spicciola da mercatino delle pulci.

    Per me è
    critichi una cosa = vorresti che al suo posto ci fosse quella che a te piace
    ovvero atlete donne, sane, armoniose, tecnicamente solide.

    Non è un sentimento di invidia ma di giustizia.

    Per me Kiira fa bene a parlarne e continuare questa campagna di sensibilizzazione.
    Sul fatto che i giornalisti siano dei cani non ci piove e nessuno può farci niente.
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ice&RG fan
    Posts
    3,049
    Reputation
    +462

    Status
    Offline
    Sicuramente essendo appassionata e studiosa di psicologia avrà grande empatia verso queste giovanissime ragazze.
     
    Top
    .
  13.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    15,275
    Reputation
    +561
    Location
    Milano

    Status
    Anonymous
    Come sospettavamo. Giornalisti sciacalli che cercano di fare presa sul pubblico con titoli clickbait.
    7b94b91338507982

    Edited by stereoworxxx - 29/3/2020, 17:42
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ice&RG fan
    Posts
    896
    Reputation
    +287

    Status
    Offline
    Articolo bruttarello che non si capisce dove voglia parare.
    Trusova&co, brave, volenterose, capaci, intelligenti, ma... MA? Questo "ma" paraculo che vuole implicare chissà che cosa.

    Poi il parere imprescindibile dell'esperto per dare maggior credito alle proprie convinzioni, con la Korpi che non credo si sia dimenticata di Daleman e Gold, ma le cui parole sono (credo) ficcate forzatamente in un contesto russo.
    Per ultimo, mettiamoci dentro la Tutberidze, che fa sempre scena.

    CITAZIONE (stereoworxxx @ 28/3/2020, 18:23) 
    La Tarasova si è già scandalizzata, dicendo praticamente alla Korpi di farsi gli affari suoi, facendosi protettrice della madre patria Russia.

    Mi è permesso di dire che più la Tarasova apre bocca più la trovo ripugnante? Non è la prima volta che fa dichiarazioni imbarazzanti, e fintanto che è riconosciuta come un pilastro del pattinaggio internazionale, nessuno avrà il coraggio di rinfacciargli le bestialità che dice.

    CITAZIONE (Andrea Rika @ 28/3/2020, 18:34) 
    Il ragionamento
    critichi una cosa = sei invidioso
    è psicologia spicciola da mercatino delle pulci.

    La più classica delle fallacie logiche: non si riesce a smontare la critica, si attacca la persona che la fa.
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    29,501
    Reputation
    +3,405
    Location
    dall'Aluna

    Status
    Offline
    La Tarasova è stata una grande.

    Ma come tutti gli esseri umani (attori, cantanti, artisti, sportivi, scienziati, scrittori) con l'avanzare dell'età perde lustro e capacità analitica o voglia di confronto con gli altri, finendo per assumere posizioni estremiste e iper-critiche.
    Ci sarà sicuramente qualche anziano open-mind, ma io noto questa "chiusura" e isteria delle risposte soprattutto in persone sui 70 anni che un tempo sono state i punti di riferimento del loro settore e che hanno ottenuto all'epoca, fama mondiale o nazionale.

    Questo a prescindere dalla disciplina e dal fatto che dicano cose giuste o meno.
     
    Top
    .
45 replies since 28/3/2020, 12:42   2869 views
  Share  
.