Casi di abuso verso le ginnaste

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    Sono passati mesi e nessuna allenatrice è ancora stata sospesa...
     
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    In Spagna un'allenatrice è stata sospesa ----> qui






    Anche in Finlandia emerge un grosso caso in squadra nazionale: l'intervista è del 16.11.22 - Fonte

    L'ex capo allenatrice della nazionale finlandese è sospettata di anni di attività impropria - le ginnaste segnalano costanti diete e disturbi alimentari

    Il caso disciplinare che riguarda Laura Ahonen, a lungo capo allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica, è al vaglio dell'Associazione Ginnastica da quasi un anno. Le ginnaste intervistate da Yle Urheilu parlano di gravi problemi di salute.

    Laura Ahonen, che ha lavorato come capo allenatrice della squadra nazionale finlandese di ginnastica ritmica fino all'inizio del 2022 e la sua vice sono sospettate di aver agito in modo improprio nei confronti di giovani, anche minorenni, ginnaste della nazionale per diversi anni. Molte atlete affermano che le azioni delle allenatrici hanno causato loro seri problemi di salute.
    Ahonen ha allenato ai massimi livelli per decine di anni e lavora ancora come coaching manager presso il club Elise Gymnastics di Helsinki. Anche l'altra allenatrice assistente è coinvolta nell'attività di allenatrice di quel club.

    L'accademia sportiva della regione della capitale Urhea ha portato il caso riguardante la squadra nazionale di ginnastica ritmica al Centro finlandese di etica sportiva (Suek) nella primavera-inverno del 2021. L'indagine di Suek si è limitata alle atlete che hanno partecipato alle attività della squadra nazionale durante le ultime Olimpiadi, cioè dopo i Giochi Olimpici di Rio 2016. La squadra ha cercato un posto alle Olimpiadi di Tokyo, ma non l'ha raggiunto.
    Yle Urheilu ha letto la relazione fatta da Suek e l'annuncio dell'Associazione Ginnastica per procedimenti disciplinari. L'annuncio dimostra che, secondo l'Associazione Ginnastica, c'è motivo di sospettare Laura Ahonen e l'altra allenatrice di comportamenti gravi, contrari alle regole e inappropriati che durano da anni.

    Cinque ginnaste e molti dei loro genitori hanno detto a Yle Urheilu di aver vissuto il comportamento dell'allenatrice come opprimente in molti modi diversi. Le atlete hanno sofferto di problemi di salute durante e dopo la Nazionale. Le ginnaste non compaiono in questa storia con i loro nomi a causa della delicatezza del tema. Nessuna denuncia penale è stata depositata in merito.

    Maria Laakso, direttrice esecutiva dell'associazione di ginnastica, non commenta le informazioni di Yle Urheilu sul caso disciplinare, ma afferma che l'associazione sta affrontando le lamentele a loro riferite a livello generale: "tutti i casi che emergono in ginnastica sono gestiti attraverso il processo definito nel programma di responsabilità. Abbiamo gestito tutti i casi per i quali siamo stati contattati e adottato le misure necessarie", afferma.


    Le atlete della nazionale intervistate da Yle Urheilu affermano che la loro quotidianità è cambiata pochi mesi dopo che la squadra si è riunita alla fine del 2016. Secondo le ginnaste, gli esercizi non erano più di uno sport ma di sopravvivenza. Le atlete parlano dei metodi che secondo loro includevano umiliazioni, sgridate e pressioni per perdere peso. I pensieri delle ginnaste ruotavano solo attorno al proprio peso, alla perdita di peso e al mangiare.
    - "Ero mentalmente esausta. Non riuscivo a pensare a nient'altro che non fosse cosa mangiare o non mangiare dopo. Non riuscivo a concentrarmi in classe e alla fine, quando le altre sono uscite per andare a lezione, mi sono nascosta in bagno. I miei studi sono andati sottobanco per i primi due anni di liceo, e non sono riuscita quasi mai ad andare a scuola" - dice una delle ginnaste.

    - "Sentivo di valere solo se ero magra. Ne conseguiva che l'unica cosa a cui mirare nella vita fosse la perdita di peso e la magrezza. Poi ho creduto che perdere peso fosse l'unico modo per essere una buona ginnasta e un buon essere umano", descrive un'altra ginnasta.

    - "All'inizio c'erano paura e confusione quando non c'era esperienza. Ho pensato, è così che funziona questo sport in squadra nazionale", dice la terza atleta.

    "Dovevo fotografare tutto ciò che mangiavo e bevevo. Ad esempio, se ricevi un pretzel al cioccolato da tuo nonno, fai una foto prima che ti entri in bocca." ha detto un'altra. "Ho chiesto se dovessi fare foto anche quando bevevo acqua. 'Sì, tutto', è stata la risposta" continua la ginnasta.

    L'accademia sportiva della regione della capitale Urhea ha presentato una richiesta al Centro finlandese per l'etica sportiva per indagare sulle attività di Laura Ahonen nella primavera e nell'inverno del 2021, quando si è preoccupata per la salute e la resistenza mentale delle ginnaste della nazionale. "Tutte le attività inappropriate devono essere affrontate e gli atleti devono essere aiutati e supportati. Soprattutto quando si tratta di giovani che hanno ancora la vita davanti a sé", dice a Yle Urheilu il CEO di Urhea, Simo Tarvonen.
    Dopo l'indagine preliminare, la Federazione di ginnastica ha presentato una richiesta di indagine alla Suek nel giugno 2021. Suek ha presentato la relazione alla Federazione di ginnastica nel dicembre 2021, dopodiché la Federazione ha portato il caso al proprio comitato disciplinare.

    Ahonen e la sua vice hanno smesso di allenare la nazionale alla fine di gennaio 2022. Ahonen ha lavorato in questo ruolo già alle ultime Olimpiadi, quando la squadra femminile la nazionale era a mezzo punto da un posto olimpico ai Giochi di Rio nel 2016.

    Dieci ginnaste hanno partecipato alle indagini di Suek, alcune delle quali non hanno subito alcun tipo di trattamento improprio. Sei atlete della Nazionale volevano portare le azioni delle allenatrici ad un procedimento disciplinare. Quando hanno esordito nella nazionale femminile, le ginnaste intervistate erano minorenni. Alcune delle ginnaste sono state sotto la guida di Ahonen anche prima della stagione della nazionale femminile.
    La questione non era del tutto nuova per la Federazione Ginnastica, in quanto la direzione della Federazione è a conoscenza delle esperienze di almeno una ginnasta della nazionale dal febbraio 2018. A quel tempo, i genitori della ginnasta che ha concluso la sua carriera volevano raccontare alla Federazione di ginnastica le esperienze della figlia e le vicende della Nazionale. La mail è arrivata anche al Comitato Olimpico e al Ministero dell'Istruzione. Si sono incontrati i rappresentanti della famiglia e del sindacato. Secondo la famiglia, erano dispiaciuti per quanto accaduto, ma non hanno dato informazioni su ulteriori misure.

    Il caso attualmente all'esame è da quasi un anno nella commissione disciplinare dell'Associazione Ginnastica. Le ginnaste intervistate da Yle Urheilu affermano che sul caso sono state presentate proposte transattive, ma non è stata raggiunta alcuna soluzione. Secondo le ginnaste, sono state offerte loro, tra le altre cose, delle scuse. Secondo le regole disciplinari dell'associazione di ginnastica, una violazione può comportare un avviso, un avvertimento, un avviso pubblico, una multa e/o un divieto temporaneo dalla competizione o ufficiale.
    Simo Tarvonen, CEO di Urhea, sottolinea che oggi è possibile raggiungere il massimo quando la cultura dell'allenamento è sicura per l'atleta e l'ambiente operativo mira allo sviluppo olistico.
    - "È vero che sport diversi hanno culture operative diverse. Tuttavia, è importante per noi che negli sport in cui operiamo qui, operiamo secondo un principio eticamente sostenibile secondo i valori che sono stati creati per gli sport finlandesi", afferma Tarvonen.

    Secondo l'annuncio disciplinare fatto dall'Associazione di ginnastica, la Ahonen ha fatto commenti inappropriati e continui sul peso e l'aspetto delle ginnaste e ha condiviso informazioni private sulle ginnaste. Le atlete sono state pesate regolarmente una volta alla settimana da dicembre 2016 a maggio 2019, quando sono passate alle misurazioni della composizione corporea. Le ginnaste dicono che le atlete che catturavano l'attenzione dell'allenatrice sono state pesate più spesso, a volte anche a giorni alterni.
    Secondo l'annuncio dell'associazione, Ahonen si è sistematicamente concentrata sull'aspetto e sul peso senza alcun motivo legato alle prestazioni sportive o comunque accettabile.

    Sulla base del rapporto di Suek, Ahonen ammette le pesate e l'intervento contro l'aumento di peso di alcune atlete. Giustifica le sue azioni con le esigenze dello sport ai massimi livelli. Secondo Ahonen, il peso influisce sulle prestazioni, così come le caratteristiche fisiche e anatomiche e la consistenza della squadra.

    Secondo l'annuncio della federazione, per alcune ginnaste è stata raccomandata una dieta da 1400 kcal o 1600 kcal. Secondo il sito web terveurheilija. fi gestito dall'istituto UKK, gli atleti che si allenano molto possono consumare circa 2500-6000 kcal al giorno, a seconda della taglia, dell'età, del sesso e dello sport dell'atleta, nonché della stagione di allenamento, dell'intensità e del numero di ore. La nazionale di ginnastica ritmica si allena circa 30 ore settimanali.

    - "Il giorno della pesatura era spesso il martedì. Lunedì e martedì non mangiavo niente. Nonbevevo nemmeno. Martedì avevamo sessioni mattutine di tre ore. Dopodiché non andavo a scuola, ma pedalavo sulla cyclette per molte ore prima della lezione serale. Non mangiavo né bevevo tutto il giorno per non ingrassare. La pesata era alla fine degli esercizi serali e, quando tornavo a casa, avevo spesso un attacco di abbuffate", ricorda un ginnasta.

    - "Ho fatto tutto di nascosto. Ho saltato la scuola e sono tornata a casa in sauna per diverse ore per perdere peso. Mi allenavo con i vestiti migliori per lasciar andare i fluidi. Prima del peso, ho pesato i vestiti a casa in modo che ci fosse il minimo eccesso possibile", dice un'altra atleta.

    Una delle ginnaste della squadra nazionale afferma che il motivo per iniziare le operazioni di peso era che avrebbero dovuto iniziare ora. Secondo le ginnaste, c'erano sempre due o tre chili da perdere e le allenatrici esortavano le ginnaste a sembrare atletiche, a mettersi in condizioni più leggere o più asciutte.
    Un'altra delle ginnaste è stata l'obiettivo dello sfogo emotivo di Ahonen a causa dell'aumento di peso dopo le vacanze estive. Le ginnaste che erano presenti all'allenamento dopo il giorno del peso ricordano bene l'incidente: - "Avevo perso peso prima delle vacanze e l'allenatrice era almeno un po' soddisfatta. Durante le due settimane di vacanza, il corpo si è ripreso e ha guadagnato quattro chili, il che ha fatto infuriare la coach. Nelle prove del giorno successivo, non ho ottenuto un posto da titolare. Quando la squadra ha commesso degli errori sulla pedana Laura ha sfogato su di me la sua delusione e ha gridato: "Vorrei davvero che tu avessi pensato agli altri prima di far marcire tutto quel cibo su di te! E alla Finlandia e al Mondiale!” la ginnasta ricorda l'evento.

    Secondo l'annuncio dell'associazione di ginnastica, Ahonen ha messo in pericolo la salute e il benessere degli atleti con il suo comportamento. I medici hanno diagnosticato a diverse intervistate varie malattie, ad esempio disturbi alimentari e depressione, nonché disturbo da stress post-traumatico. Yle Urheilu ha visto i certificati medici delle diagnosi a cui le atlete fanno riferimento nelle loro interviste.

    - "Al mio meglio, ho perso più di cinque chili in due giorni prima della misurazione della composizione corporea. Prima ero completamente vuota ed esausta dopo aver sudato ed esercitato così tanto. Ho dovuto chiedere a mio padre di portarmi in palestra, non pensavo di poterci arrivare da sola" dice una. - "La frequenza cardiaca era intorno ai 30 di notte, i capelli cadevano dalla testa e talvolta le gambe cedevano. Avevo paura di Laura, avevo paura di ingrassare, avevo paura di perdere il mio posto in scaletta, avevo paura dell'identità, del cibo, della scuola e della vita di tutti i giorni. Sono andata dal dottore, dove ho pianto e tremato. Mi ha ordinato di fargli visita più volte alla settimana perché non avevo il controllo su me stessa. Vado ancora sulla bilancia ogni mattina", aggiunge l'atleta.

    - "Alla fine, il mangiare è diventato abbastanza sconsiderato. Potrei tirare due barrette di cioccolato e sei barrette di cioccolato in una stanza buia e diventare terribilmente ansiosa. Avevo i sintomi del disturbo da alimentazione incontrollata, ma mi vergognavo così tanto che non osavo chiedere aiuto. Ancora non mi piace mangiare davanti agli altri", ha commentato un'altra atleta.

    Ahonen è un medico specialista di altra professione e, secondo i resoconti delle ginnaste, è stata strettamente coinvolta nel trattamento delle loro malattie. Dicono di esser state costrette a riprendere ad allenarsi velocemente dopo il coronavirus, con febbre e dolori al petto. Secondo le informazioni ricercate, il deficit energetico è collegato agli infortuni e in particolare alle fratture da stress.
    - "Ho partecipato allo spettacolo di Natale con un'anca dolorante. Non mi è stato permesso di andare dal dottore e mi sono esibita con il potere di Burana. Quando ho avuto il permesso di scattare una foto dopo lo spettacolo, è stato trovato un precursore di una frattura da stress nell'anca", dice una delle ginnaste.

    - "Le ho detto che avevo un'emicrania. Laura mi ha detto di imparare a fare un programma con l'emicrania. Non riuscivo a vedere correttamente gli attrezzi a causa del mal di testa, la sera la mia bocca e la mia mano erano diventate insensibili".

    - "Avevo contratto il coronavirus e ne soffro ancora i sintomi. La frequenza cardiaca non è diminuita durante l'allenamento, c'era dolore al petto e calore la sera. Non avrei dovuto allenarmi al campo, ma a causa dell'infortunio di un'altra atleta, le allenatrici hanno dichiarato che ero l'unica opzione. Dopo il campo, sono andata dal dottore e il congedo per malattia è stato prolungato di un mese a causa delle conseguenze dell'infezione", dice un'altra ginnasta.

    Nel rapporto di Suek, gli esperti che sono stati coinvolti nelle attività della squadra raccontano dell'atmosfera opprimente nell'allenamento della nazionale e che la nazionale di ginnastica ritmica ha avuto più problemi di salute rispetto alle altre squadre nazionali in cui ha lavorato. Le ginnaste dicono che in nazionale c'era un'atmosfera opprimente, di paura.
    - "Nemmeno un momento passava senza il timore che l'allenatrice commentasse il peso o l'aspetto", afferma una ginnasta.

    Secondo le ginnaste, l'allenatrice le ha tenute sotto stretto controllo: - "Laura mi ha suggerito di trasferirmi da lei. Allora sarebbe stato più facile per lei tenere d'occhio il mio riposo, l'utilizzo del telefono ed ogni boccone", dice un'altra.

    Le ginnaste intervistate non avevano fiducia nelle allenatrici e pochi osavano esprimere le proprie opinioni o raccontare le proprie storie. Era difficile anche parlare tra loro e il peso è diventato un argomento evitato: - "È sempre stato un tabù di cui non si poteva parlare. Le allenatrici hanno creato un'atmosfera del genere", dicono.

    I genitori raccontano che per loro è stato difficile intervenire, perché erano tenuti fuori dalla squadra. Le ginnaste sono rimaste tranquille a casa, ma alcuni genitori hanno notato segni di difficoltà: ritiri, scoppi di pianto e mancate prestazioni scolastiche. Pochi osavano fare qualsiasi cosa, perché la loro stessa figlia ne avrebbe sofferto.
    - "Mia figlia ha dichiarato che ora era nella nazionale femminile, queste sono questioni di squadra. Mi ha detto che se chiamavo l'allenatrice, sarebbe stata messo nelle riserve e ne avrebbe sentito le conseguenze sulla pelle", dice la madre di una delle ginnaste.

    - "Mio padre ha detto molte volte che questo ora sarebbe finito, quando sono tornata a casa piangendo. Ho preferito fare il percorso più lungo verso casa per non sembrare una piagnucolona. Sono andata nel panico e ho urlato 'no, no, no, non c'è problema'. Volevo coprirlo. Non osavo parlare, anche se avevo paura di andare all'allenamento. Però volevo essere in Nazionale e in quel momento non mi rendevo conto di dove questo mi avrebbe portato", riflette un'altra atleta.

    - "Quando mia figlia mi ha parlato delle misure e dei commenti a casa, non potevamo credere alle nostre orecchie. Ci è sfuggito di mano. Era impossibile intervenire, perché la ragazza ne avrebbe sofferto. Abbiamo cercato di essere creativi", dicono i genitori della terza ginnasta.

    Gli intervistati hanno ritenuto che la magrezza e la perdita di peso fossero una condizione indispensabile per rientrare nella composizione della squadra. Secondo la loro testimonianza, le ginnaste potevano essere messe da parte e rientrare solo se avessero perso peso. Nel rapporto di Suek, viene in primo piano la preoccupazione degli esperti che il peso degli atleti sia diventato una parte troppo grande dell'allenamento.

    Secondo le ginnaste, l'allenatrice ha chiarito più volte che le ginnaste "troppo grandi" sono il motivo per cui la squadra finlandese non ha successo come potrebbe a livello internazionale. Secondo le regole della ginnastica ritmica, l'aspetto non ha alcuna influenza sul successo atletico. Sulla base del rapporto di Suek, Ahonen ha comunque ritenuto che l'uniformità della squadra e le caratteristiche fisiche delle atlete abbiano un effetto pratico sui risultati.

    - "Eravamo all'estero ai Giochi e ci siamo seduti sul lato duro. Laura ha detto che non potevamo farcela come squadra quando tre di noi non facevano la loro parte. Certo, questo significava che eravamo "sovrappeso", afferma una delle atlete.

    - "In estate, quando le altre avevano lasciato gli allenamenti, Laura è rimasta a parlare con me. Era in piedi lì vicino con le lacrime che gli rigavano il viso. Mi ha chiesto se ho capito che se non perdo peso, prenderà le ragazze del gruppo sfidante per sostituirmi", dice un'altra ginnasta.

    - "Era estorsione e coercizione, maldicenza e così via. Il ricatto era legato al fatto di non entrare nelle formazioni da titolare", dice una terza atleta.

    Secondo le ginnaste, a volte venivano usati metodi speciali per entrare in una condizione sportiva: i muscoli non potevano crescere troppo, quindi bisognava evitare i sollevamenti delle gambe ed era proibito pedalare con resistenza. Una di loro racconta di essersi dovuta esercitare in un certo modo di camminare per sembrare più magra. Secondo una ginnasta, Ahonen era interessata alle dimensioni dei piatti usati in casa sua e alla composizione del pane di segale.

    Le vite delle ginnaste erano rigorosamente programmate. La squadra ha trascorso molto tempo non solo in trasferta, ma anche nei campi in Finlandia e, ad esempio, a San Pietroburgo. Durante le trasferte alcune atlete hanno mangiato pochissimo.
    - "Durante il viaggio a Minsk, il pranzo e la cena consistevano in fette di cetriolo e vichy. La colazione era un pezzo di pane e una porzione minima di yogurt", dice una ginnasta.

    - "Ci siamo incontrate all'aeroporto e dalla ragazza si capiva che aveva fatto un lungo viaggio con un'alimentazione davvero scarsa. Ho visto che era disidratata e che i chili erano scesi terribilmente. Mia figlia chiamava tutti i giorni, piangeva e stava molto male", ricordano i genitori della ginnasta.

    Le ginnaste hanno perseverato in nazionale, per alcune il sogno olimpico è stato un forte motivatore. Molte di queste ginnaste portano con sé problemi da molto tempo. La loro speranza è che lo sport, che è stato definito il più bello del mondo, abbia un nuovo inizio in Finlandia, con una tabula rasa.
    - "Ho pensato che l'allenatrice non dovesse togliermi o rovinare i miei sogni. Ecco perché ci sono rimasta, anche se la dignità umana era determinata dal peso", ha commentato una ginnasta.
    - "Sono rimasta estremamente delusa. Aveva dato la parte più importante della sua vita e come è? Lì ho avuto la sensazione istintiva che non potevamo continuare così", dice la madre di un'altra ginnasta.

    - "Credo che nessuno dovrebbe sperimentare questo o entrare in questo tipo di situazione. Le cose devono cambiare in modo che non ci sia più una tale minaccia", afferma la terza ginnasta.




    Laura Ahonen non ha voluto rilasciare un'intervista, ma ha risposto via e-mail alle domande di Yle Urheilu. Ahonen dice di non aver mai commentato in modo inappropriato il peso delle atlete e, secondo le sue stesse parole, non farebbe mai intenzionalmente nulla che mettesse a rischio la salute di un atleta. Yle Urheilu pubblica le risposte e-mail di Ahonen: "secondo i principi etici dello sport, chiunque ha il diritto di muovere accuse contro qualsiasi giocatore sportivo, se ne sente il bisogno. In tali situazioni, il compito specificato nelle regole degli organi disciplinari sportivi è quello di trattare le accuse presentate e dare una decisione obiettiva su di esse. Secondo le regole, le questioni trattate negli organi disciplinari sportivi sono riservate. Rispetto le regole dello sport. Per essere chiari, non mi è mai stata inflitta alcuna punizione per decisione di nessun organo disciplinare sportivo. Lavoro come responsabile della formazione/allenatrice di un club di ginnastica, come ho fatto già per 12 anni.

    Secondo le nostre informazioni, hai commentato in modo inappropriato e costante il peso e l'aspetto delle ginnaste senza una ragione basata sulle prestazioni sportive. Come si commenta
    - "Le informazioni di Yle sono sbagliate a questo proposito. Non ho mai commentato in modo inappropriato il peso degli atleti della Nazionale".

    Le ginnaste delle squadre nazionali sono state pesate settimanalmente per anni, perché?
    - "La Federazione di ginnastica ha fissato l'essenza di una ginnasta di alto livello come uno dei criteri per entrare a far parte della squadra nazionale femminile. Il peso è stato monitorato per valutare questo criterio. Nel ricevere la borsa di studio per atleti dal Ministero dell'Istruzione, anche le atlete appartenenti alla squadra nazionale si sono impegnate a seguire lo stile di vita richiesto per lo sport di alto livello."
    Gli allenatori della Federazione Europea di Ginnastica hanno anche raccomandato agli allenatori di effettuare un monitoraggio regolare del peso nei loro allenamenti. Il peso è stato da me monitorato solo a livello di squadra nazionale femminile, come procedura accettata all'epoca dalla Federazione Ginnastica Finlandese.


    Che tipo di atmosfera hanno creato le pesate nella squadra?
    - "Devi chiederlo ai membri del team. Secondo la mia esperienza, la maggior parte delle atlete della nazionale femminile ha sentito che la pesatura fa parte dell'allenamento mirato a livello internazionale. Anche la Federazione di ginnastica è stata a conoscenza delle pesate e ha dichiarato che fanno parte della natura dello sport della ginnastica. Tuttavia, ci sono state anche atlete che non volevano pesarsi. Successivamente, si è deciso di abbandonare la pesatura."

    Hai giustificato le pesate con i requisiti dello sport, anche se le regole non dicono che l'aspetto influisca sui risultati. Perché lo hai trovato importante?
    - "Le informazioni di Yle sono sbagliate a questo proposito. Nelle regole di valutazione della ginnastica ritmica della Federazione Internazionale di Ginnastica FIG, ci sono diversi punti in base ai quali l'aspetto esteriore delle atlete influisce sui punti di valutazione. Le regole di valutazione della FIG includono, tra l'altro, una clausola secondo la quale i membri della stessa squadra devono rappresentare la "stessa bellezza". Se questo requisito non viene soddisfatto, i punti di valutazione della squadra secondo le regole FIG saranno ridotti. Le regole della competizione hanno anche una sezione sull'atterraggio pesante, da cui vengono detratti i punti di prestazione."

    Secondo l'associazione di ginnastica, con il tuo comportamento hai messo in pericolo la salute e il benessere delle ginnaste. Come rispondi a questo?
    - "L'affermazione è sbagliata. Sono un medico di formazione e lavoro ancora come medico ogni settimana. Il giuramento del medico mi obbliga a mettere sempre al primo posto la salute della persona. Come allenatrice, non farei mai intenzionalmente nulla che possa mettere in pericolo la salute di un atleta."

    Urhea (Capital Region Sports Academy) era preoccupata per la salute delle ginnaste. Cosa ne pensi di questo?
    - "Lo staff dell'Urhea ha svolto un ruolo centrale nell'allenamento nutrizionale degli atleti della nazionale. I consulenti impiegati da Urhea hanno, tra l'altro, fornito consigli nutrizionali agli atleti della nazionale, monitorato l'alimentazione degli atleti ed effettuato diverse misurazioni sugli atleti, inclusa la misurazione della composizione corporea."
    Sorge la domanda sul perché l'Urhea avrebbe offerto i suoi servizi relativi al coaching nutrizionale alla squadra nazionale, se avessero ritenuto che ci fosse qualcosa di problematico nell'operazione.


    Per questa storia, Yle Urheilu ha intervistato cinque atlete, diversi dei loro genitori e altre persone che conoscono le attività della squadra. Inoltre, le informazioni contenute nell'articolo si basano su rapporti e documenti realizzati in materia. Il nome del secondo allenatore non sarà pubblicato perché l'head coach è stata la principale responsabile degli eventi. L'altra allenatrice non ha risposto alle chiamate o alle richieste di contatto di Yle Urheilu.



    E anche qui un grande boh, tutto al vaglio e nessun provvedimento. Addirittura qui abbiamo una squadra intera che testimonia!
     
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    La scorsa settimana la campionessa Carlotta Ferlito ci ha parlato della bufera che ha coinvolto il mondo della ginnastica, raccontandoci di abusi e vessazioni che subirebbero le atlete, riguardanti soprattutto il mantenimento di peso e forma. Oggi Giada, 17 anni, racconta a Roberta Rei quello che sarebbe un sistema diffuso: video
     
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    Ah, se ne sono occupati le iene...
    quando si conoscono già le storie che raccontano, si notano le musiche e inquadrature drammatiche volte a impietosire -_-

    In pratica hanno dato voce al caso di Giada, il cui padre era stato indagato sulla vita personale per metterlo in cattiva luce durante la giuria.

    L'unica cosa che possiamo ammirare di nuovo è l'acutissima voce di Tecchi quando risponde "no non ne sapevo niente" e il sorriso dietro al quale tenta di difendersi.
    Ma che bel faccione da bugiardo. Davvero è il caso di ridere davanti a questo tipo di denunce?
    Ok che sono le iene, ma il caso è sempre serio.
     
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    "Né farfalle, né leoni" - La campionessa Fabrizia d'Ottavio, in un convegno a Lanciano, si è schierata al fianco delle ginnaste che hanno denunciato abusi

    22.12.2022
    Fonte

    "Per quella che è stata la mia esperienza, per quello che ho vissuto sulla mia pelle o anche visto, sentito, io mi schiero dalla parte delle ginnaste che stanno denunciando"

    Si può trovare un'altra strada?
    "Io sono profondamente convinta di questo, per averlo provato sulla mia pelle, perché a volte vengono in qualche modo perpetrati dei comportamenti, dei modi di fare che hanno profonde radici. Radici anche, che affondano nei tempi in cui i nostri modelli erano ad esempio le ginnaste dell'est, gli allenatori dell'est."



    Siamo davanti ad un momento spartiacque, o da una parte o dall'altra ci si schiera tutti. C'è chi accusa le vittime di farsi pubblicità e nega tutto, c'è chi ha condiviso brutte esperienze e sostiene, c'è anche chi ha vissuto in un ambiente sano ma sostiene ugualmente le vittime e le RISPETTA!
    C'è poco da fare, vengono fuori le vere Campionesse qua, anche nella vita. Un plauso a Fabrizia.
     
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    Ginnastica, la storia di Alexa: "Costretta alla dieta, la mia testa non si e' piu' ripresa" - Un altro episodio di abusi denunciato da 'ChangeTheGame'

    21.12.2022 - Video

    Trascrizione del video: "Sono un'ex ginnasta. Ho mosso i primi passi nel mondo della ginnastica ritmica, o meglio della psicomotricità e del gioco-ginnastica, se così si può chiamare, quando avevo poco più di 3 anni e, piano piano, sviluppai non era neanche un amore, era proprio una dipendenza, sviluppai una dipendenza nei confronti di quello sport.
    Fino a che io avevo 12 anni fu stupendo. Quando avevo 12 anni, durante un normale allenamento di un sabato, la mia insegnante mi disse che io ormai mi ero sviluppata e quindi avrei dovuto seguire una dieta perché io già ero un po' più "grossa" rispetto alle mie compagne e, se avessi continuato a mangiare come quando non avevo le mestruazioni, sarei ingrassata.
    Premessa, io all'epoca pesavo 46 kg, ero tutta muscolo, avevo le ossa che si vedevano sulle scapole, sul collo, all'altezza delle costole, io ero veramente, quello è stato l'anno in cui ero disegnata.
    Mi misi a dieta, iniziai a smettere di mangiare davanti alle persone, rifiutavo il cibo, dicevo che dovevo dimagrire, ma non era così, io non avevo pensato a perdere. La mia insegnante continuò a farmi sentire sempre più grassa, più grossa, più brutta e io iniziai a vedermi veramente brutta. Così iniziai a buttare via quello che avrei dovuto mangiare, pensavo che, se avessi mangiato di nascosto, senza che nessuno mi vedesse, non sarei mai ingrassata. Ho iniziato a mangiare nervosamente, ero ossessionata dal peso ma, allo stesso tempo, ero ossessionata dal cibo. Non sapevo come uscirne, era diventato un loop, era un incubo e più mangiavo, più ingrassavo e più la mia insegnante mi faceva pesare questa cosa. A metà di un allenamento chiamai mia madre disperata e le dissi 'vienimi a prendere, portami via da qui', alchè lei mi fece sedere e mi disse 'adesso mi dici tutto quello che sta succedendo' ed io devo la vita a quella conversazione perché, se mia madre da un lato è stata la mia prima fan sempre, dall'altro è stata la persona davvero che mi ha salvata da tutto.
    Mia madre provò a parlarne con la società, con il presidente ma io fui ritenuta una bugiarda, dissero tutti che ero una bambina capricciosa, che vedevo cose che in realtà non c'erano, che cercavo di attirare l'attenzione, eppure io avevo deciso di smettere. Mia madre mi portò via quel giorno e non mi ci portò più. Mia madre mi salvò la vita, la odiai perché tutti odiarono me, perché avevo lasciato la squadra in difficoltà, perché mi dipinsero come un mostro, quando io stavo solo cercando di salvarmi la vita.
    La mia testa non si è mai ripresa da tutto quello, continuo a vedermi come quella che non sono, mi vedo il triplo di quella che sono, nonostante ad oggi abbia ri-raggiunto quello che è più o meno il mio peso-forma, ma io continuo a vedermi come quella che non sono. Mi fa male pensarci perché ad oggi so che quella allenatrice, per quanto sia stata allontanata dalla mia società magicamente sei mesi dopo che io me ne andai, si resero conto che non era giusta per insegnare, nessuno mai si scusò con me, nessuno mai mi disse anche solo che avrebbero dovuto ascoltarmi, nessuno si rimangiò le brutte cose che andarono dicendo di me, non recuperai mai più i rapporti con le mie compagne."
     
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    dall'Aluna

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    Comincio a pensare che queste allenatrici siano delle vere criminali.

    Prima che esplodesse questo caso nella ritmica, mi immaginavo anoressia e bulimia come patologie legate all'immagine della donna perfetta dataci dai mass media e dalla competizione sui social network e alla fragilità dell'adolescenza...
    non che ci fossero persone che spingessero le ragazze a sviluppare disturbi alimentari, abusando del proprio potere.

    Evidentemente invece ci sono TANTE persone che istigano a disturbi alimentari e soprattutto nella ritmica anche a basso livello. Non si era detto che rovinare la salute di un altro essere umano era reato?
     
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    Uh si era detto anche che il movimento era pulito....
     
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    Le parole di Anna Carla: www.instagram.com/reel/CmuJfWRq2Tg/?igshid=MDJmNzVkMjY%3D
     
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    Inchiesta sui maltrattamenti alle ex Farfalle: indagata la c.t. Maccarani

    29.12.2022
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    Emanuela Maccarani, direttrice tecnica dell'Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio (Monza), e la sua assistente Olga Tishina sono indagate dalla Procura di Monza con l'ipotesi di reato di maltrattamenti nei confronti di due ex atlete della nazionale di ritmica. La notizia è trapelata dopo che l'ufficio giudiziario diretto dal procuratore Claudio Gittardi aveva annunciato due indagati.

    L'INCHIESTA— Dopo le dichiarazioni uscite sulla stampa la Procura di Monza inizialmente ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati sulle presunte rivelazioni di due ex atlete della squadra nazionale di ginnastica ritmica, Nina Corradini e Anna Basta. Le due avevano parlato di comportamenti vessatori e abusi psicologici subiti durante l'attività sportiva agonistica nel centro di Desio - dal 3 novembre commissariata dalla Federginnastica - con particolare riferimento a imposizioni e divieti sul consumo di cibi e bevande, ai controlli sul peso corporeo e alle umiliazioni subite in caso di comportamenti ritenuti non adeguati.

    LE TESTIMONIANZE— Lo scorso 14 novembre le due ex ginnaste sono state sentite in Procura dove hanno confermato quanto già riportato dalla stampa e riferito in dettaglio il contesto nel quale gli abusi si sarebbero verificati, la durata e reiterazione nel tempo degli stessi e i presunti autori dei singoli comportamenti con particolare riferimento al sistema di rigide regole legate all'attività sportiva agonistica, di rilievo nazionale e internazionale. Con questi elementi l'ufficio inquirente ha iscritto nel registro degli indagati due responsabili sia della struttura e della gestione tecnica delle atlete sia delle specifiche condotte di maltrattamento.

    LE PAROLE DELLA MACCARANI— In tarda mattinata Emanuela Maccarani ha rilasciato una breve dichiarazione all’agenzia LaPresse: "Aspetto la chiusura delle indagini e mi attengo al silenzio come fatto fin d'ora. Più avanti sarò lieta di dire la mia, sperando che le indagini siano rapide nell'interesse mio e soprattutto delle ginnaste".




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    Edited by Elettra_dancer - 1/1/2023, 23:50
     
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    Abusi nella ginnastica, la confessione di una coach: «Ho sbagliato sapendo di sbagliare: avevo l’autostima sotto i piedi»

    21.12.2022 - di Ygnazia Cigna
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    «Ho sbagliato sapendo di sbagliare». Inizia così la confessione di Irene Castelli, 39enne e atleta azzurra di ginnastica artistica alle Olimpiadi di Sidney 2000. È la prima coach che fa autocritica e analizza il fenomeno degli abusi dal punto di vista di un’allenatrice che con l’aiuto della terapia ha preso consapevolezza dei suoi traumi ed errori. «Ho sbagliato perché alla fine della mia carriera di atleta avevo l’autostima sotto i piedi ed ero traumatizzata nel corpo e nella mente», ha raccontato ieri nel corso di un incontro a Roma dell’associazione Change The Game. Quest’ultima, coordinata da Daniela Simonetti, è un organizzazione di volontariato che si impegna a proteggere le atlete e gli atleti da violenze e abusi sessuali, emotivi e fisici. Castelli ha poi precisato a Open che «non si trattava di violenza ma di mancanza di empatia con le ginnaste»: «Quando ho iniziato ad allenare, la metodologia di allenamento non era sicuramente corretta: ora grazie al lavoro che ho fatto su me stessa è tutto cambiato», ci scrive.

    L’appello alle colleghe: «Cercate aiuto o fate danni»
    Nell’incontro di ieri l’associazione ha presentato 197 denunce di tante atlete su presunti abusi nel mondo della ginnastica ritmica. Castelli racconta che la dinamica delle violenze è un circolo vizioso: prima di diventare carnefice è stata vittima. «Mandata in pedana sotto antidolorifici anche quando stavo male – spiega -, per non sottrarre tempo agli allenamenti dovevo scegliere se pranzare o andare dal fisioterapista. Le Olimpiadi non sono state un traguardo, ma un incubo». Poi ha iniziato un percorso di terapia con una psicologa che l’ha «guarita» e ora lancia un appello alle colleghe: «Cercate aiuto all’esterno, accettatelo perché il rischio di provocare traumi e dolore nelle vostre bambine è forte».

    La testimonianza di un altro coach
    Non solo Castelli. Il Corriere della Sera riferisce anche di un secondo allenatore che ha raccontato la sua testimonianza nell’incontro di ieri. «Una mia atleta promettente ma esuberante veniva umiliata davanti a tutti dal capo allenatore che la costringeva a decine di trazioni punitive alla fune», ha detto. Un giorno lei, per la vergogna e lo sfinimento, si fece la pipì addosso: lui si trattenne dal darle uno schiaffo dicendo che le faceva schifo». Abusi di cui il coach rivela di rendersi conto della gravità solo ora. Il dossier di Change the Game riferisce di episodi accaduti nelle palestre di 15 regioni italiane che toccano atlete dagli 8 ai 22 anni vittime di body shaming, privazioni alimentari, discriminazioni, percosse e allenamenti estenuanti.

    Una Federazione immobile
    Ma non solo allenatori e sportive, nella vicenda sono coinvolti anche i genitori delle giovani che spesso – pur sapendo – non hanno denunciato per non impedire alla figlia di fare carriera. O in altri casi hanno riferito che le denunce non hanno avuto efficacia. Il mondo della ginnastica attende una risposta da Federginnastica che continua a chiamare esperti per passare a setaccio le palestre, ma non ha ancora emanato un solo provvedimento restrittivo nei confronti delle istruttrici. Intanto, l’avvocato Patrizia Pancanti annuncia che «sul fronte penale sono accertati fatti trasversali a livello nazionale su cui stanno lavorando molte procure».
     
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    "Tecchi non rispose mai alla lettera": MADDDAI??? SUL SERIO???
     
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    Ginnastica-abusi, Emanuela Maccarani deferita: l’allenatrice delle Farfalle a processo sportivo

    Fonte
    04.01.2023
    di Marco Bonarrigo

    Contestati dal procuratore federale la violazione dell’articolo 7 del codice etico della Federazione e l’articolo 2 del codice sportivo del Coni: «Violazione dei principi di lealtà e correttezza». Maccarani e Olga Tishina sono anche indagate dalla procura di Monza

    L’inchiesta della giustizia sportiva sui presunti maltrattamenti alle Farfalle dell’Accademia Federale di Desio, fucina di medaglie mondiali e olimpiche della ginnastica ritmica italiana, è a una svolta. Mercoledì mattina la procura federale ha deferito al Tribunale interno della ginnastica Emanuela Maccarani, direttrice del centro e c.t. azzurra, e la sua assistente-coach Olga Tishina.

    Il procuratore Michele Rossetti contesta alle due allenatrici la violazione dell’articolo 7 del Codice Etico della Fgi e quella dell’art. 2 del Codice di Comportamento Sportivo del Coni. Nel primo caso si tratta del venire meno a una «condotta ispirata ai principi di lealtà, imparzialità integrità ed onestà, evitando atti e comportamenti caratterizzati da animosità o conflittualità, mantenendo rapporti improntati a fiducia e collaborazione, ispirati a correttezza trasparenza e reciproco rispetto». Nel secondo di una (ovviamente presunta) violazione dei «principi di lealtà e correttezza in ogni funzione, prestazione o rapporto comunque riferibile all’attività sportiva».

    Le incolpate hanno ora venti giorni per far pervenire le loro osservazioni al Tribunale prima che venga fissata la data del procedimento. Le pene previste dal Codice Sportivo vanno dall’ammonizione alla squalifica alla radiazione, il giudizio prevede un primo e un secondo grado. Il Consiglio Federale, convocato in sessione straordinaria il 12 gennaio dal presidente Tecchi, potrebbe decidere la risoluzione di entrambi i contratti.

    Maccarani e Tishina sono anche iscritte nel registro degli indagati della Procura di Monza che lavora sull’ipotesi di reato di maltrattamenti a persone affidate in custodia, contemplato dall’art. 572 del Codice Penale.

    Il deferimento è stato condiviso dal procuratore federale Rossetti e dal sostituto della procura generale del Coni Livia Rossi. L’addebito nei confronti delle coach è di aver adottato, nel periodo compreso fino all’estate 2020, «metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici». ll procuratore Rossetti, che sta collaborando anche con la procura di Monza, ha ritenuto dunque l’impianto accusatorio sufficiente per procedere ad aprire un giudizio nei confronti delle allenatrici. Le due coach continueranno ad allenare all’accademia in assenza di una chiara condanna in virtù della fiducia delle atlete della Nazionale. A meno che, appunto, il 12 febbraio, il Consiglio federale decida poi diversamente.


    Quindi continuano ad allenare fino a sentenza?
    Nel consiglio federale c'è Tecchi? Se sì, si capisce che decisione prenderanno il 12....



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    Edited by Elettra_dancer - 6/1/2023, 00:18
     
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    La madre di Emma (cognome?) ha rilasciato questa intervista a Change The Game

    "Il mio primo pensiero è stato che Emma avesse deciso di lasciare per una mancanza di empatia all'interno della palestra, non avrei mai potuto immaginare che fosse invece un attacco diretto verso la sua persona. Nel momento in cui io le dissi "Emma, voglio scrivere una e-mail alla Federazione, lei da quel momento in poi ha cominciato a raccontare quello che subiva in palestra.
    Le prime cose che lei disse furono queste: "fino a che sei dentro non ti rendi conto, ti sembra la normalità".
    L'allenatrice non voleva che si frequentasse Emma, ha cominciato a umiliarla in pubblico, a bullizzarla. angry Un cambio di atteggiamento mirato a demolirle l'autostima. Emma era convinta di non essere più capace. Ginnaste che hanno abbandonato completamente, ginnaste che hanno continuato e sono in cura da uno psicologo, piccole, 13 anni, 14 anni.
    Lo sport lo costruisce il carattere, non lo distrugge.

    Emma ora è una ginnasta felice e trattata con amore. Grazie Ginnica3."




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    Ma petizione de che???

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    Ne parlano anche i giornali: Fonte

    Una petizione “a sostegno della ginnastica ritmica italiana”. Potrebbe sembrare un’iniziativa per mostrare vicinanze alle atlete che hanno denunciato gli abusi e le vessazioni psicologiche subite, finite al centro di un’inchiesta sportiva e di due fascicoli d’indagini, uno a Monza e uno a Brescia. E magari per ricordare che la ginnastica ritmica è molto altro e non c’entra con l’ossessione per la forma fisica e la dieta. Invece no: dietro questa raccolta firme lanciata su change.org c’è l’aperto sostegno a Emanuela Maccarani, la direttrice tecnica della Nazionale azzurra delle Farfalle, finita sul registro degli indagati della Procura di Monza per i presunti abusi e maltrattamenti nell’Accademia di Desio e per gli stessi motivi deferita dalla procura sportiva della Federginnastica insieme alla sua assistente Olga Tishina.

    La petizione – che nel momento in cui scriviamo ha superato le 350 sottoscrizioni – è firmata da Livia Ghetti, direttrice tecnica regionale in Emilia Romagna e anche giudice internazionale. “Le Tecniche di ginnastica ritmica – si legge sotto alla petizione – desiderano con questa lettera dimostrare la loro vicinanza e solidarietà alle Farfalle della Nazionale italiana, alla nostra DTN e responsabile della squadra prof.ssa Emanuela Maccarani e a tutti i componenti dello Staff azzurro che in questo periodo stanno guardando al loro futuro con sconforto e apprensione, a seguito delle procedure legali in corso”. Così vengono definite le denunce di due ragazze che a Desio si sono allenate e in Procura hanno raccontato nel dettaglio il contesto nel quale gli abusi si sono verificati. In particolar modo le testimonianze parlano di umiliazioni subite riguardo il loro aspetto fisico e la violenza psicologica perpetuata attraverso un controllo esasperato del peso.

    Senza dimenticare che dopo le loro denunce, altre ex atlete hanno avuto il coraggio di parlare. Change The Game, l’organizzazione di volontariato impegnata a proteggere atlete e atleti, ha raccolto ben 200 denunce arrivate da tutta Italia. Chiara Niccolini, ex atleta, fisioterapista e oggi allenatrice di ginnastica ritmica, ha raccontato la sua storia a ilfattoquotidiano.it e ha sottolineato come nella sua carriera ” ho spesso visto agire in questo modo e tante mie avversarie in gara mi raccontavano le stesse cose. Non è il problema di pochi: è il problema di una mentalità”. E ha aggiunto: “Non dobbiamo avere paura che la ginnastica ritmica possa essere impoverita dalle denunce, temendo che i genitori non porteranno le atlete in palestra. Io penso che chi lavora bene non debba avere nessun tipo di paura“.

    La lettera allegata a petizione invece sembra preoccuparsi solo dei futuri risultati sportivi delle Farfalle: “Riteniamo che sia fondamentale per tutta la grande famiglia della Ginnastica italiana tutelare e sostenere l’attività di questa Squadra che da decenni onora con eccezionali risultati il nostro Paese e la nostra disciplina e che rappresenta un modello e una scuola ormai affermata e ammirata in tutto il mondo. Questi straordinari risultati sono giunti non soltanto sotto la guida della nuova Direzione Tecnica, in carica dal 2018, ma anche negli ultimi vent’anni con la precedente Direzione”, si legge. Per questo le allenatrici chiedono sostegno anche dal “Consiglio Federale, per far si che non si vanifichi e che non vada perso l’incommensurabile lavoro della Squadra Nazionale di ginnastica ritmica”.

    Emanuela Maccarani e la sua assistente sono accusate dalla procura federale di “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici“. Subito dopo l’iscrizione nel registro degli indagati, la stessa Maccarani sentita da LaPresse aveva chiarito: “Aspetto la chiusura delle indagini e mi attengo al silenzio come fatto fin d’ora. Più avanti sarò lieta di dire la mia, sperando che le indagini siano rapide nell’interesse mio e soprattutto delle ginnaste”. Nel frattempo sta proseguendo il suo lavoro da direttrice tecnica della nazionale: le ‘Farfalle’ hanno ripreso gli allenamenti il 2 gennaio a Desio (che dopo il caso delle denunce delle ex atlete è stata commissariata), in preparazione dei prossimi impegni internazionali.






    FINALMENTE Federginnastica reagisce in modo sensato: Fonte

    Federginnastica si dissocia dalla petizione delle allenatrici della ritmica in difesa della Maccarani

    Il comunicato: “un’iniziativa di cui non eravamo a conoscenza, prendiamo le distanze da chi l’ha promossa motu proprio”

    La Federginnastica si dissocia dalla petizione lanciata dalle allenatrici della ritmica in difesa della direttrice tecnica delle Farfalle, Emanuela Maccarani. La notizia della petizione era questa mattina su La Stampa. In una nota inviata alla nostra redazione, la Federginnastica scrive: “La Fgi è stata informata di una petizione che sta circolando on line in queste ore. Nel pieno rispetto della libertà di espressione e delle sensibilità di ciascuno, la Federazione si dissocia da un’iniziativa della quale non era a conoscenza e, nel prendere le distanze da chi, pur rivestendo un ruolo di responsabilità regionale all’interno della Sezione di Ritmica, l’ha promossa motu proprio, confida nel lavoro della magistratura sportiva ed ordinaria”.


    Edited by Elettra_dancer - 6/1/2023, 19:08
     
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