|
|
|
Ho visto finora la sola gara femminile e mi aggiungo buon ultimo ai commenti.
Sottoscrivo quanto già detto da voi, quindi non ripeterò le vostre considerazioni.
Ne aggiungo qualcuna in ordine sparso.
Samodurova. Tre errori sui salti credo che non li abbia fatti in tutta la sua precedente (pur breve) carriera. È una notizia. L'ho trovata molto cambiata, cresciuta fisicamente. Forse è per quello. A me comunque continua a piacere e confido nel fatto che la sua solida tecnica di base le permetta di superare le difficoltà della fase di crescita. Sono molto curioso di (ri)vederla a Bergamo dopo averla vista due anni fa a Egna.
Tuktamysheva. Il suo free, considerando base value e grado di esecuzione dei salti, è di primissimo livello. Ciò la porrebbe nel ruolo di una delle protagoniste della stagione. Il condizionale è d'obbligo per tanti motivi.
Zagitova. Ha ritrovato serenità e fiducia nei suoi mezzi, lo si capisce chiaramente dalla sua espressione e da tutto il linguaggio del corpo. La semplificazione dei suoi programmi me la rende finalmente godibile. Preferisco decisamente questa versione di lei a quella delle stagioni passate.
Shcherbakova. Magra in modo impressionante. Mi sa che questa ragazza ha raggiunto un bivio. Di più non può dimagrire, ma se ha bisogno di restare così per riuscire a saltare, prevedo una carriera molto breve per lei. E forse sarà meglio per la sua salute.
Medvedeva. Si vede che c'è tantissima carne al fuoco, tutta ancora da cuocere però, per restare in metafora. Ha scelto un percorso molto arduo e non si lascia spaventare dalle inevitabili difficoltà. Onore e ammirazione per questo. Mi aspetto, comunque, quando la stagione entrerà nel vivo, qualche cambiamento nei suoi layout.
Trusova-Kostornaia. A vederle una dopo l'altra ho provato a immedesimarmi in uno spettatore casuale, che si trovasse per puro caso e senza sapere niente di pattinaggio, ad assistere alle loro prove.
Vedendo la Trusova forse capirebbe che sta eseguendo salti eccezionali (se qualcuno glielo fa notare) ma probabilmente registrerebbe la notizia fra quelle da dimenticare nel giro di pochi minuti. Dopodiché tornerebbe al calcio o giù di lì, archiviando la breve escursione nel pattinaggio senza rimpianti.
Vedendo la Kostornaia, ne resterebbe incantato, probabilmente senza neppure capirne il perché. E, magari, gli potrebbe venire la tentazione di saperne di più, approfondire e guardare qualche altro evento di pattinaggio. Un po' come è successo a me con Oksana Baiul.
Ecco, domandatevi quale delle due la federazione internazionale dovrebbe aver interesse a incentivare, e quale invece premierà, preferendo l'effimera e superficiale popolarità della ragazzina che piazza quadrupli su quadrupli alla valorizzazione del vero talento. 
|
|
.
.
