ISU GP Helsinki 2018

2 - 4 Nov 2018, Helsinki (FIN)

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  1. Tran-Ky-Ky
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    Mie impressioni a freddo sulla gara, che non ho visto in diretta ma sto recuperando un pezzo per volta.
    Precisazione doverosa per non passare da schizofrenico o smemorato: i post precedenti sono di mia moglie, la mia ghost writer... (o sono il il suo ghost writer? Boh!) :biggrin2.gif:

    Comincio dai maschi, dalla fine, e dalle cose brutte.
    il costume del lungo di Hanyu.
    Sembra il mostro della Laguna Nera. Gli mancano solo i guanti palmati e un cappuccio con la cresta e sarebbe perfetto.
    L'uomo peggior vestito al mondo, anche se in questa gara ha avuto un avversario all'altezza: Virtanen nello SP. Cos'è quella giacca tagliata a metà con la manica della maglietta sbrindellata? Sembra che abbia litigato col leopardo di casa!
    Ma tanto Hanyu potrebbe anche rotolarsi nella pece e nelle piume che chissenefrega. Vederlo sul ghiaccio significa ogni volta essere colti dalla inebriante sensazione di assistere a qualcosa di irripetibile. La gara passa in secondo piano e c'è solo da dirsi fortunati per aver avuto la possibilità di assistere a un tale prodigio. (A proposito, grazie tsubychan per averci trasmesso le impressioni dal vivo, e che invidia!).
    Il 4T3A...
    Una roba del genere non si riesce nemmeno a commentarla seriamente. Mi viene da dire che, vista la sua abitudine di accompagnare gli Axel con transitions pazzesche, Hanyu non abbia neppure voluto fare una combinazione, ma solo inserire un "passo" particolarmente difficile prima del suo salto preferito...
    Brezina che completa due programmi di gara con un solo errore è l'altro evento che rende memorabile questa gara. Di che darsi un pizzicotto per essere certi di non sognare. Su di lui, come su Hanyu, è inutile sprecare altre parole in elogi. Si rischia solo di ripetersi.
    Elogi che invece vanno espressi, doverosamente, per Boyang Jin. Questo ragazzo era un saltatore formidabile e un pattinatore appena meglio che mediocre. Consapevole dei suoi limiti, ammessi pubblicamente e con sincerità, ha lavorato sodo per migliorare. I progressi si sono visti già nelle stagioni passate, ma adesso c'è stato il salto di qualità. Non parlo tanto dell'interpretazione, già gradevole gli anni scorsi su musiche accattivanti, ma della postura, dell'uso del corpo e della qualità nella pattinata. In questi aspetti si sono visti i veri progressi, e sono consistenti, solidi.
    Peccato gli errori, e qui mi verrebbe da aprire un lungo discorso su come sia molto più facile andare avanti e indietro per la pista limitandosi a saltare, e magari condire il tutto con furbe mossette, piuttosto che fare un vero lavoro sul ghiaccio con i pattini, rendendo così ben più complessa l'esecuzione di tutti gli elementi tecnici.
    Ma soprassiedo, mi limito ad auspicare che Boyang recuperi piena confidenza con i suoi quad, perché così avremo un vero gioiello da ammirare.
    Parlando di gioielli, il pensiero corre inevitabilmente a Kolyada, un altro che varrebbe da solo il prezzo del biglietto. Condizionale d'obbligo, perché ogni volta vien voglia di appenderlo per i piedi dentro un barile di salamoia per vedere se un po' di sale riesce a penetrargli nella zucca... Ma forse sarebbe pretendere troppo che lo Sprecone Sommo (Brezina) e il suo Giovane Padawan (Kolyada) pattinino puliti entrambi nella stessa gara. Accontentiamoci di uno per volta, che è già tanto.
    (P.S. Kolyada, ti ammiro tanto, ma quei PCS lì con tutti i pasticci che hai fatto, anche no)
    Cha. Meritatamente sul podio. Sarà che Romeo+Giulietta di Luhrmann è la mia versione cinematografica preferita della tragedia di Shakespeare, ma a me piace il montaggio del suo programma lungo. -----JULIEEETTT!------
    Però, fossi in lui starei alla larga dalle musiche già pattinate dall'illustre e irraggiungibile compagno di allenamento. Cha non è Hanyu, e sarebbe meglio non si esponesse a paragoni che rischiano solo di essere fuorvianti e alimentare aspettative eccessive. Ha un suo stile, una sua personalità ben definita, un indubbio talento e una solida base tecnica. Sotto la sicura guida di Orser è facile prevedere per lui un futuro brillante. Il presente è già di tutto rispetto. Ma, ripeto, non è Hanyu. Per lo meno non ha lo stesso parrucchiere e nemmeno lo stesso sarto (A proposito, Junhwan, quei guanti sono davvero orribili. Tingili di nero almeno. Basta una scatoletta di colorante e una vaschetta d'acqua)
    Lazukin.
    Uno che dichiara di essere fortunato per avere una così bella ragazza (Liza Tuktamysheva) non può che attirare tutta la mia maschile simpatia.
    Il ragazzo c'è, e cresce piano piano, quasi in sordina ma con una tecnica che si intuisce solida e fatta per durare. Ha un aspetto così emaciato che si ha quasi paura che non riesca a finire il programma, ma i salti sono belli, pura scuola Mishin. Preferisco di gran lunga il suo pattinaggio vecchio stile russo a quello tutto mossette a ammiccamenti (ma povero nella sostanza) di molti suoi colleghi d'oltre oceano.
    Krasnozhon e Bychenko li metto assieme. Ingiudicabili al momento, sono chiaramente fuori condizione. Entrambi a gesti e parole fanno capire sul K&C che in futuro andrà meglio. Dell'americano sapevo dell'infortunio, che presumo lo abbia bloccato a lungo, provocando anche un evidente appesantimento del suo fisico. Di Bychenko non so, ma conoscendo la sua abituale solidità dev'essere capitato qualcosa anche a lui, altrimenti non so spiegarmi i suoi tanti errori.
    Tanaka lo vedo in una sorta di limbo dal quale non riesce a uscire. È un bel pattinatore, come in genere tutti i giapponesi, segno di una scuola che insegna qualità, ma manca di costanza, e alla fine continua a litigare con ciò che in teoria saprebbe già fare, senza riuscire a progredire verso il livello superiore. E resta un incompiuto. (Al momento noto una specie di buco nella seconda fascia degli atleti maschi giapponesi, dove qualche anno fa c'era invece un vero affollamento).
    Harris è inglese. Si vede e si sente nelle sue scelte musicali. In una gara dove lui e Virtanen sono un po' i vasi di coccio fra quelli di ferro, se la cava e non sfigura, a differenza del finlandese. Virtanen ha 31 anni e la sua prestazione mostra i limiti non solo suoi ma anche della scuola finnica, incapace in campo maschile di proporre un adeguato rinnovo. E sì che in uno dei paesi principi dell'hockey i palazzetti non mancano...

    Edited by Tran-Ky-Ky - 5/11/2018, 09:46
     
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