Alena KOSTORNAIA (RUS)

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    Alena Kostornaia: non mi piace che mi chiamino angelo. Non sono un angelo, non e' la mia storia!

    Intervista con Alena Kostornaia riguardo la cancellazione dei mondiali e allenamento durante il lockdown.

    I: Alena, come stai durante questo periodo di isolamento? Nessun problema con i muscoli?
    A: E' la prima volta che succede qualcosa del genere. Penso che, non appena ritornero' sul ghiaccio, cosi' come per tanti altri, sara' come dover imparare a pattinare di nuovo. Uno stop del genere non e' normale per noi. Ma dobbiamo affrontarlo in qualche modo.

    I: Da quanto non pattini?
    A: Da quando e' iniziato il lockdown, quindi dal 20 Marzo.

    I: Come hai reagito alla notizia dello stop degli allenamenti su ghiaccio?
    A: Ci avevano deto che sarebbe stato solamente per una settimana, percio' non ci demmo troppo peso. Cosi' passo' una settimana, e poi un'altra e ci rendemmo conto che sarebbe continuata per chissa' quanto.

    I: Ti manca il ghiaccio?
    A: Certamente. E' parte della mia vita, e di colpo non ce l'ho piu'. Non capisci che altro hai da fare.

    I: Come riescono i pattinatori a sopravvivere ad uno shock del genere, soprattutto dopo la cancellazione dei mondiali?
    A: Probabilmente che nulla deve essere dato per scontato. Probabilmente e' stato un bene che non siamo andati ai mondiali, perche' ci sarebbe stato un maggiore rischio di essere infettati. Ok, se anche fosse successo, siamo ragazzini, avremmo risposto bene alla malattia, ma ad esempio Sasha (Trusova) vive con sua nonna. Sarebbe tornata a casa e l'avrebbe infettata. E' una questione di sicurezza. Perche' noi pattinatori per i nostri bisogni dovremmo mettere qualcun altro a rischio? Ed e' qualcosa alla quale teniamo piu' del riposo! Ci saremmo compotati come quelle persone che sono andate al barbecue. (? forse qualcosa che e' successo in Russia e che non conosco)

    I: Come hai reagito quando hai saputo della cancellazione dei mondiali?
    A: Non avevo ancora compreso bene cosa stava succedendo. Ad una certa, andavamo sul ghiaccio ma non allenavamo piu' i programmi completi, non ci allenavamo su alcuni elementi particolari. E dopodiche' mi abituai a tutto cio'. Pero' inizialmente non avevo ben compreso cosa stesse succedendo. Il giorno della partenza, Martedi' se non erro, e' stato il giorno piu' triste della nostra vita. Sapevamo che si aspettava un lungo volo, un nuovo paese, tutto diverso. Per questo amiamo viaggiare. E poi capimmo che niente di tutto cio' sarebbe accaduto ed e' stato difficile darsi una ragione perche' volevamo solo gridare: "Per favore lasciateci andare! E' cosi' ingiusto!".

    I: Da chi hai ricevuto la notizia?
    A: Lessi riguardo alla futura decisione la domenica. A casa dissi a mia madre: "Forse non andiamo." E rispose: "Sei impazzita? Anche se morissero tutti, tu vai." La mattina successiva, le notizie riguardo la cancellazione dei mondiali erano dappertutto su internet.

    I: Hai parlato con i tuoi allenatori riguardo a questa situazione?
    A: Immediatamente scrissi a Daniil Markovich (Gleikhengauz): "Non andiamo?". Rispose di no. E da li' non ne discutemmo piu'. Scherzammo sul fatto che sono sempre sfortunata con i campionati mondiali (ridendo). Ho partecipato solo ad un campionato mondiale junior, il successivo non ho potuto partecipare e ora nessuno puo' andarci.

    I: Eri preparata per questi mondiali?
    A: Non posso dire che ero in perfetta forma. Era nel normale, allenata tutto sommato. Riguardo agli infortuni, succedono a tutti gli atleti, e' inevitabile. E' inutile rinunciare a tutto durante la guarigione, tanto appena ricominci a saltare si ritorna ai soliti problemi. Quindi, se qualcosa fa male, e' meglio curarlo insieme agli allenamenti, senza mancare a nulla.
    Quando qualcuno dice che ha male da qualche parte, Eteri Georgievna ci riunisce tutti insieme e dice: "Alzi la mano chi non sente dolore".

    I: Ai campionti europei hai dichiarato di essere cresciuta. E che, nel bel mezzo della stagione in corso, hai dovuto affrontare il problema che ha fatto tirare indietro molti atleti per diverse stagioni o proprio mollare lo sport. Come hai affrontato questa battaglia? Sei riuscita ad adattarti ai cambiamenti?
    A: Certo, soprattutto ora senza allenamenti, stiamo crescendo tutti e cambiando. Anche se siamo sottoposti a diete restrittive o ci incatenassimo per non crescere, siamo ragazzi e, di sicuro, quando ci alleniamo, c'e' un carico cospiquo sulla colonna vertebrale che rallenta la nostra crescita. E ora, senza questo carico, e' come se fossimo in vacanza piu' a lungo. Ci dovremmo lavorare.

    I: Come rimani in forma ora? E' praticamente impossibile saltare in un appartamento.
    A: Ho due allenamenti giornalieri. Inizio il promo correndo e poi treadmill. Poi vado nella mia palestra temporanea, che e' una stanza disassemblata di casa mia. Salto sugli stepper, salto la corda, faccio dei doppi axel a secco. Non riesco a fare i tripli a secco. Poi faccio dei flip, lutz, loops, cose che non richiedono molto spazio.
    Il secondo allenamento e' danza classica alla sbarra. Allenamenti individuali per i piedi, usando le scarpette da classica. Poi del cardio e stretching.


    I: Sei molto indipendente per essere cosi' giovane.
    A: E' normale. Mio fratello pratica calcio e anche lui si allena e non ha nemmeno 12 anni. Anche nostra madre si allena. Ci alleniamo tutti.

    I: E' difficile psicologicamente questo isolamento?
    A: Si'. E' molto difficile, soprattutto non essendo abituata cosi' tanto a stare a casa. L'anno scorso, mentre stavo recuperando da un unfortunio, dovetti rimanere un mese a casa, e dopo "Dio finalmente il ghiaccio!".

    I: Stai anche studiando?
    A: Ora che ho tempo. La scuola ha un proprio sito web e studiamo online. E facciamo dei quiz. Ora sto recuperando le materie dove non ero molto brava.

    I: C'era un libro di neurochirurgia sulla tua scrivania in un video...
    A: E' un libro del famoso neurochirurgo Henry Marsh. E' una persona incredibile. Lo sto leggendo ora, memorizzando molti punti. Mi piace molto questo libro perche' ogni capitolo e' dedicato a malattie particolari. E sono descritte dettagliatamente, per esempio, taglia questa parte, togli questo, etc. Tutto e' molto realistico e scritto in una maniera molto semplice! Ho anche il secondo volume.

    I: Fai sul serio?
    A: Si'. Ho l'esame l'anno prossimo. Non mi tiro indietro soprattutto ora che questa porta mi si e' aperta e sono grata di avere questa possibilita'.

    I: I tuoi fans stanno proponendo musiche per i programmi per la prossima stagione.
    A: Certamente io e i miei allenatori dovremmo scegliere i programmi e vedere se sono adatti a me o no, soprattutto sul ghiaccio. Le idee sono sempre apprezzate e ci servono. Le persone consigliano cosa potrebbe valorizzarmi secondo la loro opinione ma l'ultima parole rimane sempre agli allenatori. Nel mio caso, se mi piace un brano, allora imploro: "Eteri Georgievna, Daniil Markovich, per favore, vi prego!" (ridendo). Non possono rifiutare le mie implorazioni. Perche' e' un bene pattinare un programma con piacere e gioia.

    I: Negli ultimi anni, sei una delle poche al Chrystalny che ha avuto la possibilita' di interpretare il proprio personaggio preferito. Mi riferisco al tuo programma libero. Hanno anche dichiarato che tu hai insistito molto su Bella Swan di Twilight. Come hai reagito i tuoi allenatori?
    A: La sua immagine sono io. Quando mi diedero il personaggio dell' "Angelo" sapevo cosa dovevo dimostrare. Ma quando interpretai Bella stavo interpretando me stessa ed era difficile cambiare dei dettagli. L'idea non e' stata solo mia, anche Eteri Georgievna era ispirata dal mio comportamento, dalle mie azioni e atti, e venne anche a lei quest'idea.
    Le idee non spuntano dal nulla. I coach cercano di tirare fuori la vera essenza dei propri pattinatori osservandoli a lungo. Cosi' nascono i programmi. E si' non mi piace essere chiamata un angelo. Non sono un angelo e non e' la mia storia! (ride).


    I: E che ci dici dei programmi per la prossima stagione? Qualche idea?
    A: Non so ancora nulla riguardo ai miei programmi. Sara' una sorpresa quando mi faranno sentire la musica dicendo: "Questo e' il tuo programma." Ho mandato dei brani a Daniil Markovich. Non so se gli possano piacere o meno.

    I: Molti esperti ritengono che tu sia la pattinatrice perfetta per questo sistema di giudizio. Fili e velocita' fantastici, difficolta' tecniche elevati. Ti aiutano questi giudizi?
    A: Interferisce molto con la pratica essere chiamata un ideale di pattinatrice. Nessuno e' perfetto, nemmeno io. Forse in pochi si lamentano di me. E non ritengo i giudizi negativi mossi per nulla, mi fanno capire dove sbaglio. Non ti annoi mai con me. (ride). Inoltre, questa idolatria e' solamente superficiale, un'immagine.

    I: Non si sa ancora nulla riguardo alla prossima stagione. Nessun calendario e sicurezza riguardo ai mondiali. Sono tutti infastiditi. Che succede agli atleti?
    A: Riposiamo e ricominceremo. Di solito le nostre vacanze durano massimo 3 settimane. Se riposi per 2 settimane, recuperi la forma fisica velocemente. Con 3 invece sarai rallentato. E cosi' se queste 3 settimane si allungano. Ti dimentichi di come si fanno certe cose e devi ricominciare. A volte scherzavamo riguardo alla "ricerca di noi stessi". Dovremmo affrontarlo.

    I: Non ti fa paura tutto cio'?
    A: Ogni volta che ritorniamo sul ghiaccio e' come ricominciare da zero. Quindi lo affronteremo. Non siamo gli unici, tutto il mondo e' nella stessa situazione.
     
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