Ha preso parte a un documentario, "Faut Qu'On Parle", su Canal+ (penso sia pay tv) in cui ha fatto coming out. L'ha scritto su Instagram condividendo questo post
Didascalia tradotta con Google
CITAZIONE
Ciao Instagram 🏳️🌈 Se non hai visto il documentario "Dobbiamo parlare" di @canalplus, penso che ti stia perdendo qualcosa, quindi se hai un'ora vai a guardarlo!
Mi sento libero, in pace con me stesso e soprattutto più forte che mai
Quando Lyes e Arnaud mi hanno chiesto di partecipare a questo documentario su @canal, non sono stato subito d'accordo, poi alla fine mi sono detto "perché no". Non ho sentito il bisogno di fare coming out in pubblico. Ma avevo questa necessità di liberare la parola per poter aiutare le generazioni future a prosperare serenamente nel mondo dello sport!!!
Grazie Lyes, Arnaud, Canal + e il team tecnico per il loro audacia, mettendo in evidenza il tema delicato di questo magnifico documentario. Agli altri 5 atleti che hanno avuto il coraggio di parlare a cuore aperto per il documentario: BRAVO! Ce l'abbiamo fatta ragazzi 💪🏼 Al mio compagno che da quasi 2 anni condivide la mia vita e che mi sostiene in ogni mia tappa. Alla mia famiglia e al mio migliore amico che mi hanno accettato per quello che ero e che sono stati lì nei momenti più difficili. Alla mia coach Silvia che mi ha accompagnato in tanti eventi. A tutti coloro, ragazzi, atleti, adulti che non sono ancora riusciti a vivere pienamente, spero che questo report vi permetta di essere finalmente voi stessi!
(Piccola dedica al cameraman che ha osato fare lo stuntman e ha messo i pattini per realizzare immagini così belle)
(Dai il cinque al piccolo Kevin di 16 anni che ero, sono orgoglioso di noi)
Oggi mi sento più forte che mai. #FautQuOnParle #Proud #PrideMonth ️🌈
I’m sorry, I don’t know it’s… I wanted to come back again. Inside is so fresh right now, I’m sorry. I’m so happy. So happy that I have no words. I take from this competition that I love figure skating so much.
Secondo me l'ispirazione è al balletto conclusivo del film "Bolero" di Claude Lelouch, sulle musiche di Ravel. Le movenze di Kevin in effetti mi ricordano quelle del ballerino nella scena finale del film. Questi gli intenti. Sui risultati... Bolero è una musica molto difficile da portare sul ghiaccio perché, pur essendo coinvolgente e di sicuro effetto sul pubblico, non concede pause e va in crescendo fino alla fine. Richiede una coreografia altrettanto piena e una capacità di continuare ad accelerare dall'inizio alla fine del programma che non è da tutti. In questo contesto le rincorse di Kevin per i salti appaiono particolarmente vuote e dissonanti rispetto a una melodia che invece prosegue incalzante, e i suoi gesti coreografici non bastano a riempire il programma. Va anche detto che siamo a inizio stagione, c'è tempo per mettere a punto i dettagli e affinare la coreografia. Certo che si è preso una brutta gatta da pelare. Personalmente ho sempre sperato che ci provasse Jason Brown, l'unico, credo, dotato della tecnica e della potenza necessarie per estrarre un programma memorabile dal Bolero.
Ps Poi, vabbé, la memoria mi torna a Carolina Kostner. Lei sì poteva permettersi lunge rincorse senza che il programma ne risultasse vuoto... Sono andato in tempo reale a rivedermi il suo Bolero. Resta un termine di paragone molto scomodo per chiunque.