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Intervista di Slava Varda ad Anna Rizatdinova pubblicata su Sportarena.com il 5 luglio
Traduzione da link
- Anya, raccontaci che cosa stai facendo adesso e perché già da qualche tempo non ti si vede in pedana - Beh, per prima cosa, adesso, dopo lo sport, dopo le Olimpiadi, in un certo modo è successo che mi sono capitati molti problemi uno dietro l’altro, intendo infortuni. In un certo senso per quattro anni davvero non ho avuto infortuni, non ho avuto nessun problema. Evidentemente c’era una qualche disposizione sia mentale che nell’organismo che andava verso l’obiettivo e basta. Davvero! Posso addirittura vantarmi di non aver avuto nessun insuccesso in quattro anni, è qualcosa di eccezionale. Adesso hanno cominciato a capitarmi uno dietro l’altro, alla Deryugina Cup il piede, recentemente mi sono svegliata con un ginocchio gonfio…Cioè, effettivamente adesso stanno uscendo fuori tutti questi problemini.
- Gli eterni compagni di viaggio dello sport agonistico… - Per questo, mi alleno sì con le bambine e tengo delle master-class, ma tutto questo con giudizio, non mi carico troppo perché capisco che il corpo deve riprendersi dopo tutto il carico che è stato dato al mio organismo. Ma in generale adesso è un periodo della mia vita molto interessante! Mi invitano in tutti i Paesi, soprattutto, certo, in Europa. Ma ci sono anche inviti (semplicemente non ho ancora realizzato questi viaggi), che vengono dal Giappone, dall’America, per delle master-class. E’ una cosa che mi piace molto! Mi interessa rendermi conto di come mi comporto con le bambine, come le bambine reagiscono a me, perché un buon atleta non è sempre un buon allenatore. E per me adesso questo è importante perché non ho ancora deciso quale professione svolgerò in seguito, ma sicuramente sarà nello sport. Quando mi chiedono “Ti ritiri dallo sport o no?” posso dire con esattezza che dallo sport non me ne andrò mai. Perché gli ho dedicato tutta la mia vita, è il mio campo di attività, rimarrò probabilmente nello sport per sempre. E in quale veste, è probabilmente un particolare secondario. E’ chiaro che la vita di una ginnasta non è eterna. Penso di aver fatto il massimo nello sport. Ho raggiunto tutto quello che potevo desiderare. Addirittura fino al titolo di ”Atleta del Mese” o alla cerimonia “Gli eroi dell’anno dello sport”…Ossia, perfino queste cose, tutto quello che desideravo in linea di massima si è avverato.
- Per te sono davvero importanti questi diplomi e statuette? - Importantissimi! (Ride) Ecco, nello sport si è avverato tutto e in futuro (ancora non lo so) farò la carriera di allenatrice o qualcosa relativo allo sviluppo dello sport, o la coreografa, o degli show. Per ora non riesco a decidere con precisione, ma adesso ho così tanti inviti in tutto il mondo e, chiaramente, non li rifiuto. In ogni caso mi mantengo in forma, eseguo i carichi di allenamento, in più insegno alle bambine. Cioè, penso che non bisogna tenere dentro di sé tutta quell’esperienza accumulata. E la cosa più piacevole per me è quando alla fine della master-class, alla fine dell’allenamento, una bambina corre dalla mamma e le racconta: “Guarda, mamma, ho imparato questo e questo e questo!” e le fa vedere i nuovi elementi. E’ bellissimo, perché nel complesso facciamo crescere la ginnastica nel mondo e io naturalmente sono ben volentieri a favore di questo! Quindi per adesso mi occupo di questa attività così piacevole.
- Dici tutto questo come una persona che ha sicuramente già terminato la sua carriera di atleta agonista… - No. Io amo moltissimo sognare! Ma amo sognare in modo realistico. Cioè, non voglio adesso promettere ai fan che mi vedranno a Tokyo e poi creare moltissime delusioni. Le persone sono rimaste molto deluse quando non ho gareggiato alla Deryugina Cup (mi sono ritirata dalla competizione per una recidiva dell’infortunio). Mi rendo conto di come sarebbe se promettessi di gareggiare alle Olimpiadi e la gente poi non mi vedesse… Penso, sai, che è come se per tutta la vita mi avessero preparato per Rio de Janeiro. Ed è vero! Per quante emozioni, e forze, e energie nervose, ho dato. Davvero, ho dato tutta me stessa!
- In questi quattro anni non hai visto nulla oltre a palestra e attrezzi? - Sì! Mi sono chiusa. Benché probabilmente fosse possibile non chiudermi a quel livello, come ho fatto io. Probabilmente avrei anche potuto vivere normalmente. Ma mi sono detta: “No! Adesso devi dedicarti solo alla ginnastica, solo agli allenamenti, solo ad ammazzarti in palestra. Non c’è altro modo!”.
- Beh, funziona così per una medaglia olimpica! Tanto più nel vostro sport. - E ha funzionato! Per questo penso di aver fatto tutto correttamente.
- Pr essere più precisi volevo dire che non hai visto nulla oltre a palestra, attrezzi e al marchio “Audi” (la macchina di Anna Rizatdinova, N.d.A.). - E’ vero! E avevo anche una bandierina in macchina, di “Rio”, che guardavo e sognavo: “Signore, aiutami, fai solo che a Rio mi vada tutto bene!”. Qualche volta addirittura costringevo le allenatrici. Dicevo: “Dai, Ireesha, magari lo faccio un’altra volta, che poi mi potrebbe essere utile alle Olimpiadi!”. E quando arrivi al punto che sono le allenatrici a fermarti ti rendi conto che è in corso un grande lavoro e stanno lavorando delle vere professioniste. E’ una cosa bellissima. Per questo penso che Rio sia stato il mio picco, il mio culmine. Passare un’altra volta tutto questo? Non è che non vorrei…
- Ogni cosa a suo tempo? - Semplicemente vorrei concludere in modo che fosse tutto bello e brillante come a Rio! Non sono sicura che arriverei a Tokyo nella stessa forma, con lo stesso desiderio. Come ogni persona un atleta si consuma nella propria attività. Ecco, io mi sono consumata un pochino perfino dopo Rio! Cioè, ho dato davvero tutta me stessa! Al punto che dopo Rio mi è addirittura passato questo interesse per la ginnastica. Altri sei mesi dopo le Olimpiadi ho gareggiato per una società italiana, ho fatto dei gala…Ma non era già più così, era già come un retrogusto.
- Sei entrata in pedana già con il titolo. - E tutto quello che è stato prima di Rio era completamente diverso! Per questo, sì, probabilmente ogni cosa a suo tempo e non voglio che mi guardino in pedana già con rimpianto, come una “vecchietta”, con compassione. Tipo: “E dai! Sei fantastica! E dai! Eri così fantastica! Resisti ancora un pochino!” Non voglio che sia così. Volevo concludere in modo brillante. Ecco, Rio è stata proprio la mia gara migliore, penso!
- Ma tu non hai avuto uno “show di addio”? - Certo che no! La gente ancora non sa se me ne vado o no. E’ un mistero per tutti. E sinceramente, tuttora anche nei social me lo scrivono, sebbene abbiano già capito che non risponderò pubblicamente a questa domanda. Mi chiedono: “Ti vedremo in pedana o no? Ti sei ritirata o no?”
- Semplicemente non lo sai ancora tu stessa? - Sì. Ecco quello che dicono, Mamun e Rizatdinova pare che non abbiano fatto nessuna dichiarazione come Kudryavtseva che ha detto che si ritira dallo sport. Per questo la gente è in attesa del miracolo, che sia Mamun che Rizatdinova magari ritornino.
- Almeno qualcuna del podio di Rio… - Ma non so. Sia Rita che io adesso abbiamo una vita molto attiva. E mi sembra che Rita, così come me, sia riuscita ad arrivare a una vita normale.
- Ma mi sembra che Rita si stia per sposare, no? - Sì, le è stata fatta la proposta di matrimonio. E’ possibile che il matrimonio sia presto. Anche qui, ha raggiunto il suo obiettivo e va avanti, non si ferma a quello che ha conquistato. Ma io non so dire con sicurezza se ho terminato l’attività agonistica o no, tuttavia, mi ripeterò di nuovo, io resto nello sport! Perché non succeda alla gente che “Ecco, ti sei ritirata, piangiamo…” E anche se ci sarà un addio, voglio che sia assolutamente positivo. Certamente vorrei organizzare un saluto o un addio festoso. Non so solo in quale Paese si svolgerà, ma vorrei realizzarlo.
- E in quale Paese vorresti? - Dove ci sono molti fan della ginnastica. Dove ci fossero molte Nazioni ospiti e fossi circondata dalla mia famiglia della ginnastica mondiale nella quale sono stata per lunghissimo tempo, così lo vorrei!
- Sulla continuazione della carriera abbiamo parlato ma adesso, attenzione, tu hai ricordato Rita Mamun e il fatto che abbia ricevuto una proposta di matrimonio. Anna Rizatdinova non si sposa a breve, per caso? - Oh, adesso ho una vita talmente attiva per quanto riguarda lo sport e non ho in questo momento l’obiettivo concreto di sposarmi. Una cosa, ecco, l’ho fatta, e a si può dire che adesso per me sia un “periodo di transizione”, ci sono trasferte, viaggi, master-class. Mi vedo di più con gli amici inoltre, perché è capitato che io abbia più amici in altri Paesi, e mi invitano più spesso. Dò molta più attenzione ai miei genitori. Ho capito che ero talmente presa ad inseguire quelle medaglie, quelle gare, che addirittura non mi rendevo conto né dei miei genitori né di nessuno.
- E finalmente hai cominciato a guardarti intorno? - Adesso posso starmene semplicemente un po’ seduta, stare con i miei genitori. Dio, quanto mi mancava questo! E’ una cosa bellissima! E’ chiaro che desidero molto una famiglia. Ma in questo momento sono maggiormente orientata verso lo sport, per questo adesso per ora sono ancora nello sport.
- Raccontaci più nei particolari delle master-class che tieni adesso in Europa. Ad esempio in Spagna, dove amano con grande calore le ginnaste ucraine. - In primo luogo, lì ci sono molte società. Ed ognuna cerca, naturalmente, di essere la migliore. E come si fa ad essere la migliore? Ci sono molti modi. Ed uno dei modi, come si pensa in Europa, è di invitare le ginnaste di alto livello delle altre Nazioni. Perché ogni Nazione ha una propria scuola, una propria cultura. E loro le invitano nella loro società, pagando completamente…beh, viene proprio pagato tutto! Cioè, si creano tutte le condizioni, purché si insegni alle loro bambine, si racconti come e cosa, si faccia imparare quello che serve. E queste master-class si svolgono sotto forma di stage, un paio di giorni, o una settimana, o ti invitano per più tempo se a tutte è piaciuto tutto. Il numero delle bambine può essere da 50 a 100. Le dividono addirittura in gruppi. Coloro che desiderano partecipare sono moltissime e ancora non è mai successo che ad una master-class arrivino soltanto 20 persone. No! Si fanno accordi in anticipo, si fa la pubblicità. Inoltre mandano la pubblicità quasi a tutte le scuole spagnole che dal tale giorno arriverà Anna Rizatdinova. Vanno con i genitori addirittura in altre città, solo per andare a questa master-class. Ed è una grande crescita per questo sport, secondo me. Ogni Nazione porta qualcosa di nuovo nella stessa Spagna e così nascono nuove stelline, la nuova generazione.
- E queste iniziative, siamo onesti, sono la base per la preparazione in questi Paesi delle future atlete che saranno al top. - Naturalmente! Ma che pensi, in America…la Nazionale americana di ginnastica non è arrivata neanche in finale, le ragazze non avevano ottenuto il pass per Rio. E adesso una ragazza può già ambire ad una medaglia nel programma individuale. Come? E’ una cosa eccezionale!
- Ho sentito che le tecniche ucraine adesso stanno facendo grandi sforzi per questo… - E’ davvero una cosa eccezionale! Per l’America è un enorme successo. Inoltre lì non è una ragazza sola ma due-tre che possono arrivare tranquillamente in finale. Le nostre ragazze, le ucraine, riescono appena ad arrivare in finale e l’America è già a quel livello. Ed effettivamente perché in America, in moltissimi Stati, lavorano allenatrici addirittura neanche russe ma ucraine. E alla fine dei conti abbiamo questo risultato.
- Adesso ti interessa girare per il mondo e semplicemente tenere queste master-class o punti al lavoro di allenatrice in un qualche concreto Paese? - In generale punto a me stessa, se sarò in grado di lavorare come allenatrice. Non lo so ancora con sicurezza.
- E cosa ne pensi? - Beh, per ora le bambine sembrano tutte soddisfatte. Vorrei dare attenzione ad ognuna, è chiaro, avvicinarmi ad ognuna, toccare ognuna, sfiorare ognuna, perché tutte siano contente. Ma una cosa è tenere delle master-class, e un’altra sgobbare in palestra giorno dopo giorno. E io per ora non so se sono pronta. Perché il lavoro di allenatrice è terribilmente pesante. Anche qui è la stessa cosa, darsi interamente e completamente. E con le mie ambizioni…Io voglio delle star!
- Per te allenare semplicemente è poco? - Se allenerò, voglio che siano delle numero uno, voglio portarle in giro per l’Europa, per il mondo. Mi sembra che per me sarebbe poco avere semplicemente una scuola a un qualche livello.
- E’ solo che una numero uno deve comunque venire preparata per molti anni. - Per questo ho paura di non avere abbastanza pazienza per prepararla dall’età infantile fino ad essere una campionessa. Per ora sto osservando soprattutto me stessa.
- Allora parliamo di osservazioni. Recentemente sei stata a Monaco… - Per la prima volta. Per me era una sogno, Monaco! Perché abbiamo sentito parlare tutti tantissimo di Monaco. E’ una vera “bomba.
- I particolari - Beh, per prima cosa prima le mie allenatrici non mi avrebbero permesso di andare a Monaco! Anche se avessi accennato “posso fare un salto di un paio di giorni?”. Per questo, finché c’era lo sport mi rendevo conto che non si poteva nemmeno parlare di nessuna Monaco. Invece adesso ci sono riuscita. Sono andata a Monaco e davvero tutto quello che si sente dire è giustificato, a Monaco è davvero fantastico. Lì ci sono molti atleti, è bellissimo, stupendo.
- Hai perso dei soldi o li hai vinti? - Non sono stata al Casino. Ho fatto solo delle fotografie all’ingresso di questo famoso Casino di Montecarlo (ride). Poi sono stata a Saint-Tropez, che anche mi ha molto colpita! Effettivamente ha un suo romanticismo, una sua magnificenza. Ma con tutto ciò non ho notato ostentazioni di qualcuno o qualcosa che mi mettessero a disagio. Nessuno si sconvolge per l’aspetto che hai, ti metti un paio di jeans, una maglietta e ti senti benissimo!
- Tutto semplicissimo? - Sì. E’ stato bellissimo quando in uno dei ristoranti abbiamo incontrato Karl Lagerfeld! E lì c’era anche Penelope Cruz!
- Bene, bene… - Fra l’altro io non l’avevo proprio riconosciuta! Lei si è avvicinata a lui per salutarlo mentre io ero al tavolo con una mia amica e la mia amica mi dice: “Secondo te chi è questa donna che gli si è avvicinata?” Io dico “Non lo so…una brutta, vecchia” (ride). Beh, da dietro non aveva un bell’aspetto. A questo punto si gira ed era Penelope Cruz! Ho detto “Beh…ho sbagliato un pochino…” (ride). Noi naturalmente avremmo voluto farci delle foto con loro, ma poi abbiamo deciso che bisognava rispettare il loro spazio. Ci siamo messe nei loro panni, poveretti, se in quel momento fossero tutti accorsi a fotografarsi non avrebbero cenato. Non sarebbe stato bello. Per questo tutti li hanno rispettati, è stato tutto tranquillo, educato, nessuno li ha infastiditi. E anche questo incontro mi ha colpito, vedere persone così! Non per niente si dice che bisogna assolutamente andare nel sud della Francia, almeno per una giornatina, vedere almeno una cosa, Cannes, Nizza o Monaco, è sicuramente qualcosa di bellissimo!
- Per quanto riguarda Karl Lagerfeld che hai visto da vicino, sprigiona questo grande magnetismo come dicono? - Lui è sicuramente grande! Perfino dalla sua semplice presenza si percepisce questa “energia della star”. Senti che vicino a te c’è una persona non comune. Lui si comporta, si porge in un modo che volente o nolente ti giri a guardarlo anche se sta dietro di te. Anche nel vestire è curatissimo. Senso del gusto, dello stile, ha davvero tutto. Perfino in un ristorantino. Oh Dio, avrebbe potuto entrare in quella caffetteria in pantaloni e maglietta! Ma lui perfino in un normale ristorante è arrivato come lo vediamo sugli schermi televisivi, camicia, giacca, pantaloni, spilla, cravatta, occhiali. E’ veramente una cosa molto bella e davvero lui è un’icona di stile! Certamente quando si è tolto gli occhiali l’età si vedeva. Ma in generale è fantastico, davvero!
- Cos’altro ti ha toccato in questo periodo nei tuoi viaggi? - Mi tocca la Spagna. Ogni volta! Non smetto di innamorarmene. Tutto parte, naturalmente, dalla gente. Beh, questo ormai lo sanno tutti che c’è positività ovunque, si capisce. Quelle stradine, quei negozi. Ecco, proprio, perfino le vetrine dei negozi. Puoi anche non entrarci dentro, ma lì è tutto fatto talmente con gusto! Si possono incontrare molte celebrità, atleti. Adoro la Spagna.
- Dove sei andata a divertirti? - Sono andata perfino a una partita della Champions League. Benché io non sia particolarmente appassionata di calcio, ma quando vedi Messi, Ronaldo e Neymar dal vivo è sicuramente fantastico. (Ride).
- A proposito, tu sei una shopping dipendente? - Certo! (Ride) Penso che ogni ragazza sia una shopping dipendente! Anche mia mamma è così. Mamma ha lo stesso problema, papà si arrabbia sempre. E adesso ci sono anche io…(ride). Non amo fare shopping a lungo e non amo quando mi sta addosso un consulente, chiedo subito quello che mi interessa. Ma adoro lo shopping! Inoltre mi succede di avere la nausea dell’abbigliamento sportivo. Per esempio, dopo le Olimpiadi sono andata a comprarmi una guardaroba completo, abiti, gonne, scarpe con i tacchi. Invece adesso sono stata in Spagna, sono entrata in un negozio di sport e mi sono resa conto di quanto mi mancasse l’abbigliamento sportivo. Ho comprato praticamente di tutto, shorts, magliette. Allo stesso modo posso fare incetta anche di abiti, sono il mio punto debole! Sicché sì, i negozi sì!
- Tu potresti stabilirti da qualche parte in Europa o in America? - Penso di sì, che potrei. Ma mi sarebbe difficile ambientarmi, perché amo Kiev! A Kiev conosco tutto, comunque non mi sento estranea! Qui mi sento come a casa. Qui sono come una di loro. Io non riesco ad arrivare in un posto e immediatamente sentire che sì, questa è casa mia! Forse tutti hanno il sogno di vivere a Barcellona. Sole, mare, atmosfera positiva. Ma proprio viverci, trasferirmi in un Paese dove non hai neanche un conoscente, neanche un amico e in linea di massima sei sola…Certo è una cosa che ti mette un po’ d’ansia. Ma in linea di massima in due Paesi probabilmente potrei vivere, una parte dell’anno a Kiev e una parte in Europa o in America! L’America è lontanuccia, certo. La Spagna è meglio! (Ride).
- Tu mantieni i rapporti con gli amici a Kiev? - Sì. A Kiev mi sono rimasti degli amici ma sono tutti in linea di massima legati allo sport. I miei amici più cari sono più all’estero. Adesso tutti mi chiamano e mi dicono che adesso non ci sono più scuse, le Olimpiadi sono finite, prendi un aereo e vieni. Prima davvero avevo delle scusanti, che mi stavo allenando, mi stavo preparando, ma adesso devo andare da ognuno di loro. Piano piano mi sto ormai allontanando dalla palestra.
- Oh, come sono pesanti per te queste parole - Sì…E siccome mi sto allontanando un pochino dalla palestra anche i rapporti diventano così, lontani. Ma è una cosa naturale. Tuttavia cerco comunque cerco di sostenerle sia ai campionati che in tutte le tappe di Coppa del Mondo, ad esempio Alena Dyachenko. Se fa qualcosa “a casaccio” subito le scrivo! E naturalmente faccio i complimenti a Vika Mazur e alle ragazze del collettivo, non posso non seguirle! Per quanto io possa essermi stancata della ginnastica, comunque seguo tutte le gare. Sono stata perfino ai Campionati Europei in Ungheria. Ci sono stata perché anche lì c’è una delle mie amiche, anche lei ginnasta, Dora Vass, ha gareggiato per l’Ungheria, che un tempo è venuta a prepararsi da noi a Kiev, e adesso mi ha invitato da lei. Ho trascorso lì un paio di giorni magnifici, ho guardato la ginnastica. Ma ho capito subito che basta: mi sono stancata. Probabilmente deve passare più tempo perché la ginnastica mi manchi di nuovo. Sono stata seduta lì quella mezza giornata di gare e basta…Ho cambiato il biglietto e sono partita prima. Non sono rimasta neanche per le finali.
- Perché, come si dice, il ricordo è fresco? - Devo allontanarmene ancora un pochino, averne nostalgia. E probabilmente per le Olimpiadi ci sarò, anche se ancora non so in che veste. Ma anche se ci andrò come tifosa, probabilmente mi interesserà già di più.
- Che cosa ti è rimasto impresso delle “attività culturali” durante i tuoi viaggi? - Beh, a Madrid c’era la mostra di Picasso. Io ho pensato “vado a vederla, è una cosa così interessante e utile per crescere”. E quando sono entrata e ho visto tutti quei quadri…Ma i suoi quadri non sono univochi, puoi stare un’ora a guardare questo quadro e non capire assolutamente cosa c’è dipinto. Cioè, lui aveva, come si dice, “un legame con l’altro mondo”, e così via. E dopo aver girato per questa mostra per una mezz’oretta ho capito di non capirci assolutamente nulla, di dovermene andare e prima leggermi una biografia di questa persona, capire il suo pensiero e dopo, probabilmente, andare a vedere questi quadri! Dopo, infatti, ho fatto proprio così, ho letto la sua biografia, ho capito che è una persona molto particolare e che bisogna rapportarsi ai suoi quadri nello stesso modo. Allo stesso modo mi ha sempre interessato la religione, perché è comunque un tema insoluto. In Spagna sono stata in un posto sacro impressionante, si chiama Montserrat (Monastero di Montserrat). Lì c’è una statua della Madonna con la pelle scura. Le persone arrivano, esprimono un desiderio, e ho sentito da molti che i desideri si realizzano in modo semplicemente stupefacente.
- Tu l'hai espresso? - Certo! Cerco di trovare e visitare le varie chiese ortodosse perché è una cosa che sento molto vicina e che mi interessa. Tra l’altro, ho guardato l’Eurovision. E’ stato bellissimo. Non so come sia stato dal vivo, ma per televisione mi ha colpito, e io stavo lì ed ero orgogliosa che l’avessero organizzato così in Ucraina. Concretamente ho tifato per il cantante portoghese e quando ha vinto, per me, naturalmente, è stato tutto perfetto. E’ stato fantastico!
- Su chi dobbiamo riporre le nostre speranze nel prossimo futuro nella ginnastica ritmica ucraina? - In questa stagione la nostra principale speranza è l’esercizio del collettivo! Le ragazze hanno iniziato così bene con la prima gara…Per loro la cosa principale e mantenersi così per quattro anni, è una cosa molto difficile, lo so. Ma hanno tutte le possibilità per le Olimpiadi, è un fatto.
- All’inizio del nuovo ciclo olimpico? - Sì, è una cosa molto importante. E’ proprio adesso che bisogna guadagnarsi il rating e rientrare fra le prime tre-quattro, anche cinque. Perché è questa cinquina che in seguito competerà, lotterà per le medaglie. Loro sono brave. In tutte le gare che ho guardato ogni volta è tutto pulito in modo stabile, e questo è importantissimo per la giuria. Sicché hanno tutte le possibilità.
Edited by Elettra_dancer - 12/7/2017, 23:35
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