Carolina KOSTNER (ITA)

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    Vanity Fair ha intervistato Carolina, che ha espresso la sua speranza di poter tornare a gareggiare

    Carolina Kostner: «Voglio tornare presto sulle piste di pattinaggio. Dentro ho ancora la scintilla»


    Riporto direttamente la parte domande-risposte

    Non ha potuto partecipare alle ultime gare di pattinaggio pre-pandemia ed è circolata la voce che lei stesse pensando di ritirarsi. Quanto c’è di vero?
    «In realtà, io non mi sono mai ritirata: dentro sento ancora «la scintilla» e spero di poter tornare presto sulla scena sportiva. Certo, con un infortunio che mi tiene lontana dalle piste per così tanto tempo, la domanda e il dubbio iniziano a insinuarsi, ma quello che mi sento di dire è che non trovo sia il caso di prendere una decisione in un momento in cui fisicamente sto ancora male, per non aver alcun rimpianto dopo. Preferisco essere paziente, seguire il piano di riabilitazione e nel momento in cui potrò tornare in pista e allenarmi, prendere la decisione giusta e con convinzione».

    Per quanto tempo ancora dovrà seguire il percorso di riabilitazione?
    «Purtroppo non c’è una tempistica precisa: tutto si è rallentato a causa della pandemia e in questi mesi mi sono potuta spostare poco per seguire le terapie. Le gare riprenderanno il prossimo autunno e questo mi dà abbastanza spazio temporale per rimettermi. Del resto, lo sport ci insegna proprio la tenacia. Siamo abituati ad avere tutto subito, ma a volte occurre puntare su obiettivi a lungo termine. Questa pausa, peraltro in un momento così difficile, insegna la perseveranza e a non rinunciare così in fretta ai propri sogni».

    Durante il lockdown e le restrizioni dovute alla pandemia, quali sono state le rinunce più grandi?
    «La cosa più difficile è dovermene stare sul divano pazientemente! Affrontando al tempo stesso un infortunio, in questo periodo di pandemia è stata una doppia difficoltà per me imparare a stare ferma. Poi, è ovvio, nella difficoltà si diventa anche creativi. Io ho sempre avuto una sorta di mini-palestra itinerante che ho sempre portato in giro per il mondo. Mi sono creata esercizi da poter provare in aeroporto, in camera d’albergo, in uno spogliatorio, quando non avevo accesso alle palestre: una cosa che ho imparato a fare grazie a tutti i viaggi e agli anni dentro allo sport. Poi, ho seguito anche tante drette IG e Youtube con le mie amiche, ci siamo divertite a provare insieme cose diverse e in un modo o nell’altro sono riuscita a trovare il mio equilibrio, a sentire il mio corpo e affrontare l’infortunio cercando di trovare un buon equilibrio tra il riposo e l’allenamento».

    Qual è la cosa che le è mancata di più in questi mesi?
    «Quello che manca tantissimo è proprio la socialità, il contatto spensierato con gli amici, la gente. Un semplice abbraccio è quella cosa di cui noi esseri umani abbiamo bisogno, certo grazie alla tecnlogia tutto è possibile, però spero vivamente di poter tornare alla normalità presto e di poter iniziare ad allenarmi insieme ai miei colleghi o anche solo darci appuntameno per un aperitivo. Quelle cose semplici che una volta che non le puoi più fare ti rendi conto di quanto siano importanti».

    Ha voglia di tornare anche a gareggiare?
    «La cosa sicura è che tornerò sul ghiacco, è la modalità a essere ancora incerta. Sono convinta che anche nel giorno – spero molto lontano – in cui mi ritirerò dalle gare, il pattinaggio sul ghiaccio rimarrà comunque nella mia vita, anzi: avrò molto più tempo a disposizione per portare questa disciplina in città italiane dove non si è mai vista. Anche in territori dove il ghiaccio non c’è vivono tanti giovani appassionati di questo sport che tuttavia non possono praticare».

    Una cosa certa mi sembra soprattutto il coraggio e la voglia di affrontare nuove sfide…
    «Il pattinaggio è la mia passione, la mia vita, il poterlo condividere con altre persone, con il mio Paese, è la mia missione. Nel momento in cui la mia attenziona passerà dal gareggiare a un altro obiettivo simile, sarò pronta ad affrontare le nuove sfide. La cosa bella è che la vita tante volte ti sorprende; ti fai idee, progetti, ma poi ti accorgi che è meglio lasciarsi guidare dalla spontaneità, da quello che ti può donare la vita. È quello che è capitato a me: da piccola vedevo mia cugina Isolde sciare, vedevo mio papà sfilare nei video delle Olimpiadi, ma chi mai avrebbe pensato che anche il mio sogno sportivo sarebbe diventato realtà? Anzi, penso che la realtà abbia superato tutti i miei sogni! Anche adesso mi trovo in un punto della vita in cui qualsiasi cosa avvenga, io non ho paura. È vero, l’incognita sul futuro mette un po’ di incertezza ma è qualcosa che capita a tutti, ciò che conta è tenere la visione sul quadro più grande, fare nel nostro piccolo quello che è possibile e poi lasciarsi sorprendere dalla vita! Di progetti e di idee ce ne sono tantissime, quello che pe me è più importante adesso è rimettermi in forma e guarire, tenere sotto controllo il dolore. E quando poi tutte le porte saranno aperte prendere delle decisioni».

    Tante giovani ragazze che la seguono su Instagram vedono in lei un modello sportivo e un esempio di grande tenacia e ottimismo. Qual è il punto di forza che l’ha sempre sostenuta e che suggerisce di “allenare”?
    «Il fatto di non rinunciare mai ai propri sogni. Di non vedersi mai solo all’interno dei propri limiti, ma di avere il coraggio di andare oltre e mettersi alla prova senza paura di sbagliare. Spesso è proprio questa paura che ci blocca e che fa di noi stessi l’avversario più grande. Non bisogna mai dimenticare poi le proprie radici, da dove si è partiti, e mai perdere per strada se stessi. A volte, quando si insegue un sogno, una passione, si lavora così tanto che si dimentica la cura di sè e invece è fondamentale concedersi qualche momento di coccola, di self care. In ultimo, suggerisco di non farsi troppo influenzare da quello che succede nel modo dei social. È vero, si tratta di una grande fonte di ispirazione, ma bisogna sempre avere una visione cririca, applicare “un filtro” alle cose, altrimenti si rischia di vedere sempre un prato più verde dall’altra parte, quando anche il nostro, di fatto, lo è».
     
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