| L’Italia comincia con il piede giusto questo World Grand Prix, battendo la squadra della Repubblica Dominicana per 3-1. (Parziali: 25-18: 22-25; 25-18; 25-17).
Al suo esordio, Carolina Costagrande si dimostra giocatrice tecnicamente valida, forte, potente e umile. La sua prestazione, nonostante l’emozione, è buona: fa 13 punti, lavora benissimo a muro.
Lucia Bosetti ha giocato da diesel. E’ partita in sordina, facendo fatica a mettere palla a terra e sbagliando qualche pallone in seconda linea che, assolutamente, non è da lei. Ma poi alza la testa, fredda come al solito, comincia a forzare in battuta e attacca con potenza, precisione e la consueta velocità. Fondamentale nella fase finale del match.
Tra i centrali, Martina Guiggi con la fascia da capitano delizia tutti con le sue fast e, perchè no, con le sue urla sottorete che indicano grinta e voglia di giocare: due caratteristiche che Martina ha sempre avuto. I suoi cinque muri chiudono una ottima gara da parte dell’ex capitano di Pesaro.
Passando a Valentina Arrighetti, non è proprio la sua giornata (nonostante gli 11 punti), perchè con Rondon si intende poco e male (soprattutto nella prima fase). Nel finale di gara, però, l’intesa con la palleggiatrice cresce e così anche la centrale di Bergamo, che ha la maturità per saper aspettare.
Serena Ortolani è la giocatrice con il maggior numero di punti messi a terra (19, 3 dei quali a muro) e come al solito è capace di altezze davvero maschili. Rondon si fida molto di lei e la mette in condizione di mantenere il braccio caldo. La sfrutta molto e lei la ripaga con tanti punti, soprattutto dalla seconda linea. Buona anche la sua prova in difesa.
Giulia Rondon trova pian piano le misure. Fatica un po’ nella gestione del gioco, spesso troppo allargata e troppo alta rispetto alla furbizia delle dominicane che a muro quasi non guardano, in certi momenti del match, le centrali azzurre, andando direttamente sulle bande. In ogni caso, la sua è una gara in crescendo. Fa un buon lavoro a muro e mette in campo tanta grinta.
Paola Cardullo fa delle cose fantastiche: difese in tuffo, ricezioni e tanti chilometri macinati senza fiatare. Una garanzia, un libero che pochi possono vantare.
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