Ice Skating e Rhythmic Gym Forum | Pattinaggio e Ginnastica Ritmica

Votes taken by Elettra_dancer

  1. .
    leokarbanov
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    Gp Marbella 2024

    la seconda parte è INCREDIBILE!!



    Edited by Elettra_dancer - 11/3/2024, 00:45
  3. .
    Serie A 2024 eccola finalmente!!

    magica e magnetica!!
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    Ginnastica, l’ex allenatrice Stefania Fogliata patteggia una condanna a 2 anni per i maltrattamenti alle baby atlete

    Fonte
    28.02.2024
    di Giovanni Ruggiero

    Già squalificata per un anno dal Tribunale federale, l’ex allenatrice ha lasciato il mondo della ginnastica. Ha risarcito le vittime e ha inviato loro una lettera di scuse.

    L’ex allenatrice di ginnastica ritmica, Stefania Fogliata, ha patteggiato una condanna a due anni con sospensione della pena, ma con l’obbligo di sottoporsi a un percorso riabilitativo. Lo scorso 18 ottobre, la gup di Brescia Federica Brugnara aveva rigettato la richiesta di patteggiamento a un anno, 10 mesi e 15 giorni.
    Si chiude il caso dell’allenatrice a un anno mezzo dalle prime denunce di 11 ginnaste che l’avevano accusata di maltrattamenti aggravati anche ai danni di alcune atlete tra i 10 e 14 anni subite dal 2017 all'accademia Nemesi di Calcinato, fondata dalla stessa Fogliata.
    La 32enne era già stata squalificata per un anno dal Tribunale federale della Federginnastica. Per le vittime il gip ha riconosciuto una provvisionale di 2.500 euro. A ognuna di loro, l’allenatrice aveva inviato una lunga lettera di scuse. Il gip aveva definito il comportamento dell’allenatrice «un quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni» a cui «si sono sommate le percosse». Secondo il giudice, Fogliata «ha saputo dosare vessazioni e complimenti, così da creare non solo soggezione, ma un vero e proprio condizionamento psicologico», che aveva trasformato le atlete «in automi», con un modus operandi «oppressivo e abusante».


    Ha anche ricevuto offerte di lavoro da federazioni all'estero, ma ha ribadito di non voler mai più fare l'allenatrice: 430721971-1115902476413432-86945861654498729-n

    Edited by Elettra_dancer - 29/2/2024, 22:31
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    Serie A 2024 nuovi esercizi!!

    emozionante!

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    Edited by Elettra_dancer - 19/2/2024, 01:26
  6. .
    z-rope z3 z4 z2 z3 zw z3 MESQDUD_t MESQDUF_t MESQDVN_t MESYLGJ_t

    Edited by Elettra_dancer - 14/4/2024, 01:16
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    z-det1 z-det2 z-det3 z-det4 z2
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    Winter Queen Cup 2024

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    - Gala
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    Edited by Elettra_dancer - 24/3/2024, 00:18
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    La Spagna svela la posizione iniziale del nuovo misto!! Fonte

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    Anastasia Yatsenko UKR :biggrin2.gif:
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    Happy Cup 2023

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    Milena Baldassarri, la ginnasta dell'eleganza: «Ogni esercizio racconta una storia e trasmette un messaggio» - L'azzurra della ginnastica ritmica, già qualificata a Parigi 2024 come Sofia Raffaeli, è pronta alle sue seconde Olimpiadi. «Lo sport può essere la via trasmettere qualcosa di positivo nella vita»

    Fonte
    Di Chiara Pizzimenti
    15.012024

    Milena Baldassarri è nata a Ravenna nel 2001, ma quando parla si sentono le Marche. Era davvero una ragazzina quando si è trasferita a Fabriano, società privata che lavora in parallelo alla Nazionale, per seguire il sogno della ginnastica ritmica. In questo angolo di Marche c'è il cuore della ginnastica ritmica individuale italiana, fino allo scorso settembre con Julieta Cantaluppi come allenatrice. Seguiva lei e Sofia Raffaeli, entrambe già qualificate per Parigi 2024, entrambe con possibilità di piazzamenti e medaglie. Ora c'è Claudia Mancinelli come allenatrice. Milena Baldassari, che fa parte del gruppo sportivo dell'Aeronautica Militare, alle Olimpiadi c'è già stata: il suo sesto posto a Tokyo nell'agosto del 2021 è il miglior risultato mai ottenuto da un'azzurra ai Giochi in questa specialità. Sofia Raffaeli l'ha affiancata e per risultati superata, ma Milena Baldassarri non ha cambiato strada e anzi le ha fatto da guida.

    Come è la vostra giornata?
    «Ci alleniamo tutti i giorni, tranne la domenica escluso quando abbiamo delle gare. Un giorno a settimana, di solito il mercoledì, facciamo anche mezza giornata. La giornata parte alle 7 e 30, alle 8 e 30 sono in palestra, faccio tutto il riscaldamento, danza e poi, un po' prima di pranzo, iniziamo a provare gli esercizi nostri con la musica. Stiamo montando quelli nuovi per l'anno. Pausa pranzo di un'ora e, dopo le 14 e 30, ricominciamo in palestra e andiamo avanti anche fino alle sei».

    Quanto tempo ci vuole a creare un esercizio?
    «Dipende se la musica ci prende, già abbiamo studiato alcuni movimenti prima e quindi arriviamo con una piccola base e anche qualche idea. L'esercizio è in continua evoluzione: non sarà ad agosto quello che è adesso».

    Cambia dunque per tendere alla perfezione?
    «Con il tempo si vedono piccolezze che all'inizio non vedi e altri collegamenti, perché l'esercizio deve essere un minuto e mezzo fluido. Non ci deve essere il movimento scollegato e scomodo. Deve essere tutto un minuto e mezzo continuo senza fermarsi. Poi questo codice richiede anche un cambio dinamico, passare dalla musica lenta a quella più veloce oppure proprio a momenti in cui la ginnasta si ferma e quindi è proprio molto più artistico, rispetto al quadriennio scorso, rispetto alle Olimpiadi scorse».

    Attrezzo preferito?
    «Mi rispecchio molto nel nastro e nella palla: mi piacciono e sono attrezzi molto eleganti rispetto magari a un cerchio o a una clavetta che sono più rigidi».

    L'eleganza è importante per lei?
    «Io sono un po' elegante ovunque, come portamento. Mi piace la moda, non cadere sul banale. Mi dicono che si vede che faccio ginnastica per il mio portamento, ma mi viene naturale, non è legato all'attività».

    Quindi è nata ginnasta? Quando ha cominciato a farla?
    «Non ho iniziato con la ginnastica perché mamma è un'insegnante di nuoto, quindi ho iniziato a nuotare come prima cosa e ho fatto per tanti anni nuoto agonistico. A cinque anni ho cominciato anche i corsi base di ginnastica, perché la sua migliore amica è allenatrice e quindi piano piano mi sono avvicinata anche alla ginnastica. C'è stato un periodo in cui io facevo danza classica, nuoto, ginnastica e il sabato equitazione perché mia sorella è appassionata di cavalli. Tutte queste erano troppe e mia mamma mi ha detto di scegliere».

    Perché la ginnastica?
    «Perché è uno sport in cui si trasmettono emozioni, non è solo uno sport fisico, ma è uno sport in cui chi ti guarda percepisce quello che la ginnasta vuole trasmettere».

    E Fabriano è diventata la sua casa?
    «I primi anni da solo ginnasta ero ultima, letteralmente ultima in Regione, però qualcuno vedeva qualcosa in me. Mamma ha sempre detto: "Vabbè allora se siamo qui ci proviamo". Ho cambiato società, sono stata per due anni a Forlì e poi questa amica di mia mamma mi ha detto: "Sei portata, devi essere allenata dalle persone giuste". Dieci anni fa, tra tutte le varie società in Italia di alto livello, abbiamo scelto Fabriano. Sono venuta a provare e già dal primo giorno hanno detto che mi volevano. A 12 anni mi sono trasferita qua a Fabriano».

    È stato difficile?
    «Sono sempre stata abbastanza indipendente sin da piccola. Stare lontano dai miei genitori non è una cosa che mi ha pesato estremamente. Ravenna è a due ore da qua, prima mi venivano a trovare loro, adesso con la macchina posso andare io. Sicuramente è una cosa che mi ha fatto crescere moltissimo star lontano da casa, lontano dai genitori. E' dai 18 anni che vivo da sola: fare tutto da sola ti dà una marcia in più».

    L'immagine che arriva dalle sue parole è molto positiva. Ci sono mai stati momenti di buio?
    «Ci sono stati. Da piccola ero ultima e non capivo molto quello che stavo facendo. Papà mi ha sempre detto di guardare la classifica al contrario, però io vedevo le bambine che piangevano perché non arrivavano prime, ma seconde. Io non lo capivo perché mi divertivo a entrare in pedana e basta. Questo per tantissimi anni, anche i primi anni a Fabriano. Dalle prime gare internazionali già capivo che non entravo solo per me e per divertirmi, ma entravo per una nazione intera, dovevo portare onore alla bandiera e che era un onore essere lì, visto che al mio posto ci poteva essere un'altra brava ginnasta. Da lì ho capito il valore, il senso di far ginnastica, che non era solo una passione, uno sport, ma qualcosa di più grande. Non è una cosa che mi sono fatta mai pesare, ma crescendo ti rendi più conto di quello che stai facendo e quindi magari ci possono essere stati dei momenti in cui è sembrato troppo difficile. Se uno si gira e guarda tutto quello che ha fatto prima, poi si rigira e guarda il sogno che c'è davanti, si dice che non è il momento di lasciare».

    Per lei è stata sempre individuale la ginnastica?
    «Ho fatto un anno di squadra junior. Fare squadra fin da piccoli aiuta a capire il gruppo, il fatto di creare un progetto insieme. Man mano crescendo, comunque vedevo che veniva più spiccata la mia individualità. In ogni esercizio creo una storia e me la tengo mia».

    Fabriano è diventata la patria delle nostre individualiste.
    «Tra tutte è uno stimolo: ad altissimo livello siamo io e Sofia Raffaeli, però anche le più piccole hanno un livello alto da campionati nazionali. Io e e Sofia siamo un po' d'esempio per le più piccole. Tra me e lei comunque c'è sempre un chiedersi consiglio, una spalla in cui appoggiarsi se c'è qualcosa che non va. E questo fin da piccole. Quando ancora lei non era senior. io l'aiutavo e quindi crescendo si è instaurato un rapporto bello. in cui ci sproniamo a vicenda a dare il massimo».

    Parigi 2024, questo è l'obiettivo?
    «Io ho guardato sempre molto passo per passo. L'obiettivo è puntato su agosto, però è comunque un percorso. C'è prima il campionato di serie A, poi ci saranno tutte le varie World Cup, tutte le varie esibizioni: è un crescendo per migliorare non solo noi, ma anche proprio gli esercizi».

    Come se l'aspetta Parigi?
    «Mi sono riguardata da poco i video di Tokyo e, con gli spalti vuoti, io sola in pedana, mancava un po' la magia delle Olimpiadi, quell'adrenalina in più. Io sono entrata tranquilla perché sembrava più tipo un allenamento. Col pubblico sarà un'altra cosa».

    Qual è stata fino adesso la sua più grande soddisfazione sportiva?
    «Sicuramente le Olimpiadi. Ero arrivata a farle dicendo che avevo già realizzato il mio sogno anche perché quell'anno è stato molto duro. Volevo far vedere a tutti che dovevo star lì e mi meritavo di partecipare. Poi, finita la gara, c'è stata tutta quella magia, magia perché non c'è altro aggettivo per descriverla, tanto che mi sono detta: "No, ne voglio fare un'altra". Veramente è stata un'esperienza che voglio rivivere: te ne rendi conto solo quando arrivi lì al villaggio. quando entri in palestra, c'è un'aria diversa, anche se poi le ginnaste sono sempre le stesse».

    Si è emozionata, quando ha visto la Barbie fatta come lei.
    «Mi ricordo ancora quando mi hanno detto di questo progetto, ero in treno. Mi hanno detto che la Mattel mi aveva scelta per fare appunto una Barbie role model. Ho seguito la preparazione: lo studio dei dettagli nella creazione della Barbie, disegnare la voglia che ho sulla gamba, per esempio c'è un neo sulla faccia, il rossetto dello stesso colore che uso in gara, il trucco. Ho capito quando era grande questo progetto: l'ispirare le ragazzine e tutti i giovani».

    Si sente in qualche modo role model? Si porta un peso?
    «Io credo che anche lo sport, l'avere visibilità è anche un po' un trasmettere qualcosa, non solo fare una gara o un esercizio, è avere una finestra un po' più grande aperta per riuscire a trasmettere un qualcosa di positivo nella vita a chi ti segue, a chi ti guarda. Nei miei esercizi cerco sempre di parlare di temi importanti. Quest'anno ho parlato letteralmente del suicidio. Riuscire a trasmettere anche qualcosa di più è un valore aggiunto, è una grande soddisfazione anche per me stessa».

    Lo sport non è separato dal resto del mondo, un tema su tutti quello della violenza nei confronti delle donne.
    «Il nostro sport è tutto al femminile, l'unico. Il fatto che moltissime donne dopo tutta questa situazione si siano riunite, quindi abbiano fatto squadra, portato voce a questa questa tragedia, il caso di Giulia Cecchettin, penso sia la maniera giusta di parlarne, di far capire che quello che è successo non si deve ripetere assolutamente, che non va normalizzato. L'anno scorso ho fatto un esercizio ai Mondiali con la palla che era sulla violenza contro le donne e sul body shaming».

    Ha mai sentito di essere stata vicina ad abusi a violenze, sarebbe pronta a denunciare?
    «Io sono convinta che ogni donna in un qualche modo, anche solo per un secondo, si sia sentita abusata, anche solo con uno sguardo che magari non doveva essere quello. Personalmente a casa no, però nei luoghi pubblici è una cosa più ricorrente che purtroppo c'è e deve essere semplicemente trattata fin da piccoli con l'educazione».

    Come si sta preparando alle Olimpiadi?
    «Non voglio spoilerare, gli esercizi mi piacciono moltissimo tutti, forse la palla leggermente di più, ma perché l'abbiamo montata da pochissimo. Sono veramente tutti belli, hanno movimenti ricercati, stiamo già comunque andando a ricercare i dettagli».

    Le avversarie chi sono?
    «Il livello si è alzato moltissimo, soprattutto quest'ultimo anno. Sicuramente una ce l'ho in casa, però ecco noi siamo contente l'una dell'altra. Le più forti sicuramente saranno le bulgare, le tedesche e le israeliane».

    La sua vita al di là della ginnastica?
    «Due volte a settimana, di mia spontanea volontà, vado in palestra dalle 7 alle 8 e 30 per far pesi con un preparatore che mi segue. Faccio una preparazione fisica dopo allenamento la sera, mi diverte, mi piace perché poi vedo anche gente nuova e un po' anche per staccare. Purtroppo non ho ancora iniziato gli studi, però l'intenzione c'è sicuramente, online perché ovviamente ci alleniamo tantissime ore. Poi mi piace leggere la sera soprattutto romanzi. Mi piace il teatro, il cinema, tutte le espressioni del bello».

    E trova spunti in questo bello?
    «Faccio un mini spoiler, sono andata a vedere Oppenheimer al cinema e la mia migliore amica ancora prima di andare a vedere il film mi aveva detto che c'era una colonna sonora bellissima. Tornata dal film, sono corsa dalla mia allenatrice e le ho detto che la volevo utilizzare e abbiamo un esercizio con questo tema musicale. Fare un qualcosa di ricercato è un obiettivo e poi cerchiamo di avvicinare tutti all'esercizio, non può essere solo un'esibizione per tecnici, giudici ed esperti».

    La musica è per lei importante?
    «Molto e non solo in pedana. L'anno scorso sono stata lasciata dal mio ex storico, con cui sono stata fidanzata per tantissimi anni, mi ha preso il matto e ho deciso di comprare un biglietto per andare a vedere il concerto di Stromae, che è uno dei miei cantanti preferiti, su cui ho fatto tanti esercizi e ne farò ancora. L'unica data disponibile era per il concerto a fine novembre, perché io non avevo gare, solo che questo concerto era a New York. E ci sono andata , quindi non tanto vicino. Quindi io tipo a metà estate ho comprato i biglietti così a caso e ho detto : Vabbè poi ci organizziamo e niente. Alla fine sono andata a New York per il concerto.

    Hai fatto benissimo.
    Che cosa non mangia? Ci sono rinunce nell'alimentazione?

    «Abbiamo uno schema alimentare mirato ad allenarci tante ore quindi non possiamo fare tanti pasti abbondanti, perché il tempo di pausa è breve. Di solito è mirato ad avere energie per tutte le 8 ore. Non sento di dire di rinunciare a niente. Se c'è magari voglia di un dolce una volta a settimana si può fare. Ovviamente bisogna seguire una dieta bilanciata».

    La ginnasta tende ad avere vita breve: si inizia presto e presto si chiude la carriera.
    «Da noi si inizia prima, quindi magari a 16 anni sei già un atleta internazionale che potrebbe partecipare alle Olimpiadi. Poi è difficile restare ad alti livelli e riuscire anche a mantenersi senza problemi fisici durante gli anni, quindi si arriva a chiudere in media sui 22, 23 anni. Ci sono ginnaste che arrivano anche a 28 o 30 anni. Anche chi non arriva ad alti livelli, arrivato all'Università lascia».

    Ha già pensato al suo dopo?
    «Ho molte idee, sono una a cui non piace stare ferma, quindi ho molti progetti, ovviamente da iniziare. Alcuni non c'entrano niente con la ginnastica altri legati alla ginnastica. L'allenatrice la farei molto più avanti, prima voglio sperimentare altro».

    Ha un mito nello sport?
    «Alex Zanardi è sicuramente uno di quelli, perché ho letto anche il libro: una testa veramente formidabile. Poi, per la tenacia e il suo percorso di carriera sportiva, Gianmarco Tamberi».
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    Clavette luminescenti :O clubs
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    z1
    Ginnasta ignota da Wintercup Leverkusen 2023
959 replies since 9/1/2011
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