Casi di abuso verso le ginnaste

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    Essendo stata fino ad ora direttrice tecnica nazionale, ha deciso anche che individualiste mandare alle varie gare, infatti Agiurgiuculese prima delle Olimpiadi è stata a Desio sotto sua supervisione.
    In un certo senso si vuole prendere i meriti della gestione e successo individualiste, di fatto avere troppi ruoli concentrati in una sola persona non so quanto fosse positivo...
     
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    Sì ma al fatto che Raffaeli doveva e poteva fare gare di massimo livello, potevo arrivarci anche io XD
    era veramente un talento palese e capace di competere con le migliori ginnaste al mondo.
    Il merito del successo di Sofia è della Cantaluppi... Maccarani dovrebbe stare attenta alle parole che pronuncia perché scredita il duro lavoro delle altre allenatrici. Troppa arroganza nelle sue parole.
     
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    Non è la prima volta che fa affermazioni così, tipo agli Europei 2021 aveva polemizzato sulla gestione delle individualiste sia con Dragas sia con Cantaluppi... Ecco, ho ritrovato l'intervista nel suo topic

    CITAZIONE
    “ E se nella squadra abbiamo avuto il nostro bel da fare, all’Accademia di Desio, per tenere le ginnaste pronte e concentrate malgrado la mancanza totale di gare per oltre diciassette mesi, confidavo che nelle società delle individualiste si facesse altrettanto. Ho detto a Milena e Alexandra di schiaffeggiarsi l’un l’altra e di darsi una svegliata, perché le Olimpiadi le possono perdere solo loro.
    È evidente che l’accelerazione degli impegni dopo un periodo di sospensione a causa del lockdown e dell’emergenza sanitaria abbia colto qualcuno di sorpresa. Non si spiega altrimenti l’involuzione delle nostre ginnaste di punta. “Sono state troppo a lungo nel loro confort zone. Ad ottobre dissi loro che se fossero volate agli Europei di Kiev avrebbero avuto l’obbligo morale di vincerli, vista la partecipazione ridotta. Poi purtroppo abbiamo scelto di non andare nemmeno noi. È vero che le individualiste hanno avuto la Serie A e gli Assoluti, però sono i confronti internazionali a fare la differenza. La squadra non ha avuto né gli uni, né gli altri, ma alla prima occasione ho visto ginnaste affamate che mordevano la pedana”.

    Alex ha perso la coincidenza del volo in Bulgaria ed è rimasta una notte in più a Vienna. La stanchezza e tre giorni di allenamenti scombinati l’hanno accompagnata alla prova podio in una specie di stato confusionale che ha poi inciso sulla prestazione. Adesso si allenerà con Elena Aliprandi a Desio, fino al momento della decisione definitiva”. Che ancora non è stata presa, precisa la Maccarani. E per zittire rumor infondati e aggiunge: “Non sono mica io a decidere chi va alle Olimpiadi, sono le ginnaste stesse. Le lasciamo a casa apposta per non turbarne gli equilibri, però poi, all’atto pratico, al momento delle verifiche, devono farsi trovar pronte. Spero di rivedere in Milena e Alexandra la fame agonistica indispensabile per competere a certi livelli, tutto il resto è noia”.

    E ancora, l'intervista dopo:
    CITAZIONE
    Hanno iniziato entrambe da molto giovani, e dopo le medaglie storiche di Sofia e la qualifica di Baku, con il lockdown si sono un po’ adagiate. Alexandra (Agiurgiuculese) è stata positiva e si è dovuta fermare per oltre un mese, uscendo completamente di forma a pochi mesi dai Giochi. Quando prendi dieci chili, poi è faticoso buttarli giù mentre devi lavorare sull’ampiezza e la stabilità dei tuoi elementi

    ma a Desio non sono ossessionate dal peso, nooooo.
     
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    Abusi sulle ginnaste, allenatrice interdetta da palestre - Il gip: 'Quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse'

    Fonte
    25.01.2023

    Svolta nell'inchiesta della Procura di Brescia sui presunti maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di giovani atlete di ginnastica ritmica.
    Il gip ha disposto per l'allenatrice bresciana Stefania Fogliata* la misura cautelare interdittiva del divieto di allenare su tutto il territorio nazionale.
    Gli agenti della Squadra Mobile hanno notificato il provvedimento all'allenatrice, 30 anni, che lavora in una palestra di Calcinato. L'indagine era nata dalla denuncia nell'agosto scorso di due atlete.

    Stefania Fogliata è accusata di maltrattamenti aggravati dalla giovane età delle persone offese dal 2017 ad oggi. Otto le presunte vittime. Nel settembre scorso gli investigatori della Squadra Mobile avevano raccolto le confidenze di una madre su presunte condotte illecite dell'allenatrice di un'Accademia affiliata alla "Federazione Ginnastica d'Italia", a Calcinato in provincia di Brescia.

    Sarebbe accaduto durante gli allenamenti, nei confronti delle figlie della donna e di altre ginnaste di età compresa tra i 10 e i 14 anni. Sono state sentite oltre 25 persone tra vittime, testimoni, genitori delle ginnaste, colleghi dell'istruttrice psicologi e gli stessi vertici della Federazione nazionale. Dai cellulari sono state recuperate tracce delle chat e di riprese video di alcuni episodi, talora effettuate dalla stessa indagata. Secondo l'ordinanza interdittiva, gli elementi raccolti avrebbero spiegato la ragione per la quale le giovani ginnaste avrebbero abbandonato l'Accademia anche a fronte di prospettive di grande successo sportivo, persino in campo internazionale.

    Sono in corso perquisizioni da parte della Polizia di Stato nella palestra di Calcinato, nel Bresciano, dove lavora come istruttrice di ginnastica ritmica Stefania Fogliata. Gli agenti hanno prelevato pc e cellulari della donna e in palestra stanno cercando di verificare quanto raccontato nelle denunce. Sono otto le presunte vittime. Nella sua ordinanza il gip del tribunale di Brescia Francesca Grassani parla di "quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse".


    *allenatrice di Taglietti, Bressanelli, Cella...
     
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    «Mi prendeva a sberle e mi faceva leccare lo yogurt sul pavimento»: le accuse dell’ex ginnasta all’allenatrice

    Fonte

    «Quando secondo lei non mi ero impegnata abbastanza, l’allenatrice minacciava di portarmi nello stanzino degli attrezzi dove sapevo che mi avrebbe preso a sberle». C’è anche la testimonianza di un’ex atleta nell’indagine su Stefania Fogliata, sospesa ieri dall’allenamento per ordine del Gip di Brescia. Ad accusarla ci sono 25 diverse testimonianze tra presunte vittime, colleghi, genitori e testimoni. Tra queste otto hanno raccontato di essere state costrette a saltare i pranzi. O addirittura la scuola. Mentre Fogliata, secondo l’accusa, le costringeva «ad allenarsi all’aperto sotto il sole cocente». E le insultava, le malmenava, le puniva. Tra le testimonianze c’è quella dell’ex atleta, considerata una grande promessa, che poi ha lasciato tutto proprio per le presunte violenze subite.

    Le testimonianze su Stefania Fogliata
    La testimonianza, raccolta oggi dal Corriere della Sera, prosegue: «Le sberle ho cominciato a prenderle a 9 anni, quand’ero debole e impotente. Da lei ricevevo pressioni continue sul peso con domande e messaggi su quanto e cosa avessi mangiato. Un giorno mi vide in palestra con uno yogurt e disse alle mie compagne: “Tu mangi queste schifezze. Vedete, questa è la m… che avete dentro: adesso devi leccarla dal pavimento così capisci”». La 31enne direttrice dell’Accademia Nemesi ha ricevuto una misura interdittiva: non potrà allenare per almeno 12 mesi. «Dalla lettura dei verbali di sommarie informazioni e dalle visioni delle video registrazioni delle audizioni protette, emerge il comune denominatore delle ragioni della decisione di denunciare. Ovvero l’esasperazione per le condotte dell’indagata, vissute come ingiuste non già perché disallineate rispetto alle aspettative e alle ambizioni personali delle allieve. Ma proprio perché percepite come esclusivamente punitive e umilianti», scrive il gip Francesca Grassani. Che ha firmato l’ordinanza accogliendo la richiesta del pubblico ministero Alessio Bernardi, titolare dell’inchiesta.

    Maiale e Goblin
    L’allenatrice avrebbe chiamato “maiale” e “Goblin” le ragazzine che riteneva fuori forma. «Aveva l’ossessione del peso», hanno raccontato dalla palestra di Calcinato nel Bresciano. «Adottava un regime di alimentazione rigido. Soprattutto dando indicazioni alla segretaria e collaboratrice di dare meno cibo ai pranzi. E tempestando le ragazzine con continui messaggi al fine di indurle a mangiare sempre meno. E di inviare fotografie per verificare la loro linea fisica», scrive il gip. Secondo gli inquirenti si tratta di «condotte che umiliavano, vessavano e prostravano le giovani atlete». La testimone che ha parlato di sberle e yogurt, considerata una promessa della ginnastica ritmica, ha lasciato l’Accademia. Fogliata si è difesa spiegando che i problemi con lei sono cominciati in concomitanza con il successo della ragazza: «La madre ha iniziato a intromettersi più del solito negli allenamenti della figlia. Facendole seguire sedute extra a casa. E iniziando a contrastare alcune mie scelte tecniche».

    «Una sberla data e non accettata»
    Questo, secondo Fogliata, ha influito negativamente sul rendimento della ragazza. Che invece le avrebbe manifestato la sua rabbia per le critiche della genitrice. La direttrice tecnica federale Emanuela Maccarani invece ha confermato di aver incontrato la famiglia. Che però non le ha mai parlato dei presunti maltrattamenti. «Se non il riferimento a una sberla data e da lei non accettata».
    No aspe, non è sufficiente una sberla a sospendere una persona??? Uno deve pure accettarla? Siam pazzi? E per Maccarani tutto ciò è normale?

    Il presidente di Federginnastica Gherardo Tecchi invece sostiene di aver chiesto a Maccarani i motivi del ritiro. «Lei mi spiegò che si trattava di problemi familiari insormontabili. A novembre la procura mi ha informato sui fatti chiedendomi il silenzio per non interferire con le indagini. Sono comportamenti intollerabili. La federazione è vicina alla ragazza e pronta in qualunque modo ad aiutarla a tornare in pedana», ha fatto sapere Tecchi.

    La nota di Federginnastica
    «L’allenatrice non è a contratto con la Federazione e pertanto non è tecnico federale», tiene a precisare la Fgi. La Federginnastica, nella nota, sottolinea che Fogliata «è soltanto in possesso di un attestato come tecnico societario dal 2020. La sua società è un soggetto privato autonomo e non sotto il controllo diretto della Federazione. A fronte del provvedimento della Procura di Brescia – conclude -, anche la Procura federale fa sapere che disporrà una misura interdittiva nei confronti della tecnica. In attesa di avere un quadro completo delle indagini, sarà valutata pure la posizione della società sia a titolo di responsabilità oggettiva che diretta per omessa vigilanza su quanto compiuto all’allenatrice».


    Ennesima acrobazia della Federazione!
     
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    Non c'è una petizione per licenziare Tecchi?
    Tanto un lavoro alternativo lo sa già fare: il pagliaccio.
     
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    Sberla "non accettata" in che senso? :XD:
     
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    Ogni volta che apro questo topic leggo cose sempre più assurde ed agghiaccianti.
     
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    CITAZIONE (Jantar @ 27/1/2023, 11:23) 
    Sberla "non accettata" in che senso? :XD:

    Le sberle come le corna:bisogna saperle portare.

    O forse non ha porto l'altra guancia.
     
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    Qualcosa si muove....O semplicemente si smette di ignorare il problema


    Il Tribunale federale conferma il deferimento a Emanuela Maccarani e Olga Tishina

    Fonte
    di Federica Sorrentino
    02.02. 2023

    Nella giornata di lunedì 30 gennaio Emanuela Maccarani, allenatrice della Squadra Nazionale di Ritmica ed ex Direttrice Tecnica Federale e la sua assistente, Olga Tishina, sono state ufficialmente deferite (ossia rinviate a giudizio) dalla Procura della Federginnastica per l’ormai noto scandalo sui presunti abusi ai danni di alcune ex-ginnaste dell’Accademia internazionale di Ginnastica Ritmica di Desio.
    La comunicazione è arrivata dopo l’avviso inviato alle Tecniche il 4 gennaio scorso sempre dalla Procura federale, in cui veniva loro contestato la violazione dell’articolo 2 del regolamento di Giustizia e Disciplina, in relazione agli articoli 7 del Codice Etico FGI e 2 del CONI (Codice comportamento sportivo italiano).
    L’addebito nei loro confronti menziona: “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici”.

    Dalla data di lunedì, il Tribunale federale sarà tenuto a fissare il giorno dell’udienza che non potrà avere luogo prima di venti giorni e non potrà superare i novanta: saranno quindi tre mesi decisivi per il futuro di Emanuela Maccarani e Olga Tishina, che rischiano l’ammonizione, l’ammenda, la sospensione per un massimo di due anni o addirittura la radiazione.
    Maccarani e Tishina sono anche al centro dell’indagine penale del Tribunale ordinario di Monza, per il quale sono previste tempistiche più lunghe.





    _______________________________________________________________________________________

    Denunce Ginnastica Ritmica: Gip di Brescia e Tribunale federale confermano la sospensione cautelare di Fogliata

    Fonte
    di Mariacarmela Brunetti
    02.02.2023

    Stefania Fogliata per il momento non può ancora allenare. Lo hanno stabilito ieri, 1 febbraio, sia il Tribunale ordinario di Brescia che il Tribunale federale.
    Appena una manciata di giorni fa Fogliata è stata convocata dal Gip di Brescia per l’interrogatorio di garanzia, nel quale lei, assistita dal suo legale, ha chiesto l’annullamento sia della misura cautelare che le impedisce di svolgere la sua attività di allenatrice, sia di quella che ha sospeso le attività della Ginnastica Ritmica Nemesi. Il Gip Francesca Grassani ieri ha fatto sapere che rifiuta la prima richiesta e che rimette nelle mani del Tribunale federale la decisione che riguarda la società. «Le attestazioni di stima provenienti dagli utenti della palestra di Calcinato», spiega il Gip Grassani, «[non sono] elementi sintomatici idonei a scalfire il pericolo di reiterazione del reato». E poi specifica rispetto alla misura cautelare nei confronti della Ritmica Nemesi: «La sospensione dell’attività è disposta da altra autorità sulla base di presupposti ignoti ed è comunque un provvedimento autonomo anche con riferimento alla sua efficacia.»

    Sempre ieri Fogliata avrebbe dovuto essere presente ieri all’audizione predisposta dal Tribunale federale a Roma, ma, come si legge nel documento, l’allenatrice non si è presentata. Pur giustificando la propria assenza, Fogliata non ha formulato istanza di rinvio, chiedendo invece che fosse revocato o sospeso il provvedimento cautelare nell’attesa dell’esito delle indagini penali pendenti. Il Tribunale federale, però, ha deciso di confermare la sospensione cautelare di Fogliata fino al termine delle indagini preliminari da parte della Procura federale.
     
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    3 mesi soltanto per decidere di affidare il caso al tribunale.

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    Aggiornamenti sul processo Maccarani - ascoltata Agnese Duranti.


    1) Fonte

    12.05.2023 di Claudio Lenzi

    Nuova puntata, la seconda, del processo sportivo a carico di Emanuela Maccarani e Olga Tishina, rispettivamente allenatrice (oltre che direttrice tecnica sospesa) e assistente della nazionale italiana di ginnastica ritmica, accusate lo scorso novembre da alcune ex allieve di allenamenti non conformi quale causa di disturbi alimentari e psicologici emersi nel tempo. A Milano era il giorno delle testimonianze, tra le quali la farfalla Agnese Duranti, bronzo olimpico ai Giochi di Tokyo 2021, e Anna Basta, l’ex ginnasta che per prima ha denunciato dopo aver lasciato il gruppo azzurro di Desio a metà 2020.

    CHIAREZZA — Davanti al procuratore federale Michele Rossetti, per Agnese Duranti è arrivato il momento di entrare nel merito della vicenda e fare chiarezza, dopo cinque mesi di silenzio e quasi quattro anni trascorsi in stanza con la Basta: “Sono rimasta allibita dalle dichiarazioni date alla stampa, ha detto che io ero quella entrata in camera mentre lei stava pensando al suicidio... ma quando mai? Se uno sta male si vede. Conoscevo bene gli stati d’animo di Anna, ci sfogavamo, ma non ho mai visto attacchi di panico quotidiani, con lei avevamo un rapporto di sorellanza”. Poi prosegue: “Non ho mai vissuto la fase di pesa come un disagio, il nostro sport è estetico, si cerca di essere omogenee. Olga Tishina, che generalmente ci pesava, ci faceva presente se pesavamo un po’ di più. ‘Culo pesante’ o ‘prosciutto alzati da terra’ sono frasi pronunciate in momenti di tranquillità, non sono mai state offensive. . Noi stesse eravamo particolarmente attente, ci dicevamo tra noi ‘o spingi un po’ di più o dimagrisci’. Ricordo di averlo detto anche ad Anna nel 2019, nel periodo post infortunio era 4 kg più di me, lo feci notare perché a forza di ripetere un esercizio di spinta con lei dietro alla schiena mi erano usciti dei lividi e una sbucciatura”.

    PRESSIONI FAMILIARI — Duranti contestualizza anche il messaggio inviato ad Anna Basta in occasione del suo compleanno, nel gennaio 2021, in cui aveva scritto “Mi sono rotta il cazzo di vivere in silenzio e sono felice che non debba farlo più”. Oggi spiega: “Il riferimento era all’impossibilità di partecipare agli Europei e a tante altre cose che ci erano state tolte per il Covid”. Infine la chiusa sui problemi dell’ex compagna: “Soffriva tantissimo le aspettative della sua famiglia, pur sentendo quotidianamente i suoi genitori ingigantiva le cose e raccontava mezze verità per la pressione che le mettevano addosso. Diceva che era brava, che non sbagliava mai, ma un’atleta così non può arrivare davvero in alto. In più è sempre stata molto permalosa, Per ogni appunto o correzione alzava un muro fra sé e gli altri. Ricordo che una volta Martina Centofanti prima dei Mondiali è scappata in bagno a piangere dal nervoso perché non riusciva più a gestire Anna”.

    LE ACCUSE — Il tempo di un “non saluto” tra le due ex compagne ed è toccato proprio ad Anna Basta confermare le dichiarazioni rese nella denuncia dello scorso novembre. A partire dalla fase della pesa quotidiana: “A Desio ci pesavamo tutti i giorni in mutande, ma nessuno ci obbligava, toglievamo il reggiseno, qualcuna anche le forcine per perdere ancora un po’ di peso. Bastavano 3-4 etti in più per avere il commento di Olga Tishina, tipo “Bambino cresce?” o “Non ti vergogni?” con un tono di rimprovero. Poi in allenamento ne subivo le conseguenze, c’era una disparità di trattamento con le altre anche a parità di condizione”. Quanto al suo rapporto con l’allenatrice Maccarani, l’ex azzurra ricorda: “Una volta nel 2019 alzando la voce mi disse ‘Dimagrisci un po’ che magari il culo rimpicciolisce e passi nel cerchio’. Tutte avevamo comportamenti scorretti a tavola, ma non ricordo di compagne che mi abbiano mai rappresentato il problema del peso. Ho cercato un confronto con lei nel 2018 e mi rassicurò, ma in realtà non era cambiato nulla. Ho provato a riparlarle nel 2019 e ricevetti ancora rassicurazioni, ma i problemi tornavano in allenamento. Maccarani cercava di socializzare anche fuori dalla palestra, ma non mi sono mai fidata. Una volta a Follonica stavamo provando l’esercizio cerchi-clavette, a un certo punto stoppò la musica e ribaltò un tavolo con una sedia, ma non contro di me”.

    I PROBLEMI E L’ADDIO — La Basta, infine, torna ai motivi che l’hanno spinta a lasciare la ritmica: “Perché ho smesso? È iniziato tutto alla fine delle vacanze estive nel 2017, ricevetti un messaggio che da una foto pubblicata su Instagram sembravo ingrassata e che sarei dovuta dimagrire. Commenti e ansia cominciarono ad aumentare. Sono arrivata al punto di non sopportare più queste pressioni psicologiche, l’ho detto anche ai miei genitori e mi hanno capito”. Agli atti anche due mail spedite ai genitori tra il 2019 e il 2020: “Anche con mia madre mi vergognavo di me stessa, le comunicavo il peso falso, lo facevo per avere il suo conforto, ma non mi hanno mai fatto pressioni sull’attività sportiva e sull’università. Non mi sono mai sentita obbligata a rimanere in Accademia per i miei genitori. Io avevo paura di deluderli perché sono fatta così, ero schiacciata dalle responsabilità, mi facevo schifo, avevo paura di mangiare. Ho passato un periodo molto, molto brutto quando mi si è rovesciato tutto addosso. Dopo aver smesso, per un periodo sono stata anche lontana da casa, ero piena di rabbia e la riversavo sulla mia famiglia… provavo odio verso la ritmica”.

    IL RITORNO — Da circa un mese, invece, Anna Basta ha intrapreso il percorso per diventare tecnico federale di ginnastica ritmica, dopo aver tentato senza successo di creare un’academy a nome suo, e l’estate prossima dirigerà un campus estivo per le bambine della fiorentina Ginnastica Poggetto, pur negando categoricamente (come sostenuto da un altro teste, la giudice Manuela Agnolucci, secondo la quale la Basta andava raccontando che “unendosi alle denunce c’era da guadagnarci da tutta questa storia”) di aver guadagnato soldi dalle denunce o dalle apparizioni televisive. A lei va l’augurio di Emanuela Maccarani, l’allenatrice della nazionale apparsa serena al termine dell’udienza: “Non c’è alcun sistema malato, è solo allenamento. Ad Anna auguro una lunga carriera e credo che questa sua voglia di mettersi dall’altra parte posso aiutarla a risolvere le divergenze nel suo modo di interpretare le cose”. Nuova udienza il 16 giugno, possibile che le parti chiedano di sentire altre testimonianze.




    2) Fonte

    Sul banco degli imputati, i presunti abusi nella ritmica. Teatro: l'Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio. "Ci pesavamo nude, con le sole mutande, senza neanche reggiseno. Qualcuno si toglieva anche le forcine". L'ex azzurra Anna Basta ha raccontato a Milano, in sede di giustizia sportiva, quella che sarebbe stata la quotidianità degli allenamenti con Emanuela Maccarani, allenatrice e direttrice tecnica sospesa dalla Nazionale, e la sua assistente e Olga Tishina, accusate dalle loro ex allieve di allenamenti non conformi e di aver causato disturbi alimentari e psicologici.

    "Fino a 15 anni - ha proseguito Basta - ero alla Polisportiva Pontevecchio di Bologna e non sono praticamente mai salita su una bilancia. Dal 2016, a Desio, sono sempre stata sottoposta al rito del peso. Dopo colazione, arrivavamo in palestra e ci mettevamo in fila nude. Dopo il verdetto della bilancia, spiega Basta, si capiva come sarebbe stato il resto della giornata: "Quando Olga ci pesava, arrivavano commenti anche solo per aumenti di 3 o 4 etti. 'Il bambino cresce? Non ti vergogni?' venivamo richiamate ad alta voce. O 'Cosa stai facendo? Ti rendi conto?', frasi pronunciate davanti a tutti. Da quei commenti dipendeva il resto della giornata. Nel 2019, per un esercizio di salto dentro a un cerchio, Maccarani mi disse 'se dimagrisci un po', ti diminuisce anche il culo e ci passi'. Questi commenti non erano rivolti a tutti, c'era disparità di trattamento, ma certe frasi . ha concluso - sono state pronunciate anche a Nina Corradini, Laura Paris e Talisa Torretti".

    Emanuela Maccarani: "Sono fiduciosa e contenta che si possano sentire le parti. Non voglio esprimermi più di tanto: si parla di allenamento, non ci sono persone prese di mira. Non esiste parlare di sistema malato ma è allenamento", ha replicato Maccarani fuori dall'aula dell'Hotel Melia di Milano in cui si sono svolte le udienze federali. "Questa vicenda ha colpito gli obiettivi e il progetto della Nazionale. Anna Basta? Pochi giorni fa ha fatto tesseramento alla Federazione ginnastica e le auguro una lunga carriera. Credo - ha chiosato - che questa voglia di mettersi dall'altra parte possa risolvere le divergenze nel suo modo di interpretare le cose".

    Non è dello stesso avviso un'altra azzurra della ritmica ascoltata in udienza, Agnese Duranti: "E' un ambiente per quanto mi riguarda sempre sereno, consono per fare lavoro di alto livello. Ricordo dei momenti più pesanti di altri durante gli allenamenti, ma ritengo che a volte sia anche opportuno creare dei momenti più difficili. Non ricordo aggressioni fisiche o verbali", ha spiegato Duranti. "È uno sport di perfezione e veniamo riprese anche in maniera severa. È capitato che in caso di errori ripetuti la nostra allenatrice si rivolgesse a noi con frasi tipo 'non state facendo niente, siete delle stronze'. Ma escludo che le allenatrici ce l'avessero avuta con qualche atleta in particolare. Ci sono state correzioni personali, come verso Beatrice Tornatore: è capitato sentire l'allenatrice rivolgerle frasi come 'testa di c...' o 'se fai male l'esercizio ti tiro una sberla', ma ricordo anche il contesto non aggressivo in cui avveniva. Beatrice lo percepiva in modo diverso, era molto insicura".
    quindi se uno percepisce le offese come offese è colpa sua perché è insicuro, ah certo...


    In apertura di seduta, era stata accolta la richiesta di rinvio di inserimento delle documentazioni emerse nella prima fase di indagini provenienti dalla Procura del Tribunale di Monza. La precedente udienza del processo sportivo si era tenuta a Roma il 24 marzo. Al termine della quale la Procura aveva ritenuto di dover ascoltare cinque ragazze, in accoglimento anche della richiesta della difesa.


    Edited by Elettra_dancer - 14/7/2023, 21:12
     
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    Aggiornamenti sul processo Maccarani - ascoltata Martina Centofanti.

    1) 07/07/2023 -- di Riccardo Caponetti, Fonte
    Udienza ginnastica ritmica, Corradini contro Maccarani: “Umiliata per due etti in più”. Centofanti difende l’allenatrice

    "Nina Corradini e Anna Basta non avevano grande interesse nel seguire il piano alimentare. Perché hanno denunciato gli abusi? Anna provava rancore, era stata scartata nell’anno olimpico e forse era invidiosa". Martina Centofanti, da 10 anni nella Nazionale di ritmica, difende l’allenatrice Emanuela Maccarani (ex direttrice tecnica, ora sospesa) e la sua assistente Olga Tishina dalle accuse di maltrattamenti fatte a Repubblica dalle due ex ginnaste.

    Centofanti: “Basta invidiosa, non stava al passo con le altre”
    E nella terza udienza del procedimento sportivo in Tribunale federale, Centofanti passa al contrattacco. “Parlo più di Anna perché ci ho condiviso più anni in squadra. In questo sport 3,4,5 chili in più fanno la differenza e la sua mancata forma fisica era palese. Eppure lei si sentiva perfetta, nonostante avesse 8-9 chili più di me. Questo era un problema per tutti - continua l’atleta azzurra - in quanto negli esercizi ci sono sollevamenti e trascinamenti. La sua poca consapevolezza creava disguidi con noi e anche con le allenatrici. Non accettava le critiche e doveva avere sempre l’ultima parola. Le discussioni erano frequentissime. Non sono mai stata in difficoltà con una ragazza come con lei. Noi le mettevamo davanti la problematica, senza attaccarla di persona, ma Anna diceva di essere perfetta. Cosa dicevano le allenatrici? Venivano fatte delle osservazioni, come ‘un po’ meno Anna’. Se hanno detto ‘il bambino cresce?‘. Sì, c’è stata questa frase ma ognuno la interpretava in modo diverso. Ovviamente i toni si alzavano un po’ quando gli aumenti di peso erano costanti, ogni tanto può essere uscita qualche frase sopra le righe”. Si arriva così al punto di rottura con Basta. “Non riusciva a stare al nostro passo e non è stata scelta per le Olimpiadi, soprattutto per una questione tecnica, e lei questo non l’ha mai accettato. Ha provato a prendere l’impegno con più serietà ma non è stata riammessa in squadra”.

    Corradini: “Avevo la sensazione di non essere libera”
    Da qui la decisione di lasciare la Nazionale di ritmica e, un anno dopo, di denunciare gli abusi a Repubblica. Prima di Basta, 22 anni, il silenzio sulla metodologia di lavoro di Desio era stato rotto dalla 19enne Nina Corradini. “Non ho parlato del malessere che provavo a Desio allo psicologo della Federazione, Gatti, perché era amico di Maccarani. E io, come anche altre compagne, avevo la sensazione di non essere libera”, ha esordito l’ex Farfalla romana davanti al Tribunale federale presieduto da Marco Leone. È il primo incontro-scontro in un’aula tra Corradini e Maccarani. E il clima, ovviamente, si fa molto teso. Con la 19enne romana messa alle strette dalla difesa che chiede subito “l’inammissibilità del testimone, in quanto non è tesserata con la federazione e non ha l’obbligo di dire la verità”.
    (ma come, in un processo non c'è obbligo di verità sempre??)

    Per poi incalzarla con domande riguardanti la professione dei genitori ed eventuali compensi economici ricevuti per le apparizioni televisive. “Non abbiamo mai accettato soldi”, ha detto Corradini.


    "Umiliazioni pubbliche per due etti in più”
    L’udienza del 7 luglio è il terzo round del processo sportivo, che terminerà entro fine mese: l’esito di primo grado arriverà dopo l’estate. In parallelo poi si sta svolgendo l’inchiesta penale che ha aperto la procura di Monza sulle accuse a Maccarani e Tishina: gli inquirenti per reperire le prove hanno anche sequestrato diversi cellulari. “Sono andata via da Desio a giugno 2021 - continua Corradini nella sua testimonianza - perché non ce la facevo più a stare lì. Ricordo in maniera molto negativa, tanto che sono tutt’ora da uno psicologo, le pressioni sul peso e le umiliazioni pubbliche per due etti in più. La giornata tipo? Alle 8 eravamo in palestra per la pesa mattutina. Poi riscaldamento, lezione di danza e provavamo il primo esercizio. Nel pomeriggio il secondo. E alla fine noi più piccole andavamo a scuola. Il rito del peso veniva fatto solitamente dalle assistenti Olga Tishina o Camilla Patriarca che segnavano il peso sul quadernino. Anche per uno o tre etti venivano fatti commenti e chi era in fila sentiva tutto: ‘Come fai a guardarti allo specchio?’, ‘Ma non ti vergogni’, ‘come fai a passare dentro al cerchio così?’. La maggior parte delle volte le frasi erano rivolti a me, Anna Basta, Talisa Torretti”. Emblema del malessere di Corradini, l’utilizzo dei lassativi: un estremo tentativo di perdere peso. Lassativi che, dopo mesi, sono stati scoperti a seguito di una perquisizione della stanza. Ma nonostante fosse ancora minorenne, da Desio nessuno ha avvisato la famiglia di Corradini.


    ...sta cosa di perquisire le stanze poi è normale??





    2) 07/07/2023 -- di Riccardo Caponetti, Fonte
    Ginnastica, Anna Basta replica alle accuse di Centofanti: “Allibita dalle sue parole”

    Anna Basta non ci sta. L’ex ginnasta della Nazionale di ritmica, che insieme a Nina Corradini aveva denunciato in autunno gli abusi psicologici e le umiliazioni a Desio, risponde alle accuse che a sua volta le sono state fatte da Martina Centofanti, attuale componente delle Farfalle. “Anna provava rancore e invidia. Ha denunciato perché era stata fatta fuori dalla squadra prima delle Olimpiadi”, ha detto Centofanti davanti al Tribunale federale, nel corso della terza udienza del processo sportivo contro Emanuela Maccarani e Olga Tishina, l’allenatrice (ex direttrice tecnica, ora sospesa) e la sua collaboratrice in Nazionale.

    Anna Basta: “Allibita da parole Centofanti”
    Dichiarazioni che non sono piaciute a Basta, che ha voluto replicare così a Repubblica: “Ho appreso le dichiarazioni di Martina Centofanti durante la deposizione di venerdì 7 luglio nel processo federale. In particolare ho letto che arrecavo dei disguidi molto gravi, in primis con le compagne e poi con le allenatrici, affermando che il mio comportamento creava tantissimi disagi. Addirittura riferisce che non si è mai trovata in difficoltà con altre ragazze come con me.
    Insomma ero io il problema, non il sistema malato. Ebbene sono a dir poco allibita per quanto riferito dalla mia ex compagna e mi rammarica e mi dispiace enormemente leggere frasi così denigratorie. Il rapporto con le ginnaste era di amicizia e con la stessa Centofanti di amicizia stretta, tanto che da tutte mi è stato dimostrato un vero e profondo dispiacere nel momento in cui decisi di lasciare (cosa che se fossi stata così tanto problematica non credo avrebbero fatto). Non ho mai attaccato
    - spiega Anna Basta - né tantomeno denigrato nessuna delle mie ex compagne di squadra, perché il mio scopo è uno solo: migliorare questo sistema. Se su 100 ragazze, anche solo una si ammala o viene portata a stare male allora per me questo è un fallimento. Voglio che tutte le atlete e gli atleti, nel mio dolore e in quello di tante altre persone che si sono esposte, trovino il modo di reagire e di salvarsi da un mondo che molto spesso non li accudisce nella maniera corretta. Lo sport cresce e forma, non distrugge”.





    3) 07/07/2023 -- di Mario Canfora, Fonte
    Processo sportivo Maccarani: le accuse di Corradini, la difesa della Centofanti

    Terzo atto oggi con l’audizione delle due ragazze con la c.t. della Nazionale di ritmica ad ascoltare in aula: sentito anche il mental coach Gatti, la decisione finale del caso ci sarà il 29 settembre prossimo.

    ABUSI PSICOLOGICI — La prima ad essere ascoltata è stata Nina Corradini, argento agli Europei juniores del 2017, che ha denunciato davanti al tribunale nazionale federale gli abusi psicologici nel suo periodo all’accademia. La Maccarani è lì ad ascoltarla, “Sono andata via perché non riuscivo più a stare a Desio. È successo quando mia madre è stata trasferita in Francia. Non riuscendo più a star lì ho chiesto di poter andare con lei. Dopo sono andata anche da uno psicologo dal quale sono in cura tutt’oggi”. La Corradini ha confermato le parole poco simpatiche che le venivano rivolte ogni mattina (“a turno da tutte le allenatrici, da Olga Tishina e a volte anche dalla Maccarani”) dopo la colazione durante le operazioni di peso. “Ho un ricordo negativo perché anche se aumentavamo di uno o due etti venivano fatti commenti ad alta voce e davanti a tutti tipo “come fai a guardarti allo specchio?” oppure “non ti vergogni?. La maggior parte delle volte erano riferiti a me, Anna Basta e Talisa Torretti.” Dopo aver tentato di invalidare la testimonianza in quanto ex tesserata (richiesta respinta), la difesa di Maccarani e Tishina ha provato a metterla in difficoltà ipotizzando che le sue rivelazioni avessero come principale obbiettivo uno scoop giornalistico o televisivo dietro pagamento di un compenso (“Sono andata a Canale 5 e La7, ci hanno offerto soldi ma ho rifiutato”, la risposta pronta della ragazza, molto ferma nella sua deposizione.

    ATTO D’ACCUSA — È stato poi il turno di Martina Centofanti, figlia di Felice ex giocatore dell’Inter, tutt’ora azzurra dell’Italia di ginnastica ritmica, che è un vero e proprio atto d’accusa nei confronti di Anna Basta: “Lei provava rancore nei nostri confronti per un suo insuccesso personale, era invidiosa. Non ha mai accettato l’esser scartata dalla prima squadra nell’anno olimpico. Lei però fu esclusa, non definitivamente, non solo per la forma fisica, ma anche per motivi tecnici. Lei però non lo accettava avendo questo carattere molto particolare, si sentiva protagonista in tutto, non era capace di accettare le critiche”, ha raccontato davanti al presidente del tribunale federale Marco Leoni.

    PSICOLOGO — Ultimo ad essere stato ascoltato è stato Mauro Gatti, psicologo dello sport e mental coach, che da anni collabora con le Squadre Nazionali di Ginnastica. “Nel corso dei miei colloqui a Desio ho riscontrato una situazione nei canoni della normalità. Nella mia permanenza lì ho trovato un ambiente serio e professionale. Dall’ascolto delle ragazze non ho mai appreso un disagio legato ad un atteggiamento delle allenatrici nei loro confronti. Avuto notizia di frasi offensive da parte delle ragazze? Non ho registrato alcuna lamentala su questo. E non ho mai avuto alcuna notizia dalle ragazze di problemi legati alla pesatura. Nè atteggiamenti vessatori. Situazioni particolari? A Follonica nel luglio del 2019 ho intercettato nella ginnasta Anna Basta un disagio emozionale non ben collocabile, non generale. Ho reso conto di questo disagio in primis alla direttrice tecnica. Di disagi analoghi li ho visti molti, almeno centinaia, in generale nella mia professione. L’ho collocato nella normalità delle situazioni, la prestazione agonistica è molto impegnativa e crea stati d’animo al disagio e alla valutazione che l’atleta fa di se stesso. Ci sono stati degli approcci da parte mia per entrare di più in quest’aspetto con Basta, per stimolare la risposta del cervello agonistico per rispondere alle difficoltà sempre nell’ambito della prestazione sportiva», ha aggiunto confermando quanto già reso nel verbale di audizione alla procura federale. “Era un disagio legato al cibo? Sì, era una problematica conclamata e riconosciuta. Una delle qualità che posso proporre è di cercare di superare queste difficoltà. ne parlai anche con la Maccarani, feci una relazione. Cosa mi disse? Che ne ha preso atto e stavano lavorando nell’ottica delle valutazioni che un dt fa. Non ho mai ho visto un dt che ha fatto le squadre sentendomi prima”, ha proseguito. “Ne ho parlato di questo problema del peso di Basta alla Maccarani, ma sono dinamiche che ricorrono frequentemente in ambito sportivo. L’impegno cui sono chiamato è sostenere l’autostima agonistica dell’atleta per far fronte alle problematiche. Oltre alla Basta altro disagio da parte di altre ragazze sul peso? Assolutamente nessuna, nessuna mi ha riferito problemi legati all’alimentazione”, ha concluso.
     
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    Visti i tempi dei processi in Italia, tra 10 anni saremo ancora qui a parlarne.

    Comunque se La7 o rai dessero soldi a queste due ragazze, io non avrei da ridire. Intanto SPERO che abbiano pagato loro il viaggio e l'eventuale albergo. Poi il disturbo: per 10 minuti di trasmissione tu puoi perdere una giornata di lavoro. Da qui, rimborso spese. Non vedo nulla di ma le nell'esser retribuiti da un'emittente televisiva.
    Soprattutto perché loro hanno cominciato a parlare dei disagi del mondo della ritmica sui social, non come scoop televisivo. L'intento è chiaro ma ovviamente la difesa le tenta tutte per screditarle.
    Se poi non sono state pagate mi rincresce, spero che almeno il viaggio verso lo studio sia stato rimborsato, altrimenti sono dei marcioni e queste povere ragazze ci hanno pure rimesso soldi per denunciare un problema.

    Le dichiarazioni dello psicologo perfettamente inutili mi fanno sorridere, perché se è vero che era amico della Maccarani, non vedo come possa andare a raccontare la verità, o ancor prima, come possano essersi confidate le ginnaste con lui. Inoltre non so se può davvero parlare dei "problemi" delle ginnaste, essendo legato dal segreto professionale.
     
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    Abusi nella ginnastica, la ct Maccarani la sentenza: ammonita. L’accusa l’aveva difesa: «Colpevole solo di eccesso di amore»

    Fonte
    di Marco Bonarrigo

    Il procuratore federale a sorpresa (soprattutto per i modi) ha difeso la ct delle Farfalle e attaccato le ginnaste che hanno denunciato i presunti abusi. «Nessun atto significativo, Maccarani colpevole di peccato di affetto, ha cercato di far recuperare Basta, determinando un disagio»
    Un’ammonizione per «aver pronunciato in più occasioni espressioni inadeguate nel corso degli allenamenti». È questa la sanzione irrogata dal collegio del Tribunale federale, composto dal presidente Marco Leoni e dagli avvocati Daniela Corengia e Antonio Cippone che, dopo essersi riunito in camera di consiglio per circa due ore e mezza, ha emesso il suo verdetto chiudendo così la vicenda sportiva che vedeva l’allenatrice delle «Farfalle» azzurre ed ex direttrice dell’Accademia federale di Desio, Emanuela Maccarani, accusata da alcune ex allieve di abusi e violenze psicofisiche. «Sono stati 11 mesi estremamente difficili per quel che riguarda la mia persona e la mia figura professionale. Questa ferita mi rimarrà per tutta la vita — le parole di Maccarani pronunciate subito dopo la sentenza —, la mia coscienza è tranquilla al punto che mi ha permesso di lavorare in questi mesi».


    La Procura gioca il ruolo della difesa
    Era emerso subito dalla mattinata quale sarebbe stato l’esito del processo. «Condannate Emanuela Maccarani per eccesso di affetto», aveva infatti chiesto il procuratore generale della ginnastica, Michele Rossetti. Non per gli abusi di cui è stata accusata la tecnica delle farfalle azzurre in una vicenda che ha turbato l’Italia ma per «eccesso di generosità» nei confronti dell’atleta Anna Basta, una delle sue due grandi accusatrici, perché invece di «dirle di andare a casa» e lasciare lo sport ha in modo colposo e certamente non intenzionale «peccato di affetto» nei suoi confronti insistendo nel cercare di recuperarla quando era in difficoltà e quindi provocandole disagi.
    Questo disagio, questo eccesso di affetto va punito con «una semplice ammonizione scritta perché non vi è prova di comportamento vessatorio. Per Olga Tishina, fedele collaboratrice chiedo invece l’assoluzione».
    È una richiesta scioccante quella avanzata in una vicenda che va avanti da un anno con testimonianze drammatiche e vasto eco sulla stampa. Più che una requisitoria d’accusa, quella della Procura Federale della Federginnastica all’ultima udienza del «Processo Maccarani» è sembra un’accorata petizione del collegio difensivo, molto più per i modi che per le — legittime — dichiarazioni del procuratore Michele Rossetti che ha rilevato di un profilo di colpa a carico della Maccarani di «eccesso di affetto a carico di Anna Basta, con un eccesso di generosità che ha determinato un disagio».


    La procuratrice del Coni ridimensiona le accuse
    L’aria che tirava attorno al procedimento, si è capita dal primo minuto dell’udienza conclusiva iniziata nella tarda mattinata di venerdì a Roma, dal momento in cui l’avvocato Livia Rossi — la procuratrice «aggiunta» dal Coni allo staff della Federginnastica che rappresenta l’accusa contro la coach della farfalle e la sua assistente Olga Tishina, entrambe presenti in aula, davanti al tribunale federale — ha esordito dicendo che «dalle indagini e audizioni svolte, il quadro probatorio esce fortemente ridimensionato» e di condividere addirittura «il preambolo della memoria difensiva» perché è evidente che parliamo di uno sport che richiede «la massima abnegazione e dei requisiti di natura fisica e tra questi c’è anche il peso» con una «capacità di reggere lo stress elevato da parte delle atlete» e da parte delle allenatrici l’attitudine «a sapere gestire queste problematiche».


    Testimonianze arrivate con molto ritardo
    «Le atlete che hanno denunciato la Maccarani — ha proseguito Livia Rossi — l’hanno fatto parecchio tempo dopo aver lasciato la loro attività e di questo ne dobbiamo tenere conto. La Corradini non è mai stata allenata dalla Maccarani e non ricorda particolari vessazioni a parte alcune frasi e all’atto concreto non è stata capace di raccontare di atti vessatori limitandosi a citare “un clima pesante” senza evidenziare comportamenti concreti».


    Frustrazioni personali di cui si cercano colpevoli all’esterno
    «Anna Basta — ha detto Rossi — ha una caratura atletica superiore a quella della Corradini ma anche lei ha attraversato una crisi, probabilmente dovuta al Covid e probabilmente al fatto di non saper mantenere il peso. Io credo ci sia stata una particolare attenzione su di lei per farla recuperare e che forse lei ha vissuto come un’offesa o forse o una persecuzione lo stimolo della signora Maccarani. Io non vedo comunque un deliberato intento delle allenatrici di influire negativamente, anzi forse era l’opposto. Capisco la sensazione di sconcerto, rabbia e dispiacere delle atlete per non aver raggiunto un obiettivo, che forse cerca una giustificazione al motivo dell’errore. È stata superata la linea sottile e lo è stato fatto deliberatamente? Se commettiamo errori creiamo una generazione di persone incapace di confrontarsi con le frustrazioni della vita perché gli strumenti per reagire alle contrarietà devono essere trovati in se stessi».


    Rossetti: «Zero denunce, solo i giornali hanno parlato di abusi e torture»
    La posizione dell’accusa è stata specificata dal procuratore capo della ginnastica, Michele Rossetti, l’avvocato che ha indagato fin dal primo giorno sulla vicenda. «La mia valutazione aderisce a quella della collega Rossi: noi abbiamo lavorato velocemente e forse a causa dei tempi stretti abbiamo perso degli elementi. Abbiamo dovuto inseguire le prove sulla base di articoli di giornali, che hanno parlato quasi di abusi e torture, e non di denunce che da noi non sono arrivate».


    «Non sono emersi atti o prove significativi»
    Ma la procura è andata oltre. «All’esito di queste indagini — ha proseguito il procuratore Rossetti — emerge un quadro molto ridimensionato. Maccarani aveva piena responsabilità del Centro di Desio che ha come unica responsabilità quella di vincere le gare. Mi sembra di poter affermare che non sono emersi atti o prove sufficienti compiuti da parte della signora Maccarani di essere andata oltre per poter ottenere la vittoria. Primo, perché se le atlete fossero state stressate non avrebbero vinto. Secondo, se qualcuno avesse davvero scoperchiato il meccanismo perverso, l’attuale squadra avrebbe avuto un’occasione d’oro di ribellarsi e invece è accaduto il contrario».


    «Anna Basta smentita da una sua collega e amica»
    Sulle pressioni subite durante la pesata giornaliera denunciata dalle ginnaste, Rossetti è categorico e molto critico nei confronti di una delle accusatrici: «Il peso è importante, è un dato di fatto. La pratica è stata abbandonata spontaneamente dalla Maccarani prima che fosse aperta l’inchiesta. Anna Basta dice che ne ha parlato con il presidente federale? È smentita dalla collega Bini con cui dice di essersi confidata davanti al presidente Tecchi». La sentenza, scontata, arriverà nel pomeriggio.



    SEVVABBECCCCIAO
     
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