Paola MEZZADRI (ITA)

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    Tra gli allenatori non può mancare Paola Mezzadri, in mancanza di biografie reperibili sul web apro con questa intervista da Art on Ice

    Intervista a Paola Mezzadri
    Mar, 23/07/2013
    Vi proponiamo, in questo periodo di inter stagione, un incontro con uno dei tecnici che hanno fatto la storia della danza in Italia: Paola Mezzadri. Ecco quanto la famosa allenatrice ha raccontato alla nostra collaboratrice poco dopo i Mondiali, a fine stagione 2012/13. Buona lettura!
    Prima di tutto vorrei sapere se può raccontarci qualcosa di ognuno degli atleti che segue. Oltre a Anna Cappellini/Luca Lanotte, Federica Bernardi/Chris Mior e Federica Testa/Lukas Csolley, lei ha Jasmine Tessari/Stefano Colafato e Valentina Busi/Nik Mirzakhani, giusto?

    Shpilband-FT_0
    Per quanto riguarda Anna e Luca, io li avevo da bambini, poi abbiamo avuto un periodo di separazione. Quando li ho ripresi li ho trovati molto cambiati, molto diversi, forse il periodo in cui non ci siamo allenati insieme li ha molto cambiati. Ad ogni modo, quest'anno in particolare mi ha soddisfatto di più, perché li ho trovati anche molto maturati, più responsabili. L'allenamento quindi risulta meno faticoso, è più produttivo. Sono molto contenta quest'anno.
    Federica e Chris non hanno alcun tipo di problema perchè hanno due ottimi caratteri, inoltre li ho presi dall'inizio, per cui non si fa fatica a lavorare in allenamento. Ovviamente vorrei che migliorassero ancora di più dal punto di vista tecnico, per dare battaglia a livello internazionale e nazionale. Hanno un grande futuro davanti.
    Federica e Lukas mi stanno anch'essi dando grandi soddisfazioni. Purtroppo non provengono da una nazione molto forte, ma questa prima parte della stagione è andata molto bene per loro.
    Credo molto in tutti loro, e anche negli Junior, che adesso ho cominciato a seguire. Seguo soprattutto Valentina Busi/Nik Mirzakhani, perchè hanno iniziato da bambini piccolissimi con me, poi oltre a loro ho Jasmine Tessari/Stefano Colafato, e poi seguo un po' tutti gli atleti che si allenano al Forum.

    So che è stata lei a suggerire ad Anna di passare alla danza, così come ha consigliato a Federica di provare a fare questa disciplina. Come ha fatto a capire che avevano il potenziale per diventare delle danzatrici su ghiaccio? Che cosa deve avere un pattinatore, secondo lei, per essere un buon danzatore?

    Anna si allenava con il gruppo di Como nella pista in cui ero, durante uno stage estivo. Veniva spesso a vedere gli allenamenti di danza e un giorno mi chiese di provare. Il caso volle che in quel momento ci fosse un ragazzo senza partner e l'ho fatta provare. Immediatamente mi sono resa conto che lei avrebbe dovuto lasciare l'artistico e passare alla danza, perché aveva delle qualità fisiche, espressive, di musicalità tipiche di una danzatrice. Col tempo ci siamo risentite, e lei ha cominciato a venire da Como per allenarsi al Forum. Abbiamo cominciato dalle gare regionali e siamo arrivati fin qua... finora.
    Per quanto riguarda Federica (Bernardi, NdR), l'avevo vista pattinare, e secondo me era dotatissima per la danza. In primo luogo per la bellezza, poi per il fisico, la musicalità. Avrebbe dovuto iniziare almeno sette o otto anni fa, purtroppo non è stato così, ma siamo comunque riusciti a recuperare.
    Ultimamente lei e Chris hanno partecipato alla Cup Of Nice, dove sono andati molto bene, hanno guadagnato posti con il libero e quindi è stata una buona stagione per loro. L'anno prossimo ci sarà la stagione olimpica e quindi i programmi devono essere differenti: l'Olimpiade è una gara diversa dalle altre.

    È stato difficile per Federica all'inizio, dato che ha cominciato danza da grande?

    Sì, perchè la danza non si inventa, chi non l'ha mai fatta trova molte difficoltà perché non è come fare il singolo né come fare coppie, è una cosa completamente differente. Bisogna pattinare molto vicini, sempre a ritmo con la musica e in perfetta sincronia.

    Cosa ne pensa della situazione della danza a livello internazionale?

    Penso che la danza ultimamente si stia rovinando, perchè ci sono troppe regole che non danno assolutamente spazio alla parte artistica e coreografica, all'inventiva. È tutto molto piatto e uguale, e questo a me dispiace molto perché queste regole ti impediscono di creare.

    Per quanto riguarda la Short Dance invece, è stato difficile per lei all'inizio creare dei programmi che fossero adatti alle nuove regole?

    Non è stato difficile, ma io sono contro il mettere l'obbligatorio nella Short Dance. Perché interrompe il programma, lo spezza, è una forzatura. La capacità e la bravura dell'allenatore è quella di inserire il Pattern senza che la sua presenza sia evidente, e soprattutto creare una storia che abbia un senso, anche la Short Dance deve avere un filo conduttore.
    Quest'anno per Anna e Luca abbiamo fatto Sette Spose Per Sette Fratelli, e per Chris e Federica Via Col Vento, per cui c'è comunque una storia dietro questi programmi. Sono anche orgogliosa di poter dire che la Short Dance di Anna e Luca è stata considerata dall'ISU un esempio perfetto di una Short Dance ben equilibrata che ha una storia, un Pattern perfettamente integrato al suo interno e che è interpretata in modo eccellente dai danzatori.

    Quando comincia a pensare ai programmi per la stagione successiva?

    Io ho un'agenda che mi porto in giro dappertutto, dove segno qualsiasi tipo di idea, spunto per quanto riguarda i programmi. Di solito comincio a pensare ad idee per i futuri programmi a gennaio/febbraio. A maggior ragione quest'anno, dato che la prossima è la stagione olimpica, e bisogna considerare diversi fattori. Ad esempio il paese ospitante, o la musica, che deve essere piuttosto prestigiosa, quindi bisogna ponderare bene le scelte che devono essere fatte.

    Lei propone le musiche a fine stagione ai suoi allievi?

    I ragazzi vengono da me e ascoltano tantissime musiche. Sono loro che devono pattinare, io magari do loro una decina di idee, ma sono poi loro ad avere l'ultima parola sulla musica da scegliere. In genere ascoltano molto i miei suggerimenti.

    A proposito di scelta delle musiche, questa stagione Anna Cappellini e Luca Lanotte pattinavano sulla Carmen, una musica che è stata utilizzata molto nel pattinaggio e che anche i campioni olimpici e mondiali Virtue/Moir hanno usato per la Free Dance. Ai Mondiali i due liberi sono stati pattinati uno dopo l'altro, con Virtue/Moir che hanno pattinato subito dopo Anna e Luca. Era preoccupata di quel particolare ordine di discesa in pista?

    Ho sempre voluto creare una Carmen con Barbara e Maurizio (Fusar Poli-Margaglio, NdR). Purtroppo non ho potuto farla con loro perché non ce n'è stato il tempo, ma ho avuto l'opportunità di farla con Anna e Luca, e sono davvero felice di questo. Ovviamente non sento questa Carmen “mia” tanto quanto Sette Spose Per Sette Fratelli, perchè Igor (Shpilband, NdR) ha coreografato la Free Dance durante l'estate, ma ho aggiunto alcuni dettagli prima dei campionati europei e sono contenta del risultato finale.
    Per quanto riguarda i campionati mondiali, non ero preoccupata perchè queste due Carmen sono estremamente differenti: quella di Virtue/Moir è un'interpretazione moderna, mentre la nostra è più classica.
    Il piazzamento finale di Anna e Luca a London è stato alquanto inaspettato: hanno fatto una performance perfetta, e, come dico sempre, se sei davvero bravo i giudici non possono fare altro che premiarti. Questa stagione hanno dimostrato di essere capaci di portare a termine performance eccellenti in ogni gara, indipendentemente dalla presenza o meno di un giudice italiano. Hanno ricevuto punteggi molto alti e hanno vinto la Small Medal nella Free Dance a London. È un grande risultato questo.

    C'è stato un po' di rammarico per essere stati così vicini al vincere una medaglia di bronzo?

    No, perchè il risultato ottenuto è stato maggiore di quello che ci aspettavamo. Il nostro obiettivo era entrare nei primi cinque. L'anno scorso non ci siamo arrivati per poco, mentre quest'anno ci siamo riusciti, ottenendo il quarto posto, quindi c'è stato un notevole miglioramento.

    E per quanto riguarda il bronzo degli Europei?

    Ero contenta, perchè secondo me avere tutto troppo in fretta non va bene.

    Per via della pressione che si potrebbe sentire?

    Sì. Non ai Mondiali perché non avevano nulla da perdere, a noi interessava essere nei primi cinque. Agli Europei sapevamo di avere questa opportunità perché i francesi non c'erano - e comunque ai Mondiali si sono rivelati meno temibili di quello che pensavamo – quindi speravamo di ottenere una medaglia. Per combinazione, sia agli Europei che ai Mondiali non c'era un giudice italiano, speriamo di averli alle Olimpiadi. È importante, anche se si è rivelato meno importante del previsto quest'anno. Più che altro direi che conta moltissimo avere un livello tecnico alto: da lì si parte con una base buona per poi avere un ottimo punteggio totale. Il pannello tecnico dei Mondiali è stato il più severo che io abbia mai visto. Per esempio Federica e Lukas non sono entrati in finale per un sollevamento che non è stato loro contato, e che invece per tutto l'anno avevano preso. Anche altri atleti che secondo me avrebbero meritato di qualificarsi per la Free Dance non ce l'hanno fatta, come per esempio gli spagnoli Sara Hurtado/Adria Diaz.

    La ballerina Ludmila Vlasova solitamente collabora con lei per quato riguarda la creazione delle coreografie. Quando ha cominciato a lavorare con lei?

    Ci siamo conosciute 15 anni fa. Sono molto onorata di lavorare con lei, perché è la miglior coreografa del mondo, secondo me; inoltre sono orgogliosa di poter dire che lei lavora solo con me, perché dice che sui miei programmi sa che può lavorare liberamente, senza costrizioni. Gli unici altri atleti che coreografa, oltre ai miei, sono le coppie russe. Un'altra coreografa con la quale mi trovo molto bene a lavorare è Marina Zueva, abbiamo lo stesso gusto classico. Sarà interessante vedere come lavorerà questa estate con Federica e Chris, dato che si alleneranno con lei a Canton per tre mesi.

    Ho visto che adesso ha ricominciato a lavorare con Roberto Pelizzola. Lavoravate insieme già dall'anno scorso, o avete ricominciato da quest'anno?

    Da quest'anno. Lui da una mano ad Anna e Luca per la parte tecnica, quando sono in Italia, e io do consigli ai suoi atleti quando ho tempo. Abbiamo lavorato più di vent'anni insieme, quindi sono contenta di essere di nuovo in grado di lavorare con lui.

    CIMG0975

    Finora abbiamo parlato degli atleti del presente. Torniamo un attimo all'ultima coppia di danza italiana che si è ritirata, e che era allenata da lei: Federica Faiella e Massimo Scali.
    Ci tengo a dire che con loro ho un rapporto davvero speciale, tra tutti i pattinatori con i quali ho lavorato nei miei trent'anni di carriera. Poco fa l'ISU ha tenuto un corso a Francoforte, e hanno presentato “Gli Emigranti” come esempio di Free Dance. Purtorppo Federica negli ultimi anni ha avuto dei grossi problemi di salute, e quindi si sono dovuti ritirare dalla scena agonistica.
    Ribadisco che, nel mio cuore, quelli che mi hanno dato in assoluto di più a livello umano sono stati loro. Tutti gli atleti mi hanno dato molto, ma con loro c'era un legame speciale. È come se fossero dei miei figli.

    Per un allenatore, è così per tutti gli studenti?

    Dipende da quanto ti danno anche loro. Io da Federica e Massimo ho avuto davvero tantissimo, sono come dei figli per me: sono andati via da casa molto giovani, poi Federica aveva sempre dei problemi e quindi aveva bisogno del mio aiuto. Quando lei mi chiama dice sempre: “Parlo con la mia allenatrice preferita?” e io rispondo ”Sì!”. Ancora oggi c'è un legame fortissimo tra di noi, ogni volta che incontro Massimo alle gare sono davvero contenta di vedere che sta lavorando bene, che è contento di quello che sta facendo ora.
    Ho avuto molto dai miei studenti, ma purtroppo non ho ricevuto lo stesso riconoscimento a livello nazionale. Sono anni che aspetto che si faccia un centro federale, in modo da avere tutte le ore possibili sul ghiaccio, dove i pattinatori si possano allenare in gruppi. In trent'anni di carriera non è mai stato fatto, quindi dubito che si farà mai. Intendo ritirarmi dopo Sochi, e quindi accantonare definitivamente questo mio sogno di formare un centro federale che aiutasse la danza su ghiaccio in Italia a svilupparsi e crescere.

    Come faranno i suoi studenti, senza di lei?

    Non lo so. Nella mia carriera di allenatrice penso di aver dato tutto, la vita, la salute... ma credo di aver ricevuto ben poche gratificazioni. Non ho mai ricevuto né una telefonata, né un grazie... niente, da nessuno.

    A livello nazionale o internazionale?

    A livello internazionale ho ricevuto tante gratificazioni, tantissime. Ma molto poche in Italia.
    I miei ragazzi, i miei pattinatori, mi hanno dato tutti indistintamente molto. Purtroppo l'ambiente in Italia è pieno di gelosie, molto brutto. Mi dispiace, ma dopo trent'anni non sono più disposta a sopportare tutto questo. Sono state perfino messe in dubbio le mie capacità di allenatrice e coreografa. Io ho dimostrato, anche da sola – insieme con Ludmila – che ero in grado di portare comunque delle medaglie: due d'argento europee e una di bronzo mondiale. Non devo quindi dimostrare più niente a nessuno. Sono così stanca di questa situazione che, finite le Olimpiadi, il pattinaggio non lo voglio più vedere.

    Ne ha già parlato con i suoi studenti?

    Loro mi dicono di non farlo, ma allora io vorrei essere apprezzata come lo sono all'estero. Questa situazione non porta da nessuna parte, e mi peserà tantissimo andare avanti fino a Sochi, ma ho preso un impegno con i miei ragazzi e sono una persona corretta, quindi continuerò fino alle Olimpiadi.
    Un altro problema che abbiamo in Italia è che non si cerca di coltivare i giovani talenti. Una volta che quelli che adesso sono al top si saranno ritirati, non ci sono dei pattinatori al loro stesso livello. Ci sono dei talenti, pochi, e bisogna insegnare loro che il talento va coltivato. Poi ci sono altri atleti che hanno una grandissima forza di volontà, e che riescono ugualmente. Bisognerebbe avere un approccio differente, perchè sono ancora ragazzi giovani, insegnare loro a lavorare con costanza.
    In Italia, tutto ciò che viene fatto all'estero viene sempre visto come se fosse di una qualità superiore rispetto al lavoro fatto in questo paese. Quello che si fa qui non viene mai considerato allo stesso livello, gli allenatori italiani vengono sempre considerati degli incapaci. Abbiamo dimostrato, più di una volta, di essere molto meglio degli allenatori stranieri. Noi siamo una nazione forte, se lo vogliamo, perché abbiamo pattinatori forti. Gli altri paesi hanno molta più politica. Quest'anno, per l'ennesima volta, non abbiamo avuto un giudice né agli Europei né ai Mondiali, e tutti i paesi dell'ex Unione Sovietica sono dalla parte della Russia, che ovviamente ne beneficia. Io comunque dico ai ragazzi che l'importante è essere molto bravi.

    Questo si è visto, secondo me, alla finale di Grand Prix, dove Anna e Luca sono riusciti a piazzarsi davanti alle due coppie di casa, con un punteggio tecnico davvero eccellente

    Io sono del parere che se sei veramente bravo, il più bravo, e hai un bel programma che pattini molto bene, la politica tra i giudici non può fare molto. La mia filosofia è sempre stata quella di cercare di essere più bravi degli altri, di essere perfetti.

    Intervista a cura di Laura Sciarrillo


    Edited by *SnowQueen* - 21/6/2021, 18:15
     
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    L'allenatrice Paola Mezzadri: "Vi racconto Anna Cappellini"
    Pattinaggio Paola Mezzadri, allenatrice dell’iridata, parla della campionessa, che conosce dall’età di 9 anni
    Per gli appassionati di pattinaggio su ghiaccio è un “guru”, uno tra i personaggi più carismatici di questo sport. Un tecnico che ha dato un fondamentale contributo alla scrittura di pagine di storia per il pattinaggio tricolore. Paola Mezzadri è l’allenatrice della comasca Anna Cappellini e del milanese Luca Lanotte, la coppia che in questo 2014 ha vinto prima l’oro agli Europei e poi, una settimana fa, ai Mondiali, nella specialità danza, senza dimenticare il 6° posto alle Olimpiadi. Mezzadri parla al “Corriere di Como” dei suoi atleti tra passato, presente e futuro. Conosco Anna Cappellini da quando ha 9 anni - spiega - e per me è come una figlia. L’ho allenata a lungo, poi c’è stato un periodo di separazione e ora ci siamo ritrovati.

    Di lei apprezzo l’intelligenza, il modo in cui si applica, la caparbietà. Posso dire che si è meritata le soddisfazioni di questa stagione».

    Nel 2014 sono arrivati i due ori ad Europei e Mondiali e il 6° posto alle Olimpiadi. Risultati di assoluto prestigio.
    «Come ci si è arrivati? Con tanto lavoro e tanti sacrifici, questo non va mai dimenticato da parte di Anna e di Luca. Abbiamo curato ogni particolare, cercando di avere miglioramenti sia nella “short dance” sia nella “free dance” sul fronte della qualità».
    Veniamo alle singole gare. Questo 2014 trionfale è cominciato con l’oro agli Europei di Budapest.
    «Una gara molto difficile dove i russi, principali avversari, hanno sbagliato e hanno pagato caro il loro errore, mentre Cappellini e Lanotte hanno avuto il merito di fare sempre bene».
    Poi ci sono state le Olimpiadi di Sochi, con il sesto posto finale.
    «Le Olimpiadi sono sempre una gara a sé, estremamente difficile. Forse si poteva puntare a un quinto piazzamento, ma il risultato è nel complesso positivo. Non ci sono rimpianti: Anna e Luca hanno comunque pattinato bene. Peraltro hanno partecipato anche alla competizione a squadre, contribuendo al quarto posto dell’Italia che per il nostro Paese è un risultato di assoluto prestigio».
    Una settimana fa, infine, l’appuntamento iridato a Saitama, in Giappone, con una storica medaglia d’oro.
    «In questa occasione gli avversari più forti erano i francesi e i russi. La nostra coppa ha avuto il merito di partire bene nella prima prova, la “short dance”, dove invece i loro avversari hanno sbagliato. Un margine di vantaggio che si è rivelato decisivo: ribadisco che in queste manifestazioni di altissimo livello non ci si possono concedere errori, perché poi al momento del giudizio della giuria si pagano. E anche ai Mondiali Anna e Luca sono stati bravi a non sbagliare».
    Anna Cappellini per lei è come una figlia, come ci ha spiegato. Se la sente di indicarci i pregi e difetti della nostra campionessa?
    «Come ho sottolineato, considero Anna una ragazza molto intelligente, caparbia, che ha sempre voglia di migliorarsi, che non lascia nulla di intentato. I difetti? Preferisco dire che nel pattinaggio di coppia si vince e si perde in due, gli obiettivi sono comuni e nella nostra coppia c’è un’ottima compensazione. Cappellini può avere quello che Lanotte non ha e viceversa».
    Doveroso parlare anche di Luca Lanotte, che di Anna Cappellini è il partner agonistico, che magari sul Lario, considerando che Anna è comasca e lui milanese, ha meno visibilità. Ma sul podio c’era anche lui.
    «Ci mancherebbe, è doveroso parlare di Luca. Lui è un atleta di grande talento, è bravo nell’interpretazione e presenta bene la sua compagna, elemento che nel pattinaggio ha grande rilevanza. Ripeto: i due si compensano molto bene».
    Quando qualche anno fa Matteo Zanni, partner di Anna, decise di lasciare il pattinaggio, fu proprio lei a scegliere Lanotte. Una intuizione giusta, come hanno dimostrato i risultati.
    «Ad Anna serviva un compagno di talento e quando Matteo ha abbandonato chiamare Luca mi sembrò la soluzione migliore».
    Ma a questo punto è già tempo di guardare avanti. La stagione 2013-2014 di Anna Cappellini e Luca Lanotte, a parte qualche esibizione, è terminata. Gli appassionati e i loro tifosi che cosa si devono aspettare?
    «Posso annunciare che l’intenzione è di cambiare tutto e di cercare nuove strade. Quest’anno sono arrivati gli ori europei e mondiale, quindi grandi soddisfazioni. Ora è lecito provare qualcosa di più difficile, è necessario andare oltre e misurarci con qualcosa di diverso. Potrebbe essere un azzardo, ma ci proveremo».
    L’unica medaglia che manca è quella delle Olimpiadi: è lecito andare avanti di quattro anni e pensare ad Anna e Luca che puntano a un podio?
    «Assolutamente no - risponde con decisione Mezzadri - Nel nostro sport si ragiona di anno in anno».

    Massimo Moscardi
     
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    Quest’anno sono arrivati gli ori europei e mondiale, quindi grandi soddisfazioni. Ora è lecito provare qualcosa di più difficile, è necessario andare oltre e misurarci con qualcosa di diverso. Potrebbe essere un azzardo, ma ci proveremo

    Ma allora continuano per... certo?
    Me felice :D
     
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