Lorenza ALESSANDRINI / Simone VATURI (ITA)

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  1. Andrea Rika
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    Intervista da parte di ART ON ICE

    Alessandrini/Vaturi, sulla strada giusta per la prossima stagione

    Continua la nostra rassegna dedicata ai pattinatori italiani; questa volta abbiamo intervistato Lorenza Alessandrini e Simone Vaturi, coppia di danza che recentemente ha ben rappresentato i colori azzurri classificandosi 16a al primo Mondiale senior in carriera. L'ultima volta ci avevano raccontato del loro trasferimento a Detroit, ora Lorenza e Simone ci parlano della passata stagione, dei futuri obiettivi e molto altro.
    Cominciamo tracciando un bilancio di questa stagione, quali sono i vostri pensieri a riguardo? Come commentate il vostro Mondiale di Nizza? Come lo avete vissuto e cosa ne pensate del punteggio ottenuto, dei livelli assegnati?
    Siamo abbastanza soddisfatti di come abbiamo pattinato; purtroppo abbiamo perso qualche livello qua e là, ma ce lo aspettavamo visto che in due mesi abbiamo cambiato completamente i programmi e gli elementi. Siamo invece felici di essere piaciuti ai giudici e dei complimenti che abbiamo ricevuto dopo la gara. Stavolta sentiamo di essere sulla strada giusta per poter migliorare. 
Siamo anche soddisfatti perché i nostri allenatori sono stati contenti di come ci siamo allenati e di come abbiamo reagito alla gara, sapevamo che non era facile presentare i nuovi programmi per la prima volta al nostro primo campionato mondiale, ma abbiamo retto bene la tensione. 
In più abbiamo battuto coppie che si sono classificate tra i primi dieci in Europa e quindi consideriamo il bilancio positivo.

    
Vi abbiamo sentiti quando avete deciso di dare una svolta alla vostra carriera trasferendovi negli USA per lavorare nel team Camerlengo – Krylova; ora che la stagione è finita potete confermarvi soddisfatti di questa scelta? Cosa avete trovato in questo team che non hanno le altre scuole di danza?
    Sì, siamo soddisfatti della nostra decisione, qui abbiamo trovato tranquillità e siamo riusciti ad imparare ad allenarci più serenamente. In più abbiamo trovato tanta originalità nella costruzione dei programmi. Abbiamo scoperto in Massimo Scali un ottimo coreografo e un ottimo tecnico e non c'è nemmeno bisogno di parlare delle capacità tecniche e artistiche di Pasquale e Anjelika perché abbiamo visto tutti cosa sono riusciti a costruire in questi anni.

    Come pensate di essere cambiati in questi mesi sotto la guida del team di Detroit?
    In verità non ci sentiamo davvero cambiati, sentiamo solo di aver cominciato ad imparare molte cose nuove e di aver migliorato la qualità degli allenamenti e questo è molto importante per noi.

    Tecnicamente, qual è l'elemento su cui sentite di più il bisogno di lavorare, che per voi rappresenta una sfida?
    Più che su un elemento in particolare noi sentiamo di dover lavorare molto sulla qualità della nostra pattinata.. Siamo ancora lontani dal nostro obiettivo, ma sappiamo che é una cosa che richiede tempo e maturità e quindi non ci scoraggiamo!

    
Stiamo ponendo questa domanda anche ad altri pattinatori: vorremmo sapere se voi guardate i programmi delle altre coppie, li analizzate, li apprezzate, siete semplicemente curiosi o preferite non sapere nulla a riguardo?
    Dipende, è normale avere dei pattinatori preferiti tra le coppie al vertice e analizzare i loro programmi. Di sicuro siamo curiosi di vedere i programmi degli altri perché ci piacciono molto le novità e le idee particolari.

    
Un altro aspetto su cui vorremmo avere anche la vostra opinione e di cui abbiamo già parlato con Massimo: la scuola italiana. Ormai sembra che, specialmente nella danza, si stia cercando di trovare uno stile italiano che ricerchi molto il coinvolgimento emotivo nei programmi: lo dimostrano Anna e Luca, ma anche Stefania e Ondrej etc. Tra i nostri ex-atleti abbiamo Margaglio che allena in Finlandia, la Fusar Poli a Milano, infine Massimo Scali e Pasquale Camerlengo a Detroit con voi ed altre coppie blasonate. Sembra che da parte di questi tecnici ci sia anche la volontà sviluppare particolarmente l'aspetto interpretativo; possiamo parlare proprio della formazione di uno “stile italiano”?
    Beh, di sicuro a noi italiani viene abbastanza naturale essere passionali ed emotivi, proprio perché per lo più siamo così anche nella vita di tutti i giorni ed è per queste caratteristiche che veniamo riconosciuti all'estero! Per questo secondo noi si può decisamente parlare di uno "stile italiano"; tutti noi italiani sappiamo di avere " una marcia in più" dal punto di vista espressivo e quindi sfruttiamo questa qualità per dare valore ai nostri programmi e per renderli memorabili, proprio come hanno fatto in passato grandi coppie come Fusar Poli/Margaglio e Faiella/Scali.
    Ora sono molte le coppie nel mondo che cercano di andare in questa direzione seguendo la loro scia, basti pensare al programma libero di Weaver/Poje dell'anno scorso che era un misto di passione italiana e tecnica canadese.


    Parlando proprio di interpretazione, voi nel tempo avete già dimostrato un'attenzione verso questo aspetto interpretando personaggi diversi nei vari liberi, avete anche scelto un tema e una musica particolari come quella di “Rocco e i suoi fratelli” in passato, questo dimostra una certa ricerca stilistica... Che tipo di coppia vorreste diventare, pensate di aver già trovato il vostro “stile”?
    No, forse non abbiamo ancora trovato il nostro stile, ma di sicuro ci piace cambiare e cercare di essere originali nelle nostre scelte musicali e nei nostri elementi tecnici (per esempio nei sollevamenti!). Anche quest'anno abbiamo voluto cambiare genere e ci cimenteremo in qualcosa di più simpatico e leggero che possa divertire noi e il pubblico.

    Vi piace scegliere le musiche, o comunque dare il vostro apporto nella ricerca dei temi da interpretare? Vi piace in qualche modo portare un po' di voi stessi sul ghiaccio? Prendete ispirazione dalla musica, dal cinema, dall'opera, avete qualche genere preferito in queste arti?
    Sì, ci piace molto scegliere le nostre musiche, ovviamente sotto la supervisione dei nostri allenatori.
 Cerchiamo di trarre ispirazione da tutto quello che ci circonda: cinema, radio, televisione e amici!
    Anche il fratello di Simone, Andrea, lavorando ancora nel mondo del pattinaggio sia come coreografo che come imprenditore, ci dà spesso delle belle idee e degli spunti molto originali! 





    Avete in mente un tema particolare, magari un “sogno nel cassetto” che vi piacerebbe interpretare nel futuro? Per quanto riguarda i programmi della prossima stagione e quelli olimpici, invece, avete già progetti precisi?
    Per quest'anno siamo contenti delle scelte musicali e ci stiamo divertendo a costruire a studiare i nuovi programmi. Sì, naturalmente abbiamo un paio di "sogni nel cassetto" da interpretare, ma per ora pensiamo a quest'anno!

    Una domanda per Simone: se e come ha influito per te il fatto di avere avuto un fratello che gareggiava ad alti livelli nella danza?
    Mi fa molto piacere che mio fratello sia stato un pattinatore di alto livello perché essendo passato da dove sto passando io mi consiglia, mi capisce e mi sostiene sempre. Visto che stiamo parlando di lui, colgo l'occasione per salutare il mio nipotino Massimo che è nato solo pochi giorni fa e faccio tanti auguri al neopapà Andrea e alla neomamma Valeria e li ringrazio tanto!




    Per quanto riguarda l'approccio alla gara, avete dei “rituali” particolari prima di scendere sul ghiaccio? Come affrontate la tensione? Avete mai usufruito dell'aiuto di uno psicologo per quanto riguarda la preparazione mentale? O magari fate tesoro dei preziosi consigli di altri compagni di nazionale già più “navigati”?
    No, in verità prima delle gare non seguiamo nessun rituale particolare, però portiamo sempre con noi a qualche portafortuna tra cui un paio di pupazzetti, delle collane e degli anelli che ci hanno regalato i nostri cari!

    Qualcuno di voi due ha continuato gli studi? E se sì come riesce a conciliare il tutto?
    Sì, al momento entrambi siamo iscritti all'università; far conciliare tutto non è affatto facile, anche perché in Italia non ci sono grandi facilitazioni per gli sportivi. Ora che siamo in America poi, ovviamente è ancora più complicato! Entrambi peró, teniamo molto a finire gli studi e quindi non ci diamo per vinti!

    Quali sono i vostri interessi fuori dal ghiaccio, riuscite a coltivare qualche hobby?
    Non abbiamo dei veri e propri hobby, a tutti e due piace molto viaggiare e per fortuna il pattinaggio ci permette sempre di vedere posti nuovi; nel nostro tempo libero poi, ci piace semplicemente stare con gli amici e andare fuori a mangiare o a vedere un film al cinema; quando il pattinaggio ce lo permette ci piace molto anche andare a ballare, ma le occasioni purtroppo sono rare!

    Ringraziamo Lorenza e Simone per la loro disponibilità e non vediamo l'ora di rivederli sul ghiaccio la prossima stagione.


    Laura Sciarrillo ed Eleonora D'Eredità
     
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27 replies since 16/11/2011, 16:13   1413 views
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